venerdì 12 febbraio 2010

La sincerità del pane

Eccomi qui, alla fine la weazel è stata convinta a scrivere il suo primo post. A Bologna continua a nevicare, a volte smette e dopo alcune ore comincia a cadere una pioggia gelida. Il sole si è fatto vivo solo Sabato ed è sempre freddissimo. La corsa all’aria aperta è quindi sospesa e sono obbligato ad allenarmi in palestra, come un criceto alienato. E’ un periodo brutto. Proprio brutto. Ovunque mi volti non c’è nulla di cui essere allegri. I giovani sono trattati malissimo e devono accettare di tutto per lavorare, molti genitori di miei amici, alla soglia della pensione, sono in cassa integrazione, la mia città non ha più un Sindaco e sarà commissariata per un anno, i nostri governanti continuano a sollazzarsi con i nostri soldi. Grigio il cielo, grigio l’umore, grigio il futuro della mia città e del mio Paese. Così, per non assecondare questa spirale depressiva sono tornato, dopo una latitanza di qualche anno, alla mia grande passione per la cucina. Al contrario di Fra, che ama sperimentare cose nuove, accettare le sfide di piatti e tecniche difficili, io sono un tradizionalista. La cucina è sempre stato un rifugio, un modo per esprimere il mio amore per le persone importanti. Secondo me non è un caso che i miei cavalli di battaglia siano preparazioni lunghe, dove ci vuole pazienza, attenzione, cura. Il ragù, i risotti, il brodo…sono cose semplici da cucinare ma ci vuole grande dedizione per farli eccellenti. Da quando in casa c’è il lievito madre ho scoperto che si può applicare lo stesso concetto al pane. Il pane è la cosa più povera e più vera che ci sia. Se ti prendi cura del tuo impasto, se sei paziente e rispetti i tempi di lievitazione, se lo osservi mentre è nel forno perché non si bruci, lui sarà buonissimo e sincero. E allora ho adottato il “blobbino” e sono diventato il panettiere di casa. Impasto. Aspetto. Impasto di nuovo. Aspetto. Faccio le forme, le pieghe. Aspetto. Scaldo il forno. Aspetto. Cuocio il pane. Alla fine lo tiro fuori, l’odore ha invaso la casa, il colore è perfetto. Mi sento meno triste, meno grigio, con un po’ più di speranza. Non sempre si aspetta invano.


PANE DEL RINFRESCO

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Procedimento

Fate un primo rinfresco unendo 300 gr di pasta madre a 300 gr di farina (di cui 200 gr di farina 00 e 100 gr di Manitoba) e 150 ml di acqua a temperatura ambiente.
Impastate fino ad avere un composto omogeneo che andrà fatto lievitare per circa 3 ore
Procedete poi a un nuovo rinfresco dell’ impasto ottenuto (saranno circa 700 gr di pasta) con altrettanta farina 00 e metà peso di acqua (circa 325 ml)
Passate l'impasto su una spianatoia infarinata e dategli la forma che preferite ( io ho ricavato due filoncini). Rivestite una leccarda con carta forno, cospargetela con un po’ di farina di grano duro e adagiatevi sopra le pagnotte. Fate lievitare per altre 5 ore circa o comunque fino al raddoppio. Infornate a forno preriscaldato a 200° per 10 min, poi abbassate a 180° e proseguite la cottura per altri 15 min circa. Dopo questo tempo estraete rapidamente la teglia dal forno, sostituendola con la griglia e rimettete dentro il pane (questo serve a non farlo bruciare sotto). A questo punto calcolate altri 15 min di cui gli ultimi 5 col grill per farlo colorare ( le pagnotte dovranno apparire leggermente dorate e se picchiettate bussare a vuoto). I tempi sono indicativi e variano da forno a forno.

Le proporzioni degli ingredienti sono sempre le stesse: 300 gr del peso di pasta madre, 300 gr del peso di farina, 150 ml di acqua

16 commenti:

  1. Piace molto anche a me questa ricetta, se pur lunga con la pasta madre viene un gran buon pane e poi così non ci sono sprechi!

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  2. Bellissimo post, vero e sincero, come il pane!
    Concordo sullo spirito che tende al grigio, guardandosi attorno...ma mi compiaccio nel vedere che anche tu cerchi nel tuo piccolo un pò di calore, di tranquillità, di certezze e affetto... nel fare un pane, nel donarlo a chi si ama! :)
    ciao ragazzi!

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  3. :-)
    Molto molto bello questo post...

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  4. accidenti, ragazzi, ma io ogni volta che passo qua mi chiedo: ma dove lo trovate tutto questo tempo per cucinare?????? :)

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  5. il pane è il cibo primordiale ed è un piacere farlo con le proprie mani e curarlo con amore. brava Fra che l'hai convinto!

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  6. Un post molto profondo che fa riflettere!!!! Brava weazel!

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  7. sono conquistata dal modo di scrivere, condivido il modo di considerare questo nostro paese. son vicina a bologna e vivo con partecipazione il periodo. mi è stato fatto dono di un pezzetto di madre che sto coccolando con la paura di sbagliare e di lasciarla morire. bello scrivere. ben trovato. grazie. silvia

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  8. Il rapporto che si instaura con l'impasto e il seguire e assecondare i tempi di lievitazione, ci riportano ad una dimensione autentica, più vicina al nostro essere :))

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  9. E' vero che in questo momento siamo circondati dal grigio, il presente della nostra città è in sintonia con il grigiore che si respira nell'aria. Bologna è senza un sindaco per colpa della pigrizia dei Bolognesi, della loro paura di cambiare, non tanto colore politico, ma sembra che non si riesca a capire chi siano le persone più adatte a governare una città per farla rinascere da quel torpore che pare avvolgerla. Bologna sta soccombendo, la vita che l'ha sempre animata, le iniziative, gli eventi....dove sono finiti? Altrove, a Bologna non ci sono fermenti artistici e vitali.
    Ci auguriamo un ritorno agli antichi splendori, alle origini e il pane è ben augurante. Ci vuole pazienza, aspetteremo volentieri e lasceremo che la casa si riempia di profumi veri e semplici.
    Baci da Sabrina&LUca

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  10. Anch'io sono bolognese e non sai quanto mi ritrovi in tutto quello che hai scritto. Come te mi rifugio nel calore e nella serenità che mi regala la cucina, quella che io definisco la mia isola felice. Sei riuscito a farmi sentire il profumo di questo pane, bravo!

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  11. Un post amaro, ma molto vero... dopo il quale solo una ricetta "meditata", che ha bisogno di tempi lunghi e di amore, può aiutare a ritrovare il sorriso...

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  12. Condivido il tuo pessimismo: giovani con futuro incerto, precarietà del lavoro ( non oso pensare a quei poveretti senza salario o stipendio da mesi) politici che sghignazzano al pensiero di calamità che li renderanno ricchi...e via dicendo.... Accontetiamoci del nostro quotidiano e accontentiamoci...ma il termine è inadeguato al tuo ottimo pane!!
    Compliments

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  13. Accidenti non è stato accettato il mio commento...risprovo..
    Benvenuto Weazel!Piacere di "conoscerti" :DHai ragione, il periodo è davvero grigio piombo ma, se guardi la meraviglia racchiusa in questo pane e quel tesoro di ragazza che hai a fianco, sono certa che spunterà un sorriso e ringrazierai questa vita.
    Grazie per avermi insegnato un nuovo modo di fare il pane con la PM e..a presto!Salutami la Fra!saretta

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  14. complimenti per questo post!!! davvero splendido questo pane! ciao!

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  15. Ciao Weazel, benvenuto ;-) Sarà un caso che anche Remy per il suo primo post (qualche anno fa ormai) si sia messo ad impastare?
    Sì, hai ragione, è difficile guardarsi attorno senza sentirsi angosciati.
    E, caso più unico che raro, oggi c'è nebbia anche in Valle d'Aosta ;-)
    Kat

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