lunedì 26 gennaio 2009

Per non dimenticare...

Mosher Moskowitz era l'emblema della sfiga ebraica. Aveva un nasone grosso come una patata e adunco come il dito di una strega. I riccioli neri si congiungevano con una barbona arruffata e spelacchiata. Era basso e magro, e una leggera gobba gli conferiva un'aspetto intirizzito da pulcino bagnato. Mosher Moskowitz viveva in Polonia, ma dopo l'ennesimo pogrom, dopo aver visto amici e vicini massacrati e le loro case bruciate, dopo aver perso tutto ancora una volta, aveva deciso di fuggire. Sarebbe andato negli Stati Uniti, dove le strade erano lastricate d'oro e i bastoni erano usati per giocare a baseball. Così vendette tutto ciò che possedeva, comprò i biglietti di infimissima classe per tutta la sua famiglia e dopo sei settimane di navigazione vide la corona puntuta della Statua della Libertà. Mentre pidocchioso e sporco passava la sua quarantena a Ellis Island, Mosher si disperava al pensiero di come avrebbe mantenuto la sua numerosissima famiglia. Durante primo giorno di libertà si avviò mestamente, col suo caftano lurido, per tutti i drugstore che riuscì a incontrate cercando di vendere il suo spago super resistente. Il meglio che riuscì a racimolare fu Vattene sporco ebreo! Il giorno dopo mentre la sera calava Mosher si fermò davanti all'insegna dell'ultimo drugstore che aveva intenzione di visitare e si rivolse a Dio
Ti prego Dio fa che questa volta vada bene, ho finito i soldi e le scarpe strette di mio cugino mi stanno uccidendo
Così dicendo entrò sfoggiando il suo più accattivante sorriso (un'orribile ghigno che gli deturpava il viso).
Buona sera mio amico. Io ha un'offerta che tu no puoi rifiutare. Tuoi stupidi concorrenti hanno rifiutato ma tu no stupido tu uomo più intelligente e certamente comprerai mio ultraresistentissimo spago e presto diventerai ricco
La montagna umana che si trovava dietro al banco, rosso e sudato, squadrò il piccolo e sporco ebreo e sorridendo gli rispose
Sei fortunato oggi. Va bene comprerò il tuo spago
Mosher non poteva crederci e al settimo cielo chiese
Benebene...e quanti metri vuole lei?
Dalla punta di quel tuo enorme naso alla punta del tuo inutile pisellino
- disse ghignando il grasso americano
Mosher se ne andò saltellando nelle scarpe strette
Due settimane dopo, mentre guardava una mosca che gli ronzava sulla testa il sudato commerciante vide due enormi tir parcheggiare davanti al suo negozio e scaricare centinaia di casse di spago. Non riuscendo a spiccicare una parola rimase a fissare i facchini che depositavano la merce nel magazzino fino a quando un giovane alto biondo e abbronzato non gli si avvicinò e con fare spavaldo gli mise in mano un foglio di carta
Ecco qui CharlieBello ecco la tua fattura da 5000 dollari
CharlieBello recuperando la mandibola che gli era rotolata sopra i piedi aprì la fattura e lesse la nota scritta a mano riportata sotto l'astronomica cifra
Grazie e mille per l'acquisto
Distinti saluti
Mosher Moskowitz residente a New York circonciso a Varsavia


Questa storiella è liberamente tratta dallo spettacolo Oylem Goylem di Moni Ovadia. Rappresentazione storica dell'istrionico musicista, attore, comico, scrittore che per festeggiare i 15 anni di questo "cabaret yiddish" l'ha riproposto nel teatro che ne aveva visto la prima: l'Arena del Sole di Bologna. Uno spettacolo geniale, che parla di esilio e luoghi comuni, di tradizioni e paranoie. Il tutto accompagnato da una splendida colonna sonora fatta di musica gitana e canti tradizionali yiddish. Due ore e mezza di puro divertimento, di quello che oltre a svagare fa riflettere. Soprattutto in questi giorni. Dopo Gaza e vicino al giorno della Memoria. Per ricordare che l'odio e l'ignoranza sono i peggiori mali che possono colpire il nostro mondo. Che le facili banalizzazioni sono pericolose. Che etichettare buoni e cattivi in modo assoluto e cieco rende tutti più stupidi e livorosi. Per chi abbia la possibilità consiglio vivamente questo spettacolo e per quelli che non avranno questa fortuna lascio questo godibilissimo spezzone


Infine vi lascio con una ricetta ebraica che ho trovato da lei. Un dolce profumatissimo, il mio personale contributo alla memoria, perchè il cibo conserva tradizioni e supera barriere.

LEKACH

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Ingredienti per due torte piccole: un bicchiere di zucchero/ 1 bicchiere di acqua/ un bicchiere di olio di semi di mais / 3 uova medie / 1 cucchiaino raso di bicarbonato/ grammi 225 di miele (io ho usato in parte un millefiori e in parte quello di acacia) / 1 cucchiaino colmo di zenzero in polvere/ i semi pestati di quattro bacche di cardamomo / scorza di un limone grattuggiata/ farina/ 1 cucchiaio di cremor tartaro/ mele a fettine

Preriscaldate il forno a 180°. Ungete e infarinate due tortiere (meglio se rettangolari). Montate le uova con lo zucchero fino a farle diventare spumose. Unite tutti gli altri ingredienti mecolando bene prima di aggiungere il successivo e per ultima incorporate la farina setacciata col cremor tartaro, in quantità necessaria da ottenere un crema "che scrive" (facendo colare l'impasto da un cucchiaio questo non deve essere assorbito subito dal composto sottostante ma rimanere per un attimo in superficie). Versate l'impasto nelle tortiere e coprite con le mele tagliate a fettine sottili.
Infornate per circa 50 minuti, la superficie dovrà risultare soda ed elastica al tatto.
Togliete dal forno, lasciate riposare per circa 5 minuti, sformate e fate raffreddare sulla griglia del forno. A questo punto Sandra consiglia di impachettare le torte in carta stagnola e consumarle dopo qualche giorno...se riuscite a resistere...;D

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Ah! dimenticavo...ringrazio tantissimo Luca&Sabrina per questo premio, come al solito la vostra dolcezza mi ha lasciato senza fiato

25 commenti:

  1. Grazie per Moni Ovadia che spero di poter vedere al più presto, grazie per la storiella e grazie per questo dolce che mi ha affascinata dalla prima riga. Ho un problema però... non so dove reperire il cremor tartaro... nel caso pensi si possa usare il lievito per dolci? Buon martedì!

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  2. grazie per questo post, conosco Moni Ovadia attraverso i suoi libri ma purtroppo non ho mai avuto occasione di vederlo in teatro, grazie pe la ricetta che oggi cercherò diriprodurre posso linkare il tuo pot sulla giornata della memoria al mio?
    un abbraccio
    dida

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  3. @cielomiomarito: nella ricetta originale non è previsto nè lievito nè cremor tartaro, io l'ho aggiunto per paura che non si alzasse ;P comunque puoi usare tranquillamente il lievito per dolci. Un bacio

    @dida70: mi farebbe molto piacere se mi linkassi! Lo spettacolo di moni Ovadia è eccezionali se ti capita te lo consiglio vivamente. Un abbraccio anche a te

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  4. ciao fra, non ho mai visto Moni Ovadia al teatro ma ho avuto modo di seguirlo da Fazio a "che tempo che fa", mi piacque molto l'ironia sottile della sua cultura, sicuramente non comprensibile a tutti. (Mi rendo sempre più conto come certe persone proprio non possano capire,sai...?)
    Bella l'idea di un dolce ebraico, ha l'idea di essere profumatissimo! bacioni

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  5. Due biglietti per Oylem Goylem furono il primo regalo che feci all'allora fidanzato oggi marito.
    Da Padova andammo a Bologna, proprio all'Arena del Sole per tuffarci in questa carambola di luci, suoni, parole che divertono ma che con piccole sfumature, accenni ti lasciano dentro un senso d'incompiuto, di profondamente doloroso.
    Bellissimo spettacolo.
    Grazie per averlo ricordato.
    Mi piacerebbe adesso portarci mio figlio, ha nove anni, un'età che inizia ad essere giusta per "capire".
    Vado a vedere sul sito del teatro.
    Un abbraccio

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  6. Anche in questa ricorrenza ti sei rivelata eccezionale.
    bacioni

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  7. vidi la rappresentazione del Golem di moni ovadia al Petruzzelli, tantissimi anni fa, mi piacerebbe rivedere un suo spettacolo adesso!!

    Grazie per il tuo ricordo fatto in punta di sorriso, ci voleva :))

    E..cake spettacolare!!!!BAci :))

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  8. Io invece non lo conoscevo Moni Ovadia, ma ti ringrazio tanto per averne parlato:)
    Il dolce, dopo aver letto la ricetta, mi sembra molto buono e profumato, mi piacerebbe assaggiarlo:)
    Un bacione Fra e complimenti (come sempre)per la tua grande sensibilità:)

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  9. i tui post sono sempre ricchi, di significato, di notizie e di consigli culinari, è sempre un grandissimo piacere e onore leggerti! un abbraccio

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  10. sensibile e delicata come sempre! sei riuscita a fare un post non scontato, quando è così facile cadere nella prevedibilità e nella retorica in un giorno come questo.

    il dolce sembra davvero buono e profumato!

    un bacione!

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  11. sei straordinaria! così come dev'essere stata straordinario lo spettacolo!
    hai trovato un modo davvero delicato per ricordare un capitolo della nostra storia che è da ricordare solo per impegnarci a poter rimediare...
    un bacione grandissimo e.. fantastica la torta :)

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  12. nn bisogna mai dimenticare il dolore e l'orrore e le sofferenze di tante persone innocenti!!baiconi imma

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  13. Adoro i tuoi racconti, adoro Moni Ovadia e se permetti, mi inchino davanti a questo dolce!!!!!
    Compliments

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  14. Abbiamo appena cenato con una fetta della torta di miele che ho fatto stamane con questa ricetta ... è un cake buonissimo profumatissimo e morbidissimo ... ovviamente io non ce l'ho fatta ad aspettare tre giorni ... ho usato il lievito al posto del cremor tartaro e direi che va bene ... volevo ringraziarti infinitamente perchè mi sa che lo farò spesso ...
    un abbraccio
    dida

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  15. Ciao Fra Non lo conoscevo Moni Ovadia,ottima occasione per iniziare.... e neanche questo magnifico dolce... assomiglia un po' al pan d'epiece??? segno la ricetta è!!!Buona settimana

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  16. Bravissima e originale.
    Un abbraccio da Zen and the City

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  17. ciao sono arrivata qui dal blog di ester, non so cha aggiungere dopo aver letto gli ltri commenti, solo grazie per aver scritto questo post

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  18. ciao sono arrivata qui dal blog di ester, non so cha aggiungere dopo aver letto gli ltri commenti, solo grazie per aver scritto questo post

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  19. Ciao Fra, nemmeno io conoscevo Moni Ovadia prima d'ora, ma ti ringrazio per avermelo fatto scoprire!
    La torta mi piace molto, ma tu mi sai dire dove lo trovi il cardamomo a Bologna?
    Un bacio!

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  20. non dimenticare pr me vuol die da quando son mamma non riuscire a non pensare al cappottino rosso.
    ci voleva un pò di sano buonumore ebreo nel cupo ritorno annuale della shoa.

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  21. troppo forte la storia! e anche il dolce,hai proprio ragione,niente meglio del cibo conserva tradizioni e supera barriere!
    un bacio e a presto! :*

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  22. Un modo davvero originale per non dimenticare una dolorosa pagina di storia.
    Sarà un'impresa, chiudere la torta nella stagnola ed attendere per poterla gustare ...

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  23. @arietta: no certe persone non capiscono proprio. Il dolce è davvero molro profumato un bacio

    @serena: sono convinta che sarebbe proprio una bella esperienza per tuo figlio!

    @saretta: grazie tesoro, un bacio ;D

    @ciboulette: è uno spettacolo che merita davvero di essere rivisto

    @sweetcook: Moni Ovadia è un grandissimo artista, se riesci vai a vedere il suo spettacolo oppure guardati qualche spezzone su you tube ne vale davvero la pena

    @ester: il mio più grande piacere è leggere i vostri commenti...grazie davvero

    @essenza di vaniglia: grazie e mille tesoro!

    @viviana: grazie di cuore, un bacione

    @dolci a gogo: no dimenticare è un errore da non commettere mai

    @grazia: Grazie!!! bacio

    @elisabetta: grazie, arrossisco

    @dida70: come sono felice che vi sia piaciuto, questa è una grande soddisfazione!

    @maya: ammetto la mia ignoranza, non ho mai assaggiate il pain d'epiece, ma in questo dolce le spezie sono davvero protagoniste. Se lo provi dimmi se ti è piaciuto

    @kazu: grazie davvero! un abbraccio a voi

    @estrellaluz: grazie a te di essere capitata qui ed esserti fermata a leggere

    @Camo: li trovo da Naturasì

    @enza: sì il tipico cinismo e umorismo ebraico ben si sposa con il ricordo della shoa...un modo per non dimenticare, ma anche per cercare di superare una pagina così nera della storia

    @bocetta: il cibo è davvero un linguaggio internazionale e potente
    un bacio anche a te

    @lenny: praticamente impossibile ;D

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  24. Sono io che ci vedo male o non è indicata la quantità di farina?
    baci nevosi....

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