giovedì 17 giugno 2010

Welcome Singha

Diventare genitori ci rende piuttosto ridicoli. Ci troviamo alle tre del mattino, stanchi, sudati, sentendoci incredibilmente inadeguati, a cercare una qualsiasi strategia per consolare i richiami malinconici della cucciola. Guardi i suoi grandi occhioni spaventati e ti chiedi se sarai mai in grado di essere abbastanza bravo per prenderti cura di lei. Cominci a parlare una lingua strana, fatta di vezzeggiativi e diminutivi affettuosi. Ogni pappa mangiata, cacchina "santa" pulita, ogni nuova scoperta del mondo che le sta attorno, le coccole, i grattini, le sgridate e i sensi di colpa per dover anche educarla diventano improvvisamente i punti centrali della tua vita. Chiami gli amici, già esperti, per farti rassicurare. Gli inviti a pranzo* per presentargli la nuova arrivata. Sei al settimo cielo quando improvvisamente ti stupisce facendo qualcosa di nuovo, e ti sembra la cosa più bella del mondo. Rimani ora a guardarla dormire e noti ogni più piccolo cambiamento nel suo aspetto ogni giorno che passa. Le parli come se potesse capire, anzi hai la certezza che comprenda ogni singola parola. Giocare per ore diventa un imperativo imprescindibile. Ok non sarà proprio come diventare genitori, ma da quando Singha è arrivata credo di essermi davvero rincretinita ;)

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PS. l'operazione è andata molto bene. Grazie a tutti quelli che sono passati di qui per un saluto!!! Per il momento il salottino rimane ancora chiuso perchè la vista non è ancora perfetta. Ma ogni giorno va meglio e spero di tornare a scrivere presto. Un abbraccio a tutti!

*AGNELLO KORMA

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Ingredienti per 4-6 persone: 1 pezzetto di 2,5 cm circa di radice di zenzero fresca, pelata e tritata/ un cucchiaino di aglio in polvere/ 3 cucchiai di olio di sesamo/ 1 bastoncino di cannella di 2,5 cm circa/ 3 chiodi di garofano/ 3 capsule di cardamomo schiacciate/ 1 pizzico di semi di anice/ 2 cipolle pelate e tritate/ 1 mazzetto di prezzemolo tritato/ un pizzico di curcuma macinata/ 1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere/ 2 cucchiaini di passata di pomodoro/ 500 gr. di agnello disossato a cubetti/ 1 pizzico di pepe nero macinato.

Con il pestello e il mortaio, battete lo zenzero e l'aglio, fino ad ottenere un composto fine, quindi mettere da parte. Scaldate l'olio in una casseruola, aggiungete il bastoncino di cannella, i chiodi di garofano, il cardamomo, i semi di anice e le cipolle, saltate il tutto per 5 minuti, o finchè le cipolle non saranno passite (se necessario aggiungete un po' di acqua calda). Aggiungete la salsa di aglio e zenzero, il prezzemolo tritato, la curcuma, il peperoncino in polvere e la passata di pomodoro. Amalgamate bene e cuocete a fiamma bassa per 5 minuti, mescolando di tanto in tanto. Incorporate l'agnello, condite con il pepe e versate 150 ml. di acqua. Coprite e lasciate sobbollire a fuoco lento per 30 minuti, o quanto basta perchè la carne diventi tenera. Se necessario, togliete il coperchio alzate la fiamma e fate restringere il sugo a vostro piacimento.

Ringrazio la weazel per essere stata la mia vista per un po'

lunedì 7 giugno 2010

Break

La cucina è inondata dalla luce del sole, fa caldo, apro la finestra per far entrare l'aria fresca di questo sabato mattina. La tenda tirata crea un ombra piacevole nella stanza, mi siedo al tavolo di legno, accoccolandomi sulla sedia. Caffè, limonata, qualche articolo di Animals, nell'attesa che la weazel si svegli. Mi godo il silenzio delle prime ore della giornata, interrotto solo dal cinguettare dei merli che hanno fatto il nido nella grondaia. Questa mezz'ora tutta mia è un piccolo limbo prima che la giornata inizi, ha il sapore delle vacanze al mare, mi sembra quasi di poter respirare il profumo iodato delle onde. Poi la giornata inizia, la weazel si profila sulla porta della camera, la faccia ancora piena di sonno. Facciamo colazione e ci mettiamo subito al lavoro. Lui panifica, l'odore dei barillini e dei taralli si spande per tutta la casa, mescolandosi al profumo dell'impasto e del ripieno dello strudel che sto preparando. Aspettiamo che arrivino i miei genitori. Mio papà deve montarmi alcune cose in previsione dell'arrivo dei nuovi micetti ;) Ripago il servizio preparando una quantità industriale di scialatielli, cercando di coccolarli il meglio possibile.
Il pomeriggio ci dirigiamo verso il luogo di perdizione per antonomasia: la Giardineria è un susseguirsi di reparti pieni di articoli per la casa, piante, fiori e animali. Rimango a giocare per un tempo lunghissimo con un cucciolo di jack russel, immaginando la casa in campagna dei miei sogni dove realizzare la mia personale, piccola arca di Noè. La sera cala lentamente, portando un po' di vento ristoratore. Pizza e cinema diventano un appuntamento davvero molto romantico!
Anche domenica la sveglia suona presto! Primo allenamento out-door. 13 chilometri sotto un sole cocente, in mente solo il pensiero di quello che berrò arrivata a casa! Il pomeriggio passa fra le varie faccende da sbrigare prima che il solito tran tran settimanale inizi. Il pensiero si sofferma sempre di più sull'intervento di martedì. Una cavolata per sistemare la fastidiosa miopia che mi rende una piccola talpa, ma l'ansia per l'operazione si materializza in un leggero vuoto allo stomaco. Non rimane altro che compensare. Apro la scatola di latta, il profumo di mele e cannella è già un balsamo per il mio umore. Il tè freddo e aromatico scorre ghiacciato nella gola, liquido e rinfrenscante. Per un po' il mio salotto rimarrà chiuso, ma spero di lasciarvi dolcemente con queste due ricette.

STRUDEL DI MELE

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(ricetta originale: Una Montagna di Sapori, A. Kompatscher e T. Schmalzl)

Ingredienti per la "pasta matta": 125 gr di farina/ 1 cucchiaio di olio di semi di girasole (io ho usato dell'olio di sesamo) / 1 uovo piccolo (50 gr circa)/ 1 presa di sale/ 5-6- cucchiai di acqua tiepida

Ingredienti per il ripieno: 5-6 mele (Royal Gala o Boskop - io ho usato Golden e Fuji) il succo di mezzo limone / 3 cucchiai di rum/ 100 gr di zucchero / 1- 2 cucchiai di uvetta (io ho usato dei cranberries disidratati comprati in loco ;) ) / 40 gr di pinoli (io ho usato delle noci tritate grossolanamente) / 1/2 cucchiaino di cannella in polvere (abbondate!!!) / 80 gr di pan grattato

Per spennellare: 50 gr di burro fuso (usatelo tutto se no lo strudel risulterà un po' anemico)

Unite la farina con l'uovo, il sale il cucchiaio di olio e un po' di acqua (aggiungete un po' per volta) lavorando il tutto fino a attonere una pasta eleastica. Ungete con un po' di olio e mettete a riposare in frigo per 30 minnuti. Nel frattempo affettate finemente le mele, mescolate con il rum, la cannella, i cranberries, il succo di limone, lo zucchero e le noci. Togliete la pasta dal frigo e fatela stemperare per una mezz'ora. Quindi stendetela su un telo infarinato, passatevi sotto le mani con il dorso verso l'alto, sollevatela e tiratela finchè risulterà quasi trasparente. Eliminate i bordi aiutandovi con un coltello ben affilato. Ungete la pasta con il burro liquefatto e cospargetela di pan grattato. Distribuitevi sopra le mele, arrotolate il tutto aiutandovi con il telo, sigillate le estemità e ripiegatele all'insù. Spennellate con il butto fuso rimasto e infornate a 170° a forno statico per 40-45 minuti

TE' FREDDO ALLA MENTA

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(ricetta originale @ il pinguino innamorato)

Ingredienti: 1 mazzetto di menta fresca/2 cucchiai da minestra di tè gunpowder in foglia/ 8/10 cucchiai da minestra di zucchero

Vi serviranno inoltre una teiera metallica , un bicchiere di vetro e un cucchiaio o bastoncino di legno.

Riscaldate una tazza di acqua calda fino a farla bollire, versatela nella teiera e copritela..Mettete a bollire dell'acqua sufficiente per riempire la teiera ( e un po' di più, vi servirà). Mentre l'acqua arriva a bollore, lavate le foglie di menta. Quando l'acqua raggiungerà il bollore, svuotate la teiera e mettete due cucchiai da minestra pieni ( ma non troppo) di tè nella teiera. Versate un po' d'acqua nella teiera e scuotete leggermente il tè bagnato, poi versate l'acqua e ricominciate.
Questa operazione serve ad aprire le foglie del tè e a liberarle della polvere che contengono. Ripetete l'operazione fino a che il tè che fuoriesce dalla teiera non è ragionevolmente pulito ( due o tre volte bastano). Questo vi permetterà di avere un tè chiaro e pulito. Aggiungete lo zucchero a piacere. Mettere molto zucchero coprirà il tannino e vi garantirà un gusto costante. Aggiungete la menta. Versate l'acqua e mettete lascite riposare per 5 minuti. Mescolate con il bastoncino di legno per staccare lo zucchero dal fondo, poi filtrate il tutto in brocca. Conservate in frigofero.

giovedì 3 giugno 2010

Le 11,5 fatiche della Val Pusteria

La Val Pusteria ci accoglie sotto una pioggerella costante che ci accompagnarà quasi incessantemente per tutta la nostra permanenza. Le Tre Cime di Lavaredo sono cinte da una coltre di cotone lattiginoso che le avvolge come una calda sciarpa, mentre più sotto il paesaggio è un digradarsi di tonalità di verde che vanno dallo smeraldo dei boschi alle tinte quasi fluorescenti dei campi dove brucano mucche dal pelo fulvo e lungo. L' Hotel Emma è un'istituzione di Villabassa, e anche se la discendente che conduce l'impresa di famiglia sembra aver perso la squisita gentilezza con cui venivano accolti gli ospiti, l'ambiente è affascinante ed estemamente accurato. Pannelli di legno lucido e profumato, stube in maiolica decorata dai colori pastello, una piccola ma perfetta area relax, dotata di sauna e bagno turco, che risolleveranno dalla stanchezza post gara le nostre gambe affaticate. Anche le cene si rivelano confortanti, zuppe dalla cremossità a dir poco eccellente, semifreddi e strudel che sono veri e propri capolavori dolciari, pani scuri e profumati, birre che alleggeriscono la mente e rallegrano l'atmosfera. Anche tutti gli altri pasti saranno un inno alle materie prime che solo qui si possono trovare: canederli in cui il formaggio si lega allo spek in un matrimonio di sapori perfetto, rosticciata di carne al sapore di cumino accompagnata da patate speziate e crauti, gulash con polenta, frutti di bosco e gelato in cui il sapore del latte è avvolgente. Ma in realtà non siamo solo qui per godere del fantastico cibo e dell'incantevole paesaggio del Sud-Tirolo. E' la corsa che ci ha chiamato! La Cortina-Dobbiaco è alla sua 11^ edizione e quest'anno saremo anche noi tra i partecipanti. La Weazel correrà i 30 km della gara ufficiale mentre io mi limiterò a perrcorrere la distanza più breve, 11,5 km. La mattina della gara si mostra grigia, fredda e piovosa. Passo una buona ora rabbrividendo sotto le gocce gelate che piovono da un cielo gravido, le montagne completamente racchiuse nella loro muraglia di nuvole. Lo speaker continua a ripetere il count down che ci separa dall'inzio della corsa, in sottofondo musica pop anni '90 da il ritmo ai miei brividi. Guardo gli altri partecipanti sfoggiare mise che ricordano più una sfilata di carnevale che una gara sportiva e mi chiedo quanto possa risultare ridicola io avvolta in una busta di plastica!!! Poi lo starter da il via. I primi chilometri sono il solito slalomeggiare fra le altre persone per cercare di aqcuistare il mio ritmo. Ho dimenticato l'i-pod a casa e stupidi ritornelli di Britney Spears mi si inchidano nel cervello! Per fortuna nonostante il tempo non accenni a migliorare e l'idea che una qualche maledizione meterologica contraddistingua tutte le mie gare, il percorso è stupendo. Adoro gli sterrati e mi godo il poter attraversare boschi di pini e il costeggiare le rive del Lago di Landro. Corro "a sensazione", dando tutta me stessa, è una gara breve ma abbastanza dura. Il traguardo è la stazione di Dobbiaco. Ci arrivo con le mani congelate, zuppa di acqua e felice come una bimba davanti ai regali di Natale. 53'.19'', traglio il nastro virtuale registrando il mio tempo migliore. Un tè caldo e biscotti nell'attesa che anche la weazel concluda la sua gara.

Lunedì è l'ultimo giorno di vacanza. Dopo aver saggheggiato il supermercato di Villabassa acquistando ogni prodotto tipico possibile e immaginabile, ci dirigiamo verso Vipiteno.

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My creation
My creation

La perfezione dei giardini e delle strade ha qualcosa di teoutonico che rende l'atmosfera sensibilmente non familiare, mi sembra di aver passato ormai da giorni, un confine immaginario. Mi aggiro fra i negozi di articoli per la casa, attrezzatura da montagna, panifici, librerie con una sorta di febbre compulsiva da acquisto. Ne esco con un bottino ricco di cosette davvero interessanti, fra cui spiccano l'attrezzo per cucinare gli spätzle, un libro sulla cucina tipica alto atesina e il libro di Elisabetta. La vacanza è finita, scappiamo dal temporale che ci ha sorpresi per rientrare nell'afosa Bologna. Non so se riuscirei a vivere qui, ma amo la natura ancora così selvaggia che vi si trova, i sapori genuini che si possono assaggiare, il silenzio, l'aria pulita che sa di erba, fiori e alberi secolari. Presto ritornerò per qualche giorno, in previsione di un trekking! Non vedo l'ora. Intanto vi lascio con un po' di scatti e con la promessa di qulche ricetta carpita in questi giorni ;)


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mercoledì 26 maggio 2010

My soul kitchen...ovvero la cucina come terapia

Cucinare per me ha una funzione catartica. Quando sono nervosa, arrabbiata, frustata, quando la mia meteoropatia sfioria livelli così alti che ogni cosa mi sembra grigia e complicata, il semplice gesto di sfogliare i miei libri di cucina, dalle pagine alcune volte macchiate, ricoperte di bandierine colorate a segnare le mie ricette preferite o quelle che ho in mente di sperimentare o i fogli un po' ingialliti del mio quaderno dalla copertina fiorita dove appunto le ricette speciali, quelle che mi hanno conquistato e che preparo con più frequenza, diventa un rituale di rilassamento, una particolare seduta di yoga fatta di gesti misurati, per pesare, mescolare, cuocere ingredienti, e ancora mescolare, e respirare profondamente per catturare odori e vapori. La cucina si trasforma in un angolo privato dove solo il rumore della radio o della TV accompagna le mie attività. I pensieri diventano fluidi, si mescolano con i profumi del cibo, vagano su immagini di
vacanze trascorse, di luoghi visitati, di sapori gustati e si concretizzano in piatti nuovi che però si legano sempre a ricordi, a piatti già assaporati o visti o a ricette lette. Cucinare per me è memoria, tradizione, scoperta. Un'avventura che non ha mai termine, che ogni volta mi fa scoprire nuovi sapori e ingredienti, che aumenta la mia curiosità per persone e culture. E' da queste sensazioni che nascono piatti come come questo, che riuniscono le immagini, i sapori, i souvenir gastronomici, i libri di ricette, i film, i romanzi che parlano di cibo.

SCIALATIELLI AL LIMONE CON BRIOLE, CAVOLO E BOTTARGA

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Portate ad ebollizione dell'abbondante acqua, salate e cuocetevi per una decina di minuti gli scialatielli al limone (aqcuistati da Castroni durante il raid romano - devono rimanere piuttosto al dente). Nel frattempo fate soffriggere in olio extra-vergine d'oliva (io ne ho usato uno toscano profumatissimo) dei pomodori pachino. Insaporite con un pizzico di sale e di zucchero. Quando i pomodorini si saranno passiti per bene, aggiungete del ripieno avanzato dalla ricetta dei totani (o del pangrattatto insaporito con timo, salvia, origano, basilico), mandorle e pistacchi tritati, pomodorini secchi, polvere di arancia, e delle foglie di cavolfiore precedentemente cotte al vapore e sminuzzate. Colate gli scialatielli e fateli saltare nel condimento, fino a che saranno cotti. Completate con una spolverata di bottarga ( souvenir sardo).

Servite accompagnato da un bicchiere del vostro vino preferito, magari a lume di candela o guardando il tramonto dalla finestra immaginandovi di essere che desiderate di più ;)

NB: per questa ricetta non ci sono dosi, andate secondo il vostro gusto, facendovi portare dalla voglia del momento, vi garantisco che il risultato sarà assolutamente terapeutico!

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Con questa ricetta partecipo al contest di Juls, in collaborazione con Macchine Alimentari, Ricette per la Felicità

domenica 23 maggio 2010

Lemonade

L'ombra odorosa del pino marittimo si allarga dolcemente sull'acciotolato del vialettodi ingresso della Pensione Stella. Il cigolio ritmico del divano a dondolo fa da colonna sonora alle mie lettere assieme al canto leggermente paranoico degli uccelli palustri che abitano la pineta. Il bambino dalla testa a pallone fa da compagno di giochi dei miei pomeriggi estivi passati con i nonni sulla costa romagnola. Mi sono innamorata del suo bracchetto intelligente e sognatore, del suo amico Woodstock, ho sognato di giocare a baseball con i suoi amici, di festeggiare halloween aspettando il Grande Cocomero, scoprendo poi che si sarebbe trattato di una zucca, di fare una seduta di psicoterapia con Lucy, ma soprattutto avrei voluto avere una bancarella per vendere limonata!!!


Nei miei giochi solitari allestivo una vendita di un intruglio acidissimo fatto solo con limone e acqua che costringevo a far bere ai mie genitori e nonni, dopo aver trasformato il mio panchetto preferito in un vero e proprio stand con tanto di tovaglia a quadretti e cartello scritto a lettere incerte e sbilenche che recitavano LIMONATA 2 LIRE! Oggi mentre sfogliavo il libro di Laurel Evans , per la decima volta (lo adoro!!!!!) mi sono incappata nella ricetta originale di questa bevanda. Bé non ho saputo proprio resistere e nel giro di poche ore mi sono ritrovata catapultata al sapore dei ricordi della mia infanzia, ma soprattutto con raggi di sole liquidi e gelati racchiusi in una caraffa!!!

BUONA E LUMINOSA DOMENICA A TUTTI


LEMONADE

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Ingredienti: 120 gr di zucchero (io ne ho messi 100)/ 230 gr di acqua ( per lo sciroppo semplice)/ 250 ml di succo di limone (5-8 limoni)/ 1 litro di acqua fredda per diluire

Scaldate lo zucchero e l'acqua in un pentolino sul fuoco medio finché lo zucchero si è sciolto completamente. Mescolate il succo di limone e lo sciroppo in una brocca. Aggiungete acqua fredda a piacere. Mettete in frigorifero per almeno 30-40 minuti. Se la limonata dovesse risultare troppo dolce per i vostri gusti, aggiungete altro succo di limone. Servite con ghiaccio e fettine di limone.

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martedì 18 maggio 2010

La Conta delle Minne e la mia dichiarazione di amore alla Sicilia

Questa è una storia di donne. Di donne forti, sagge, pilastri silenziosi di famiglie, colonne portanti della loro vita e di quelli che le stanno attorno.
Sant'Agata nacque a Palermo nel III secolo dopo Cristo. Una figura di spicco nella sua comunità. Diaconessa poco più che ventenne sfidò il potere e l'amore malato di un proconsole romano.
Nel romanzo di Giuseppina Torregrossa, La conta delle minne, Agata racconta la sua infanzia solitaria passata nella casa dei nonni a M. un paesino vicino a Palermo, e la storia della sua famiglia, composta di donne dallo spirito forte e pragmatico e di uomini deboli e dediti al vizio, del rapporto con l'altra sua nonna, che porta il suo stesso nome e che nella cucina della sua casa Palermitana, durante la festa di Sant'Agata, nell'ombra umida del mattino, le insegna l'amore per il cibo e la ricetta per quei dolci tipici di quella festa che l'avrebbero preservata da ogni male.
Il racconto si snoda fra i ricordi e un presente sempre più vicino e in cui Agata, quella del romanzo, perde la fede in se stessa, nella Santa, in tutto ciò in cui ha creduto fino a quel momento diventando schiava di un uomo crudele, impersonificazione stereotipata del masculo siciliano. Il libro soffre u po' di questa dicotomia così drastica in cui i due primi capitoli hanno quasi il sapore del romanzo familiare della "Casa degli Spiriti" di Isabel Allende e l'amarezza del verismo de I Malavoglia verghiani e la parte finale che scade un po' nei toni di un romanzo erotico
Nel complesso La Conta delle Minne si rivela un romanzo assolutamente piacevole, in cui le descrizioni di una Sicilia passionale, dove sacro e profano si mescolano in modo unico e profondo, in cui lo Scirocco rende pazzi, e i profumi e colori sembrano più vividi e reali, sono una voce che va al di là della semplice lettura.

Ho terminato questo libro con negli occhi il profilo dell'Etna, nel naso l'odore intenso che si respira nei vicoli della Kalsa, nelle orecchie il silenzio dei chiostri di San Giovanni degli Eremiti. Non potevo fare altro che andare in cucina e preparare qualcosa di tipicamente siciliano!

TOTANI RIPIENI

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Ingredienti: 6 totani già puliti/ 250 gr di pangrattato/ 100 gr di pecorino sardo/ 50 gr di pomodorini pachino/ 2 spicchi di aglio/ 3 cucchiai di concentrato di pomodoro/ basilico/ olio, sale e peperoncino qb

In un tegame soffriggete nell'olio gli spicchi d'aglio, unite i tentacoli tagliati a pezzettini e gli scarti delle teste dei totani e fate rosolare. Aggiungete i pomodorini tagliati a cubetti, regolate di sale e lasciate insaporire per un paio di minuti. A parte mescolate il pangrattato con il pecorino grattugiato e uniteli ai tentacoli e ai pomodorini. Fate tostare per alcuni minuti. Riempite ogni totano con il ripieno e chiudete con uno stecchino per evitare che fuoriesca (riempite i totani solo a metà perché tenderanno a restringersi in cottura). Adagiate i totani in un tegame e fateli soffriggere da tutti i lati in olio d'oliva fino a che non saranno ben sigillati. Coprite con il concentrato di pomodoro diluito, precedentemente, in un bicchiere di acqua calda, aggiungete il basilico tritato, e insaporite con sale e peperoncino. Cuocete per una ventina di minuti, aggiungendo se necessario un po' di acqua calda.

NB: se dovesse avanzare del ripieno conservatelo in un barattolo di vetro o in un tupperware, potrete utilizzarlo per condire la pasta o delle verdure al forno.

venerdì 14 maggio 2010

Go Crazy

Pioggia, sole, vento, nebbia, umidità. Mi sto preparando al mio personale Diluvio Universale. Guardo le nubi gravide aspettando da un momento all'altro che da uno squarcio escano figure scheletriche, incappucciate in una coltre fumosa e a cavallo dei loro Nazgûl. Passo da stati di letargia in cui svengo letteralmente su qualsiasi superficie orizzontale mi trovi a momenti di iperattività in cui vorrei avere 180 ore a disposizione per fare tutto ciò che ho in mente. Mi sento un po' come Homer Simpson solo che in questo caso il ritornello che ho ho in testa e NO SUN NO HEAT MAKE FRANESCA CRAZY! ;) Ho voglia di mare, di sentire i raggi dorati che mi scaldano la pelle, del profumo iodato che mi svuota la mente, del colore blu perfetto del cielo che catturi il mio sguardo. Per fortuna oggi è venerdì e anche se le previsioni non sono delle migliori questo fine settimana dovrebbe riservarmi alcune belle sorprese! Intanto mi consolo cercando di portare il sole nei piatti. La temperatura consente ancora di concedersi alcuni cibi dal sapore autunnale e per me nulla ha la capacità di coccolare come un buon risotto. Questa volta, complice un acquisto fatto in Sardegna, ho optato per una preparazione veramente molto classica. Il suo profumo, il colore dorato e la delicata cremosità di questo risotto però è qualcosa di assolutamente eccezionale e la cottura a pressione lo rende veramente un piatto semplice e gustoso. Vi auguro uno splendido e luminoso fine settimana!!!

RISOTTO ALLO ZAFFERANO (in pentola a pressione)

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Le proporzioni per la cottura del riso in pentola a pressione sono: 100 gr di riso per 300 ml di liquido (brodo).

Nella pentola a pressione scaldate dell'olio extra vergine di oliva. Aggiungete della cipolla tritata sottilmente e fate soffriggere per qualche minuto (se la cipolla tende a bruciarsi aggiungete un po' di acqua calda o di brodo). Aggiungete il riso e tostatelo, mescolando continuamente, fino a che i chicchi diventano traslucidi. Sfumate con del vino bianco e aggiungete il brodo caldo. Chiudete la pentola a pressione e cuocete per sette /otto minuti dal fischio. Fate uscire il vapore dalla valvola, aprite la pentola a pressione e aggiiungete dello zafferano (io ho usato quello sardo) precedentemente disciolto in un po' di acqua calda. Mantecate con del pecorino sardo o del parmigiano reggiano.

lunedì 10 maggio 2010

Flower Sundey

Questa domenica è stata una giornata davvero stupenda. A parte il tempo ancora capriccioso, che alternava nubi minacciose di pioggia a scampoli di cielo perfettamente celeste, Bologna mi ha finalmente regalato un appuntamento molto piacevole e interessante. La settima edizione di Giardini & Terrazzi, che si tiene ogni anno in questo periodo, mi ha lasciata senza fiato. I Giardini Margherita si sono trasformati per tre giorni in una mostra a cielo aperto dove poter respirare il profumo di fiori e piante, alcune davvero incredibilmente belle e rare, di prodotti tipici e artigianali provenienti da tutta Italia (con alcuni stend riservati anche alla Provenza) e assistere alla composizione di vari spazi esterni che andavano dal più romantico stile francese, a quello giapponese a quello più contemporaneo. Anche se devo dire che i prezzi non erano dei più convenienti, la tentazione di acquistare ogni singolo oggetto esposto è stata molto forte! Mi sono persa fra archi di rose profumate, succulente dalle forme più strane e dai colori intensi, piante aeree dai fiori rubini, legni profumati, stoffe ricamate dalle sfumature lilla, bicchieri, tazze, accessori per la casa in porcellana e in legno dalle forme delicate e raffinate, vasi di creta colorata, sculture di ferro. Abbiamo assaggiato miele all'aceto balsamico, granita ai limoni di sorrento, pecorino calabra dal sapore salato e piccante, marmellata di ciliegie e mirtilli, ammirato con gli occhi e con il desiderio di assaggiare anche quelli tutti i prodotti provenienti dalle varie regioni italiani, il pesto genovese dal colore incredibilmente intenso, i dolci siciliani e napoletani, i salumi, il vino e i formaggi calabri e pugliesi. Un girotondo enogastronomico da togliere il fiato! Infine, usciti dall'esposizione, siamo stati temporaneamente bloccati dal passaggio della Millemiglia.

My creation
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Ma la cosa più importante, quella da non dimenticare assolutamente, è che domenica è stata la festa della mamma! E per festeggiare ho preparato questa mousse, da regalare alla mia mamma e alla mia nonna, due donne fantastiche, di cui non potrei davvero fare a meno. Questo dolce e per voi, per ringraziarvi per avermi insegnato a essere la persona che sono oggi.

MOUSSE DI CIOCCOLATO E CARAMELLO AL BURRO SALATO

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(ricetta originale su Dolci al caramello di Trish Deseine)

Ingredienti per 6 persone: 100 gr di zucchero/ 2 cucchiai di acqua/ 30 gr di burro salato/ 200 ml di panna fresca da montare/ 200 gr di cioccolato con il 58% di cacao, tagliato a pezzettini/ 3 uova, albumi e tuorli separati

In un pentolino fate sobbolire lo zucchero e l'acqua fino a ottenere un caramello dal colore ambrato (non mescolate mai, ma per evitare cristalli di zucchero e rendere più omogeneo il composto ruotate il pentolino di tanto in tanto). Lontano dal fuoco, unite il burro e la panna e mescolate in modo da ottenere un caramello liscio (se è necessario riportate il pentolino sulla fiamma bassa per qualche istante). Lasciate raffreddare un po' prima di aggiungere il cioccolato tagliato a pezzi. Mescolate bene e lasciate raffreddare di nuovo. Unite i tuorli. Montate gli albumi a neve e incorporate delicatamente al composto a base di cioccolato. Versate negli stampi e lasciate riposare per almeno 4-5 ore (io io inserito al centro una fragola tagliata a metà). E' ancora più buona mangiata il giorno successivo.

venerdì 7 maggio 2010

Numb

Questa settimana sono stata preda della metereopatia più acuta! Il cielo sembra dipinto da un folle, nette chiazze di celeste di alternano a stralci di nubi color piombo, cariche di pioggia. Il vento è incessante, vaporizza le gocce di acqua, solleva la polvere e i pollini, rendendo l'aria un elemento cristallino che taglia la faccia. E il mio umore, purtroppo, sembra seguire questa montagnarussa metereologica, mi sento apatica, stanca, ma allo stesso tempo il lavoro è massacrante, gli impegni si susseguono uno dietro l'altro senza sosta e il tempo da dedicare a ciò che in realtà vorrei fare si restringe sempre di più, lasciandomi frustata e arrabbiata. Ok, scusate per lo sfogo, ma di questo clima impazzito non ne posso davvero più! E poi mi dispiace davvero tanto trascurare questo mio angolo virtuale e voi che passate di qui. Le ricette in archivio e le cose che vorrei raccontarvi sono tante ma il tempo e la voglia per scrivere e pubblicare un post si esauriscono sempre di più! Vabbé smetto di lamentarmi e vi lascio con un dolce preparato qualche settimana fa in occasione del compleanno di un carissimo amico ;) Questa torta di carote mi ha davvero lasciata soddisfatta e dalla velocità in cui è stata spazzolata via credo sia piaciuta anche a chi l'ha assaggiata! Il risultato è un torta molto soffice e umida, che secondo me si può mangiare davvero in qualsiasi momento, per colazione, come merenda e anche se magari in questo caso penserei anche a un eventuale glassatura o a una crema di accompagnamento, come dessert a fine di una cena.

BUON WEEK END A TUTTI!


TORTA DI CAROTE, CIOCCOLATO E COCCO

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(ricetta tratta da I Grandi Libri degli Ingredienti - Cioccolato)


Ingredienti: 200 gr di farina 00/ 100 gr di farina di cocco/ 100 gr di zucchero vanigliato*/ 3 uova/ 150 gr di carote/ 100 gr di gocce di cioccolato fondente/ 5 cucchiai di olio di semi di sesamo/ 50 ml di latte/ ½ bustina di lievito per dolci

Nel mixer unite le uova, la farina bianca, quella di cocco, lo zucchero, l'olio di semi, il lievito e le carote tagliate a fettine. Azionate il mixer e lavorate fino a che gli ingredienti non siano ben amalgamati. Mettete il composto in una teglia imburrata e leggermente infarinata (io ne ho utilizzata una con cerniera apribile e del diametro di 18 cm). Distribuite le gocce di cioccolato su tutta la superficie della torta nel modo più omogeneo possibile. Infornate la torta a 180° per circa 30 minuti. Sformatela e sformatela quando si sarà intiepidita. Servite spolverizzata da zucchero a velo.

lunedì 3 maggio 2010

Mexican Sunday

Domenica è stata una giornata davvero splendida! Nonostante la pioggia fantozziana che ha contraddistinto anche questo week-end rovinando i nostri progetti per la grigliata organizzata per il compleanno di un nostro caro amico, siamo riusciti comunque a divertirci improvvissando all'ultimo minuto un pranzo messicano. La fortuna di avere altre persone che condividono la tua stessa passione per la cucina è qualcosa di unico. Ognuno ha portato a casa di Riki e Dessy un piatto tipico messicano. Il risultato è stato una festa davvero allegra, trascorsa fta una quantità incredibile di buon cibo e tantissime chiacchiere, tanto che alle otto di sera avremmo potuto cenare con quello che era rimasto ;) I padroni di casa ci hanno accolti con una fantastiche tortillas, del pollo piccante e una zuppa che racchiudeva un misto di sapori davvero eccezionali. Dile si è presentata con lenticchie piccanti, un profumato pane ai semi di zucca e un delizioso arroz con leche. Yoshi ha difeso la tradizione italica travolgendoci con un dolce al croccante e zabaione (una favola!!!). E io... dopo lunghe ed estenuanti ricerche ho optato per portare

SALSA GUACAMOLE
(ricetta originale di Dario Bressanini)

Ingredienti: 2 avocado/ 1 cipolla rossa/ 2 pomodori maturi/ 1 limone/ sale/ 4 peperoncini verdi/ 1 mazzetto di prezzemolo
Prendete l’avocado maturo e con un coltello affilato praticate un solco completo lungo tutto il perimetro lungo un meridiano lungo. Dovete affondare la lama del coltello sino a sentire il seme. Il frutto si dividerà in due. Con un colpo netto affondate un poco il coltello nel seme. Ora, ruotando il coltello, dovreste riuscire ad estrarre il seme senza problemi. A questo punto tenendo l'avocado nel palmo di una mano una metà di avocado, scavatelo con un cucchiaino. Schiacciate l’avocado con una forchetta e aggiungete immediatamente il succo di limone, mescolando bene. Aggiungete poi i pomodori privati dai semi e dal liquido di vegetazione e tagliati a dadini il più piccoli possible, la cipolla tritata finemente, i peperoncini puliti dai loro semi e affettati a rondelle sottilissime e il prezzemolo tritato fine. Regolate di sale. Mescolate bene tutti gli ingredientiguacamole per eliminare il più possibile le sacche d’aria

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PICO DE GALLO
(ricetta originale di Un ingeniere in cucina)

Ingredienti: 2 pomodori/ 1 cipolla/ 1 spicchio d'aglio/ 2 limoni piccoli/ 1 peperoncino/ un mazzetto di prezzemolo

Tagliate a cubetti i pomodori, tritate la cipolla, l'aglio e il prezzemolo e tagliate a pezzi il peperoncino. Unite tutti gli ingredienti in una ciotola e condite con il succo dei limoni. Mescolate per amalgamare e lasciate riposare in frigorifero per qualche ora

PANE DI MAIS

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(ricetta originale tratta dal Buon Appetito America )

Ingredienti: 200 gr di farina/ 150 gr di farina di mais7 2 cucchiaini di lievito secco/ 1/4 cucchiaino di bicarbonato di sodio/ 1 cucchiaino di sale/ 2 cucchiai di zucchero di canna/ 100 gr di mais in scatola tritato finemente/ 125 gr di yogurt bianco/125 gr di panna/ il succo di mezzo limone/ 2 uova grandi/ 100 gr di burro fuso fatto raffreddare

Scaldate il forno a 200° e imburrate una pirofila quadrata di venti centimetri e mettete da parte.
Sbattete i primi cinque ingredienti in una ciotola media e mettete da parte. In un'altra ciotola sbattete lo zucchero, il mais, lo yogurt, la panna e il succo di limone. Unite le uova e sbattete finché sono ben amalgamate. Rimarranno alcuni grumi di mais. Incorporate delicatamente gli ingredienti umidi a quelli secchi usando una spatola di silicone e versate il burro fuso. Mescolate rapidamente fino a inumidire appena gli ingredienti secchi. Non lavorateli troppo, il composto rimmarrà grumoso. Versate nella pirofila preparata e lisciate la superficie con la spatola (consiglio di fare questo procedimento con le dita unte con un po' di olio di oliva).
Cuocete finché sarà ben dorato, per 25-30 minuti, o finchè uno stecchino infilzato al centro ne uscirà pulito. Lasciatelo raffreddare nello stampo per 10 minuti prima di servire.

giovedì 29 aprile 2010

Sardegna - parte seconda

Alghero: la cinta muraria, ancora intatta, circonda la città. Un collana di pietra grigio rossastra che separa le case color pastello dalle onde smeralde del mare. Passeggiamo per le vie silenziose sotto un cielo carico di nuvole, il vento salato che brucia le guance si mescola al grido dei gabbiani. Il porto è un susseguirsi di scafi candidi, solo qualche strana imbarcazione emerge come un punto colorato fra quel'omogeneo biancore.

My creation
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Le grotte di Nettuno: queste fomazioni carsiche si trovano a poca distanza da Alghero. I 654 gradini che si snodano lungo la scogliera di roccia bianca e porosa si affacciano su uno strabiombo verticale. Il mare si infrange lungo la costa, il blu si trasforma in una vaporosa schiuma lattiginosa.
Le grotte sono uno spettacolo di merletti rocciosi. Stalagmiti, stalattiti e colonne dalla forma antropomorfica si susseguono formando uno scenario onirico. Quando si ritorna alla luce del sole la sensazione è quella di svegliarsi da un sogno, il vento asciuga la pelle mentre risaliamo la Scala del Capriolo

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Porto Cervo: questa cittadina affacciata su un mare dai riflessi cristallini e abbacinanti è una disneyword per ricchi. Stretti viottoli dai muri perfettamente bianchi, tanto da ricordare un'italica Santorini, sono un susseguirsi di vetrine di attelier dove manichini sfoggiano abiti e accessori dai prezzi proibitivi e bar dove il caffè costa più dell'oro. Scappo da questa Sardegna così fastidiosamente finta da sembrare un bel fiore di plastica piantato in un campo.

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Capo d'Orso: ci inerpichiamo lungo una scalinata ricavata nella roccia marmorea. Sotto di noi risplende il profilo della Costa Smeralda, come una diva stesa a prendere il sole. L'aria è un elemento vivo, ti afferra, si insinua fra i vestiti, scompiglia i capelli e pensieri. Il profilo dell'orso di pietra è appena accennato ma la fantasia fa il resto. Il rumore del vento diventa quasi un bramito, terra cielo e mare si confondono in una sfumatura infinita di colori.

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lunedì 26 aprile 2010

Shortbread al cardamomo e la mia cucina

Eccoci di nuovo a un altro lunedì! Come la nuvoletta di Fantozzi il week end è trascorso sotto una fastidiosa pioggerellina e oggi, tornata al lavoro, un sole beffardo splende nel cielo! Vabbè non lamentiamoci troppo, in fondo questo fine settimana di brutto tempo mi ha costretto a starmene in casina e mi ha dato il tempo di occuparmi un po’ di più della mia cucina e di tutti quei lavoretti che rimandavo da qualche tempo. Innazitutto sono riuscita a scegliere finalmente la ricetta adeguata per partecipare alla raccolta di Sandra di Un Tocco di Zenzero in collaborazione con le Fattorie Fiandino.

Già lo scorso anno avevo partecipato a questa iniziativa, avendo modo di provare con enorme sorpresa gli splendidi prodotti caseari inviatimi. Quindi quando anche questa volta sono stata contattata per testare la nuova produzione di burro salato sono stata molto felice di accettare. Pensando a come poter esaltare al massimo il gusto così particolare di questo burro sono finita a impastare dei semplicissimi biscotti. Il risultato è stato assolutamente all’altezza delle aspettative. Poter disporre di un prodotto di così alta qualità è sempre una fortuna eccezionale. Il burro delle Fattorie Fiandino è decisamente diverso per sapore e consistenza da quelli distribuiti dalle grandi marche. Solitamente non sono il tipo da fare pubblicità, ma questa volta non potevo proprio esimermi da esprimere la mia soddisfazione per aver potuto disporre di questo burro. Ok penso di essermi dilungata a sufficienza ;) ecco la ricetta con cui partecipo

SHORTBREADS AL PISTACCHIO

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Ingredienti: 8 semi di cardamomo/ 200 gr di burro salato 1889 Fattorie Fiandino (l'ingrediente segreto)/ 25 gr di riso macinato finissimo/ 240 gr di farina 00/ 75 gr di zucchero/ 60 gr di pistacchi sgusciati non salati/ 1 rosso d'uovo leggermente sbattuto

Rimuovete le bucce dei semi di cardamomo e pestateli in un mortaio fino a ottenere una polvere fine. Usando un mixer elettrico, mescolate insieme il burro, il riso macinato, la farina, il sale, il cardamomo macinato e lo zucchero (non riscaldate troppo l'impasto usando l'accortezza di frullare a intervallo). Lavorate fino a ottenere una pasta omogenea.
Versate il composto su una spianatoia, infarinatelo leggermente e lavoratelo fino a ottenere un tronchetto di circa 3-4 cm di diametro. Arrotolatelo nella pellicola da cucina e lasciatelo raffreddare in frigorifero per almeno un'ora.
Mentre la pasta si raffredda, tritate i pistacchi finemente con un coltello affilato, in modo da ottenere una granella molto fine. Spargete i pistacchi su una leccarda o un foglio di carta da forno. Spennellate il tronchetto con l'uovo sbattuto e poi passatelo sulla granella di pistacchi. Riavvolgetelo poi nella pellicola e lasciatelo riposare in frigorifero per altri 30 minuti.
Preriscaldate il forno a 150°. Togliete il tronchetto dalla pellicola e tagliatelo in rondelle di 5 mm di spessore. Stendete le rondelle su una teglia rivestita da carta da forno, lasciando uno spazio di circa 2 cm l'uno dall'altro. Spolverizzate con zucchero vanigliato.
Cuocete i biscotti per circa 20 minuti. Si dovranno dorare senza colorarsi troppo in superficie. Lasciate raffreddare gli shortbread completamente prima di chiuderli in un contenitore emetico. Si conservano circa per una settimana

Sempre complice il brutto tempo ho scattato alcune fotografie dell'angolo che amo di più della mia casa: la cucina! E' qui che si svolge gran parte della mia giornata. Assonnata faccio i primi passi verso la macchina del caffè, gli unici rumori il canto dei merli, il tubare dei piccioni e i miei versi gutturali che indicano il mio solito malumore mattutino :) E' qui che mi piace fare la maggior part e delle cose che occupano il mio tempo. Oltre a cucinare, come è ovvio che sia, spesso mi ritrovo seduta al tavolo quadrato di legno scuro, che sa di olio per mobili, a leggere, a scrivere al computer o a guardare la tv. La luce entra diretta da due ampie finestre, una delle quali da sulla terrazza di casa. Qui la weazel coltiva il suo giardinetto, dove lo costringo a piantare piante aromatiche di ogni ti po. Con queste immagini partecipo al contest "Il cuore in cucina" di Fragola e Limone.


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mercoledì 21 aprile 2010

Sardegna - parte prima

La sardegna in questa stagione è un esplosione di profumi e colori. Un alternarsi continuo di elementi che risvegliano i sensi.
Il tragitto che da Livorno ci conduce a Olbia è un pixel bianco che si muove su una tavola caleidoscopica di blu. Poi all'opprivo il profilo ceruleo della Corsica. Una linea innevata contro il cielo turchese.
San Teodoro è un piccolo nucleo di villette distribuite fra la linea netta e lucente dell'Orientale Sarda, confine fra il Tirreno e le colline verde smeraldo punteggiate dal giallo intenso degli alberi di mimosa. Macchie di fiori violetti, che ricordano i quedri dei macchiaioli, rompono la predominante verdacea, insieme al rosso delle rocce che spuntano dai declivi e che ricordano il filo che lega questa regione alla vicina Toscana, alle sue Crete, alle colline maremmane, al profumo inconfondibile dei pini marittimi e alla presenzacostante dello scampanellio del bestiame che come fiocchi di neve punteggiano i campi da qui al di là del Mediterraneo.

My creation

Corriamo verso il tramonto. Il rosa antico del cieolo che sfuma nel celeste più intenso della notte si mescola al violetto dei fiori di campo che costeggiano la strada.

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Tavolara si profila davanti a noi, dorso roccioso di una tonalità lilla polverosa, separata dalla terra dall'argenteo brillare dell'acqua. Le scarpe da corsa le lasciamo abbandonate sulla sabbiaancora tiepida, così fina e bianca da ricordare quella dei tropici. i piedi si immergono nella schiuma giacciata, sollevando schizzi evanescenti come bolle di sapone.

My creation
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La notte scende discreta, solo il canto degli uccelli notturni a tenerci compagnia.
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