Arturo viveva sull'isola in una casa di assi bianche. Quando il vento proveniente da nord spirava sulla scura superficie del mare, increspandolo di onde spumeggianti, gli schizzi battevano come piccole dita sulla finestra della veranda. Arturo, allora, si sedeva sulla poltrona di vimini a fumare, mentre la Gatta gli si acciambellava in grembo. Il tè fumante leggermente corretto spandeva le sua volute balsamiche appannando i vetri.
Fuori le canne lacustri fischiavano la loro musica costante e atonale. Erano lunghi pomeriggi in cui la barca rimaneva al riparo, nella rimessa. Virgo, l'aveva chiamata, quella bagnarola scassata, pagata poco più che cento euro. Certo che la fatica spesa per rimetterla in sesto gli era costata molto di più. Ma durante i mesi spesi fra trucioli e vernici, pece e sartie, Arturo aveva iniziato ad amare ogni nodo dello scafo. Dipinta di azzurro e di bianco, l'aveva fatta, e in certe giornate quando il sole riverberava sul pelo dell'acqua gli sembrava quasi di stare cavalcando un gigantesco pesce.
Arturo aveva la pelle abbronzata, riarsa dai giorni passati in mare aperto, ma non era sempre stato così. Arturo era un broker, perennemente in giacca e cravatta, unghie curate, vacanze alle Maldive, macchine potenti e belle donne. Poi tutto, improvvisamente, era cambiato. Un investimento sbagliato, la crisi dei mercati e tutto ciò che aveva si era volatilizzato. Gli amici erano spariti, assieme al suo attico in centro, al porche e alle vacanze in luoghi esotici.
E così Arturo era emigrato, o meglio ritornato, all'isola dei suoi genitori. Quel luogo che aveva sentito raccontare migliaia di volte dalla voce di suo padre, mentre gli occhi gli si tingevano di una malinconia strana e profonda. Era tornata a quella vecchia casa ereditata alcuni anni prima e che non aveva mai visto. Triste, solo e profondamente arrabbiato con il mondo.
Ma il mare, si sa, è una medicina antichissima. Ti cattura l'anima parlando sottovoce. Ti strega con i suoi colori mutevoli, con il profumo del sale e della libertà. E poi c'erano le persone. Uomini e donne sempre indaffarati, ma mai troppo per negarti un sorriso o un caffè. Gente che amava la propria terra come qualcosa di vivo, custode della loro memoria e del loro sudore.
Arturo guardava il mare in attesa che la pioggia si calmasse. Ascoltava la vita scorrere, consapevole della sua esistenza. Presto sarebbe stato di nuovo in mare, fra le onde e l'immenso.
POLIPETTI MURATI
Ingredienti: 1200 gr di polipetti (doppia fila di ventose)/ una scatola di pelati/ 1 cipolla/ 2 spicchi d'aglio/ 1 bicchiere di vino bianco/ olio evo qb/sale e peperoncino secco qb
In una pentola dal fondo spesso fate soffriggere con un po' d'olio la cipolla, tagliata sottile, e gli spicchio d'aglio spellati e interi. Bagnate con qualche cucchiaio di vino e aggiungete i pomodori pelati, salate e cuocete per 5 minuti. Unite i polipetti puliti e ben lavati e fate sfumare con il resto del vino a fiamma vivace. Unite il peperoncino, coprite e portate a cottura facendo stringere il sugo per un'ora e 30 circa sul fuoco più basso proteggendo la fiamma con uno spargifiamma. Durante la cottura non sollevate mai il coperchio (è per questo motivo che vengono chiamati murati). Quando i polipetti saranno cotti regolate di sale e servite con pane tostato.
questi polipetti devono essere buoni una cifra! baciotti!
RispondiEliminasquisiti direi..li adoro....
RispondiElimina:)
che bella questa introduzione!
RispondiEliminasecondo te se usassi vino rosso anzichè bianco?
Bel racconto e splendidissima ricetta!
RispondiEliminaCi hai regalato un pezzo di mare e con il racconto e con la ricetta, grazie!
RispondiEliminaSemplice e buono grazie.
RispondiEliminaMandi
Come sempre le tue parole muovono qualcosa dentro di me... come anche, più prosaicamente, la ricetta: sono molto sensibile al fascino iodato del polpo...
RispondiEliminaMi hai regalato un momwnto di relax...e ispirato con una succulenta ricetta, grazie!
RispondiEliminabacione
Quanto mi piace leggerti cara Fra...
RispondiEliminaComplimenti, perché sei davvero brava.
Un abbraccio.
"Ma il mare, si sa, è una medicina antichissima. Ti cattura l'anima parlando sottovoce."È bellissima questa immagine.
RispondiEliminaGrazie
continua a cucinare, ma soprattutto a scrivere...
RispondiEliminasoffri d'insonnia per caso....perchè questo bel racconto sa di silenzio, luci soffuse e mente libera......no come i polipetti rinchiusi e murati
RispondiElimina;) bacio!
Un bellissimo racconto Fra, non mi stancherò mai di dirti che hai talento. Come vorrei saper cucinare i polipetti così bene...
RispondiEliminaBuona giornata, un bacio
complimenti per i polipetti e per il testo del post vorrei sapere scrivere cosi
RispondiEliminaNon mi stancherei mai di leggerti^_^ E'sempre un piacere venire quì, e non solo per le ricette. Vado a sbirciare quelle che mi son persa. Un bacione:)
RispondiEliminache belli li polipetti!
RispondiEliminae hanno una faccia buonerrima!
lo sai che dovresti fare la scrittrice?? ;)
RispondiEliminaQuello che apprezzo di te, e che mi stupisce ogni volta, è il tuo saper creare dei racconti a tal punto suggestivi da sembrare palpabili. Sai usare le parole giuste, quelle che hanno spessore, sfumature, profumi, odori, colori, venature: spero di spiegarmi, io non sono una brava scrittrice, nè una brava critica! E mi piace il tuo contestualizzare la ricetta, ha un che di poetico e di affascinante! Ti abbraccio, polipetta ;-)
RispondiElimina@federica: sono davvero squisiti, le ricette siciliane non deludono mai
RispondiElimina@elisa: sono davvero da provare e poi a parte la pulitura dei
polipetti sono davvero facili da preparare
@ciboulette: provali, sono davvero buonissimi
@giò: secondo me non cambia molto, magari usane uno leggero e non troppo corposo
@iana: grazie tesoro :)
@tania: grazie a te per la visita :)
@rosetta: grazie a te per la visita :)
@onde99: io asoro il polipo, ha un sapore e una consistenza che mi
mandano in sollucchero
@saretta: grazie a te tesoro!
@carolina: un abbraccio anche a te e grazie per i complimenti
@olivia: grazie! :D
@astro: beccata! a volte l'insonnia porta buone cose ;)
@gunther: grazie! :)
@sweetcook: è un piacere per me leggere i tuoi commenti, sei sempre
carinissima :)
@desperate.viz: sono davvero buonissimi, io li ho assaggiati a Palermo
e ne sono rimasta stregata
@excalibur: è uno dei miei sogni nel cassetto, chissà che un giorno
non si avveri
@arietta: così mi fai arrossire, sono davvero felice che i miei post
ti piacciano :D
Ho la pancia che borbotta... devo essere buonissssssssssssssssssssssssssssssssimi!
RispondiEliminaMeravigliosa la storia e meravigliosa la pietanza!
RispondiEliminaEcco uno sconosciuto per me....il polipo!! Ne sento tanto parlare, non è poi cosi' facile cucinarlo, ma tu sei brava come sempre Fra!!
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