mercoledì 25 maggio 2011

Out of Whack

Ci sono cose che entrano nella tua vita e la scombussolano un po'. Come un fulmine a ciel sereno lasciano sotto pelle una leggera scossa elettrica, rimangono lì e ti fanno ricordare. Kira è entrata nella mia vita per il tempo di un giorno. Sufficiente per far sì che mi affezionassi a questa gattina così affettuosa, dal musetto color cipria. E quando dico che è entrata è proprio nel senso più letterale che ci possa essere. Perché quel gattino furbetto si è proprio intrufolato di sua iniziativa nella mia macchina, ha preso possesso del sedile posteriore e si è fatta portare pacificamente a casa. Ma poi come quasi tutte le cose meravigliose e improvvise il sogno si è dissolto la mattina successiva, quando i legittimi padroni di Kira-Mimmi hanno chiamato. Avevano visto i nostri cartelli e ora rivolevano la loro micetta indietro. E la felicità di vedere i loro volti quando hanno riabbracciato la loro piccolina si è mescolata a una forte sensazione di malinconia. E nonostante le coccole ai miei due stupendi mici continuo a pensare a come sarebbe stato bello avere un nuovo membro della mia felina famiglia. Sono sicura che il mio karma abbia avuto un up grade in positivo, ma questo piccolo vuoto che sento non sembra facile da scacciare. Così mi do alla food therapy, qualcosa di semplice e profumato, morbido e delicato cuoce nel forno spandendo il suo profumo agrumoso nella cucina... affondo il cucchiaio rompendo la crosticina in superficie e accarezzo il pelo folto di Singha mentre Ziggy sdraiato contro il mio fianco fa le fusa come un piccolo mantice.




YORKSHIRE LEMON SURPRISE
(pe 4 persone)

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  • 50 gr di burro più qualche altro grammo per imburrare
  • la scorza grattuggiata e il succo di due limoni
  • 115 gr di zucchero semolato
  • 2 uova, gli albumi separati dai tuorli
  • 50 gr di farina autolievitante
  • 30 ml di latte
1. Riscaldate il forno a 190°. Imburrate una pirofila da forno da circa 1,5 l.
2. Lavorate il burro, la scorza dei limoni e lo zucchero in una ciotola con una spatola fino a che il composto non diventa morbido e chiaro. Aggiungete i tuorli e la farina e mescolate bene. Gruadualmente incorporate anche il succo di limone e il latte (il composto a questo punto potrebbe risultare orribilmente cagliato, ma non preoccupatevi). In una ciotola pulita montate gli albumi a neve ferma
3. Unite gli albumi montati al composto di limone usandoun cucchiaio di metallo, poi versate il tutto nella pirofila.
4. Mettete la pirofila in una teglia da forno e riempitela con acqua fino a metà della pirofila. Infornate e cuocete per circa 45 min fino a che la supeficie non è dorata dorata e il dolce non risukta sufficientemente solido. Se la superficie diventasse troppo scura abbassate la temperatura del forno e coprite il dolce con un foglio di carta di alluminio

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martedì 17 maggio 2011

To Change



Vorrei un mondo dove l'energia fosse pulita
Vorrei un mondo dove l'acqua fosse un bene comune e non un privilegio per pochi
Vorrei un mondo in cui le risorse fossero ditribuite in modo più intelligente ed equo
Vorrei un mondo dove le bellezze naturali e quelle costruite dall'uomo fossero salvaguardate e non sfruttate
Vorrei che l'idea che le prossime generazioni vivessero una condizione meno precaria della mia non fosse utopia pura
Vorrei dei programmi politici che non si limitassero a guardare sempre e solo al breve periodo ma avessero la lungimiranza di osservare i possibili scenari futuri, con uno sguardo più ampio e aperto
Vorrei che il guadagno non fosse più l'unica e sola religione di questo tempo
Vorrei che le persone guardassero alle piccole azioni quotidiane volte verso un miglioramento non solo come mera perdita di tempo
Vorrei che esistessero dei partirti verdi degni di questo nome e che facessero un minimo di differenza in questo scenario politico sconsolante
Vorrei non avere sempre la sensazione di essere presa in giro e anche col sorriso sulle labbra (o forse quello è il botox)
Vorrei che fosse più semplice comportarsi civilmente e che per questo un aiuto dall'alto non sarebbe per nulla male
Vorrei che semplici cambiamenti che mi sembrano così facili da realizzare fossero presi in considerazione anche dalle alte sfere (ultimamente mi sono venute in mente idee stranissime, come ad esempio la ridistribuzione più sensata del 13 per mille di cui ognuno di noi dispone)
Vorrei che non ci fossero più discussioni sterili ma progetti concreti
Forse quello che vorrei realmente è essere un po' meno utopista, ma dato che cambiare è difficile continuo a cercare ogni giorno di essere una persona un pochino migliore. In questi anni ho cercato di informarmi per cercare di rendere alcuni dei miei comportamenti il più ecosostenibili possibili. E tenendo questo blog ho avuto la possibilità di imparare alcune cose nuove e preziose. Sono diventata più sensibile nei confronti di quello che acquisto e consumo. Ed è per questo che partecipo con piacere all'iniziativa No-Cleare di Onde, Sara, Martina e Benedetta. Perchè per me è importante contribuire il più possibile a non rendere questo pianeta una discarica. Così il 12-13 andrò a votare, per fare sentire la mia voce di cittadino, di donna e di essere umano.


OMELETTE
(le dosi sono per una persona)



Scaldate molto bene una padella antiaderente, leggermente unta con dell'olio d'oliva. Nel frattempo, in una ciotola, sbattete 3 uova (biologiche o meglio ancora del contadino di fiducia), circa 50 gr di parmiggiano reggiano grattuggiato (quello vero non qualche brutta imitazione), sale e pepe a piacere. Non lavorate troppo a lungo il composto, ma solo il tempo necessario ad amalgamare gli ingredienti. Versate le uova nella padella rovente, mantenendo il fuoco vivace e fate rapprendere per circa un minuto. Con l'aiuto di una spatola staccate i bordi dell'omelette dalla padella e, inclinandola, lasciate che il composto ancora liquido scivoli sotto all'omelette. Lasciate cuocere per un altro minuto e ripetete questo procedimento fino a che l'omelette non sarà cotta. Considerate che la superficie rimarrà leggermente morbida. A questo punto spegnete il fuoco ma lasciate la padella sul bruciatore caldo e riempite l'omelette con il ripieno che più gradite. Io solitamente uso prociutto San Daniele e qualche sottiletta. Ripiegate l'omelette a metà, rigiratela sull'altro lato e lasciate riposare nella padella calda per altri due minuti circa. Impiattate e servite calda.




lunedì 9 maggio 2011

Esperimento N°1

Dopo lungo cogitare sono giunta alla conclusione che i tortiglioni sarebbero stati bene con un sugo delicato ma allo stesso tempo capace di bilanciare il retrogusto dolce della pasta. Inoltre devo ringraziare Dora per i suoi consigli che mi hanno giustamente ispirata. Questo è il primo di una serie di esperimenti in quanto ho deciso di trovare il miglior accompagnamento per questa pasta così particolare. Ovviamente qualsiasi suggerimento sarà bene accetto

TORTIGLIONI DI FARINA DI CASTAGNE CON BRIE ERBA CIPOLILLINA E SEMI DI PAPAVERO

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In una pentola portare a ebollizione abbondante acqua, salare e cuocere i tortiglioni (100 gr) per alcuni minuti (ho scoperto che la pasta fatta in casa ha una cottura molto rapida, basta aspettare che vengano a galla e la cottura è terminata). Nel frattempo preparate il sugo. In una padella piuttosto capiente sciogliete una noce di burro, aggiungete il brie (circa 80 gr) e fate fondere anche questo, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno o una spatola di silicone. Quando il formaggio sarà sciolto unite la pasta, un mazzetto di erba cipollina finemente tritata e una manciata abbondante di semi di papavero. Saltate per amalgamare bene ed infine aggiungete del parmigiano grattugiato (50 gr circa). Mescolate e servite ben caldi. Come tocco finale ho anche aggiunto un filo di salsa di saba che volendo potete sostituire con n po' di riduzione di aceto balsamico

*le dosi sono per una persona

Impressioni: la salsa non era abbastanza cremosa, probabilmente il brie nonostante come sapore si sposi molto bene con la farina di castagne non è si amalgama come avrei voluto. Inoltre mancava una punta di acidità.

martedì 3 maggio 2011

Gita fuori porta e pasta fatta in casa

Sabato. Ostaggio insieme alla weazel e ai due mici, in una stanza 4mX4m, di una falange armata di pennelli e secchi di tinta. La liberazione nel tardo pomeriggio non ha portato scenari di gioia ma un tour de force per risistemare una casa dove sembrava essere passato un simpatico diavolo di tasmania inferocito.
Però domenica, vedere la luce filtrare dalle finestre e riflettersi sui muri candidi, quella sensazione di pulito e di nuovo ripaga della giornata massacrante. La voglia di uscire mi assale. Maggio ha su di me questo effetto, se potessi ogni fine settimana sarebbe dedicato a una piccola fuga dalla città. Bologna in effetti ha il grande pregio di trovarsi in una posizione strategica per raggiungere sia località amene e dal sapore antico che si susseguono una dopo l'altra sugli Appennini tosco-romagnoli, sia la riviera che, anche se non avrà il mare più bello di Italia, ha per me un valore sentimentale enorme. Complice una veloce ricerca su internet che mi informa di una festa dei fiori a Castel del Rio, partiamo alla volta di questo piccolo e incantevole borgo medievale, rinomato per i suoi marroni DOP.
La strada si inerpica lentamente sul lato della montagna, sulla sinistra di apre la valle, verde nel rigoglio della primavera e in contrasto sullo sfondo, le ferite rosa-grigio dei calanchi. La cittadina è davvero piccola, ma il castello che ci accoglie all'entrata è imponente e molto ben conservato. Anche le case in pietra che si snodano lungo la via principale contribuiscono a creare un'atmosfera antica e magica.

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La mostra floreale non è niente di particolare, ma riesco comunque a uscirne con un bottino profumato da piantare sul terrazzo.

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Scovo anche alcuni prodotti tipici di questa cittadina: della inebriante farina di marroni e la saba.

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Un interruttore si è acceso nel mio cervellino da foodblogger e ieri sera con la complicità della weazel ho spianato la mia caccavella-accessiorio KA e ho prodotto questi magnifici maccheroni. Non vi dico il profumo. Ora non mi resta altro che ideare un degno condimento per esaltare il sapore particolare di questa pasta

TORTIGLIONI CON FARINA DI MARRONI E ROSMARINO

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Nella planetaria impastare 300 gr di farina di castagne. 2 uova e acqua fino a ottenere un inpasto liscio ed elastico. Avvolgere la pasta in pellicola da cucina e lasciare riposare per almeno 12 ore in frigorifero. A questo punto formare i tortiglioni utilizzando le trafile Artisan per la Kitchen Aid.

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NB la pasta deve essere lasciata asciugare copletamente stesa sul taglierie. Si conserva in seguito in un barattolo a chiusura ermetica


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