venerdì 31 luglio 2009

Un contorno insolito

Bologna si sta lentamente svuotando. Agosto è alle porte e sotto i portici riecheggiano i passi frettolosi di chi rimane in città. Piazza Maggiore è un quadrato bollente e i coppi rossi somigliano a tanti piccoli incendi sui tetti delle case. La Fontana del Nettuno si trasforma in un miraggio di acqua argentata.
Mi è sempre piaciuto rimanere qui durante questo mese. La città assume un aspetto più vivibile, niente traffico, niente code, la possibilità di girare il centro sentendosi un po' turisti. E poi ci sono i colli. Pochi chilometri di macchina e ci si può stendere all'ombra di qualche grande quercia, respirare il profumo dei fiori, giocando a riconoscere in lontananza palazzi e monumenti, sfocati dalla canicola. Da bambina agosto era il mese dei lunghi pomeriggi pieni di sole a giocare nel cortile. Ore passate a costruire casette di legno, a dare calci al pallone, a correre fino a che non si era troppo stanchi anche solo per muovere un passo. Allora si tornava verso casa per prendere qualcosa di rinfrescante. Ora purtroppo c'è il lavoro. Otto ore che sembrano interminabili, a combattere contro l'umidità dell'ufficio e la noia che rischia di farmi svenire sulla tastiera. Ma quest'anno voglio ritrovare il gusto dell'estate, del cinema all'aperto, delle grigliate con gli amici. Quell'energia che fa brillare gli occhi e che rende speciali anche le giornate che sembrano più insulse.
E intanto porto un po' di leggerezza e colore sulla mia tavola

INSALATA DI MELONE

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Ingredienti per 2 persone(ricetta originale su smitten kitchen): 250 gr di melone/ mezza cipolla rossa di tropea/ 75 gr di pinoli/ mezzo peperoncino verde fresco/ un lime/ due cucchiai di olio evo/ un cucchiaino di grani di pepe rosa/ un cucchiaino di pepe di sichuan

Eliminate la buccia e i semi del melone. Tagliate la polpa del melone e la cipolla a dadini. Eliminate i semi del peperoncino e affettatelo in sottili rondelle. In un padellino antiaderente fate tostare per alcuni minuti i pinoli. Emulsionate l'olio e il succo del lime e unite i due tipi di pepe, precedentemente ridotti in polvere con un mortaio o un macina caffè. Mettete il melone, la cipolla e il peperoncino in una ciotola e condite con l'emulsione. Mescolate e servite.


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BUON WEEK END A TUTTI!

mercoledì 29 luglio 2009

With Love

Luglio è un mese pieno di ricorrenze. Tanti miei amici compiono gli anni, ma soprattutto c'è da festeggiare il compleanno della weazel e il nostro anniversario. Quasi sempre cerchiamo di far coincidere questi due giorni speciali alle nostre vacanze per avere ogni anno un ricordo particolare e sempre diverso che li renda indimenticabili. Però in questo modo non riesco mai a preparare una cenetta speciale. Così ieri sera per addolcire il rientro dalle ferie e prendere di nuovo dimestichezza con la cucina ho preparato una semplice torta. Un dolce delicatamente profumato, arricchito dalla naturale dolcezza della frutta, ideale per iniziare la giornata o per una pausa pomeridiana. Dedicata alla persona che rende speciali tutti i giorni della mia vita, che sopporta le mie paturnie e che mi tiene a galla quando rischio di affogare.

QUATTRO QUARTI ALLE ALBICOCCHE E FIORI DI ROSMARINO

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Ingredienti: 175 gr di uova (3 uova)/ 175 gr di farina di riso/ 175 gr di burro/ 175 gr di zucchero/ 2 cucchiai di fiori di rosmarino macinati/ 3 albicocche

Fondete il burro e lasciatelo intiepidire (io lo faccio in forno a microonde). Preriscaldate il forno a 180°. In una ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero fino a che diventano chiari e spumosi. Aggiungete alternativamente e a più riprese la farina e il burro fuso, continuando a mescolare gli ingredienti. Unite i fiori di rosmarino e mescolate bene per distribuirli uniformemente nell'impasto. Montate a neve ferma gli albumi e aggiungetene un terzo all'impasto. Mescolate velocemente per ammorbidirlo e poi aggiungete a più riprese gli albumi montati incorporandoli dal basso verso l'alto per non smontarli. Lavate le albicocche. tagliatele in quattro spicchi e poi a fettine sottili. Versate l'impasto in uno stampo di 18 cm di diametro, precedentemente imburrato e infarinato. Distribuite le fettine di albicocca a raggiera affondandole delicatamente nell'impasto. Infornate e dopo circa mezz'ora abbassate la temperatura a 160°. Cuocete per altri 30 min o fino a che infilando uno stecchino nel dolce non uscirà asciutto.


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martedì 28 luglio 2009

Coming Back

Sono tornata. Rientro traumatico, ma il ricordo dell splendida vacanza appena trascorsa è ancora vivido e rasserenante. Ancora niente cucina (per la verità dobbiamo fare ancora la spesa ;P), ma ho un sacco di idee che mi frullano per la testa e non vedo l'ora di rimettermi dietro i fornelli!!
Grazie a tutti quelli che sono passati per augurarmi buon viaggio e prometto di postare al più presto il racconto e le immagini del mio incantevole Portogallo...per il momento una piccola anteprima...

sabato 11 luglio 2009

Holiday

buone ferie

-1...domani un aereo mi porterà in terra lusitana. So che saranno 15 giorni magici, ho grandi aspettative :D Però non potevo non salutarvi con un piccolo dolcino. Un muffin ultra-cioccolatoso in cui la leggera acidità delle ciliege bilancia meravigliosamente il sapore del avvolgente del cacao. L'idea è nata vedendo gli splendidi muffin di Paoletta e seguendo i consigli di Diletta

CHOCOLAT&CHERRIES MUFFIN

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Ingredienti secchi: 155 gr di farina di riso/ 100 gr di cacao amaro/1 bustina di lievito per dolci/ mezzo cucchiaino di sale/ 125 gr di zucchero vanigliato (io uso quello fatto in casa aggiungendo allo zucchero semolato una stecca di vaniglia)
Ingredienti liquidi: 1 uovo/ 240 ml di latte/ 85 gr di burro fuso e intiepidito
Per completare: 85 gr di cioccolato fondente tritato (o gocce di cioccolato)/ 30 ciliege (con nocciolo e picciolo)
Con queste dosi ho ottenuto 10 muffin
Setacciate gli ingredienti secchi in una ciotola. In un'altro contenitore sbattete leggermente l'uovo, aggiungete il latte e il burro fuso. Sbattete per amalgamare e poi versate gli ingredienti liquidi sopra quelli secchi. Mescolate con una spatola fino a che il composto è ben amalgamato, ma non troppo a lungo. non preoccupatevi se ci sono alcuni grumi. Unite il cioccolato tritato e amalgamate per distribuirlo uniformemente nell'impasto. Trasferite il composto negli stampini da muffin precedentemente imburrati. Decorate ciascun muffin con 3 ciliege, facendole affondare leggermente nell'impasto. Infornate a forno freddo e cuocete a 190° per circa 30 minuti (vale la prova stecchino)

Ecco il mio dolce saluto e se qualcuno di voi ha qualche consiglio dell'ultimo minuto su posti da visitare o locali dove fermarsi assolutamente sarò felicissima di appuntarmerlo sul mio quadernino da viaggio

BUONE VACANZE!!!

mercoledì 8 luglio 2009

Favolose Dolomiti

Arriviamo a Sesto al tramonto, mentre il sole gioca con le cime delle Dolomiti tingendo il paesaggio di una calda luce dorata. L'aria è incredibilmente fresca e pulita e le distese verdi dei campi e dei boschi riempono gli occhi con la loro placida presenza.
Ci sistemiamo in una delle tante pensioni del paese. Muri rivestiti in legno chiaro, un ampio balcone che si apre sulla valle, vasi di splendidi fiori che inondano la stanza con il loro lieve profumo. E il silenzio, quella pace che è impossibile trovare vivendo in città, che ti entra dentro spazzando via qualsiasi pensiero.
Gustiamo una cena leggera nella grande sala dell'albergo, servita dalla Signora Elga, elegantemente fasciata in uno splendido abito tirolese. Non posso fare a meno di pensare ai cartoni della mia infanzia e non mi meraviglierei se a servire il dolce fossero Haidi o Annette.

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La mattina successiva si parte presto per il trekking. La meta saranno le Tre Cime di Lavaredo. Attraversiamo boschi, inerpicandoci su per il fianco della montagna. La vegetazione è rigogliosa, splendidi fiori gialli, rosa e azzurri decorano il paesaggio roccioso, mentre nell'aria si diffonde il fresco e balsamico odore dei pini.

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Il sole scalda la pelle e si riflette abbacinante sui ghiaioni candidi, memoria di una frana di qualche decennio prima.

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La neve non si è ancora sciolta completamente e in alcuni punti disegna meravigliose architetture. Ponti di ghiaccio, gorgoglianti cascate, laghi che mostrano incredibili scale cromatiche. E' affascinante affondare la mano in quella materia bianca e gelata mentre attorno l'estate è esplosa in un tripudio di colori.

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Raggiungiamo il rifugio Comici, lasciandoci alle spalle la parte più impegnativa della passeggiata. Abbiamo coperto un dislivello di circa 800 metri e ci sediamo per qualche minuto godendo della straordinaria vista. Picchi brulli si stagliano contro il cielo. La loro geometria sfiora la perfezione, come se una mano ne avesse smussato le linee, cesellato i contorni. In alcuni punti i depositi ferrosi screzia le cime di un rosa pallido, splendide signore dalle guance imbellettate.

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La seconda tappa è il rifugio Pian di Cengia, incastonato in una forcella riparata dai venti. Bandierine di preghiera buddiste ci danno il benvenuto e il piccolo edificio di legno con gli scuri rossi ci sembra un ottimo posto dove fermarsi a pranzare. Ci sediamo a uno dei tavoli della terrazza e la Frost ghiacciata scivola delicatamente in gola. Una leggera brezza mitiga i raggi del sole, appoggio la testa contro il muro lasciando che un delizioso torpore mi attraversi il corpo. La mente è libera di volteggiare come i gracchi che solcano il cielo, senza soffermarsi su nulla in particolare. Le conversazioni dei miei compagni, le loro risate fanno da perfetta colonna musicale.

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Ci rimettiamo in marcia. Ora la strada è leggermente in discesa e in breve raggiungiamo il rifugio Locatelli.

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Le Tre Cime di Lavaredo sono uno spettacolo straordinario. Tre costoni di roccia grigia e rosa che svettano imponenti, sulle cime la neve non ha ancora ceduto alle lusinghe dell'estate. Si percepisce l'antichità di questo luogo, come la natura nei secoli abbia creato questo scenario, granello dopo granello. Queste montagne c'erano già molto prima che io nascessi e ci saranno ancora dopo la mia morte. sono una parte della nostra memoria, osservano dalla loro altezza noi piccole formiche andare e venire, con i nostri fardelli di gioie e dolori. La natura, la nostra terra è l'anello che ci unisce tutti quanti e davanti a tanta maestosità, a questi leviatani di pietra, sento di dovergli rispetto.

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Attorno a noi si cominciano a radunare gruppi di ragazzi. Domani circa 6000 persone stringeranno in un grande abbraccio queste montagne. Una manifestazione in favore dell'Africa e contro la povertà. mi piacerebbe rimanere ad assistere alla formazione di questo anello, prendere per mano la weazel per urlare ai potenti quanto sia insensato lo sfruttamento sistematico di persone e risorse, ma è tempo di tornare verso casa. Lascio su quelle cime un pezzetto di me e affronto la discesa ringraziando di aver potuto vivere questa esperienza.
Anche il secondo giorno la sveglia suona presto, ma la stanchezza che mi ha attanagliato in questi giorni è sparita. Affittiamo alcune biciclette e da San Candido ci dirigiamo verso Lienz. La ciclabile costeggia il fiume attraversando la val Pusteria. I fiori di cardo spiccano con il loro viola intenso fra il verde dell'erba, e ci divertiamo come bambini ad affrontare alcune discese a tutta velocità. Ripiegati sui manubri, il vento che sibila nelle orecchie ci sentiamo tutti dei provetti Girardengo.

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Ritorniamo a San Candido nel primo pomeriggio, la giornata è quasi terminata. Una breve passeggiata fra le vie animate da numerose bande locali e poi è il momento di tornare a Bologna.

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Le Dolomiti mi hanno rapito, giganti buoni che conservano un fascino ancestrale e che regalano una tranquillità che profuma di pulito

lunedì 6 luglio 2009

Madre del Riso

Un libro della memoria. Un diario in cui si intrecciano le voci dissonanti di una famiglia.
Malaysia, inizio novecento. E' Lakshmi a cominciare il racconto. Il suo matrimonio, l'inganno, l'inizio di una nuova vita lontana dalla madre adorata. Ma lei è forte, lei diventerà un diamante duro e brillante, pericolosamente tagliente, contro cui si infrangeranno le avversità, ma che spezzerà anche amori e amicizie. Alla sua voce si alternano quelle di suo marito Ayah e dei suoi figli. Parole che raccontano esistenze difficili, segnate dalla guerra e dal lutto. Perché sarà proprio la morte a mescolare le carte del destino e a tingere la sorte di questa famiglia di una disperazione che li terrà inevitabilmente legati l'uno all'altro. Catene fatte di colpe e accuse, ma anche di un amore malato, denso come il sangue che scorre nelle loro vene.
E mentre le pagine scorrono e i ricordi si accumulano sui nastri registrati da Anna si rimane profondamente intrappolati in questa atmosfera che profuma di manghi e cocco. Nella mente si materializzano i colori dei sari, sgargianti come piume di uccelli, delle spezie e due splendidi occhi verdi che ci accompagnano lungo il racconto. E mentre la storia si dipana, tassello dopo tassello ricomponendo il quadro spezzato, ci sentiamo come Nisha, ultima discendente di Lakshmi, depositaria di tutte queste memorie, ma priva di ricordi propri. Attraverso le registrazioni fatte dall zia, Nisha, e noi con lei, si riappropria della sua storia e della sua vita. Perché senza il passato non ci può essere futuro.

Madre del Riso è una storia così profonda da fare male. Grazie Eniko per questo regalo straordinario.


Oggi niente ricetta. Sono tornata ieri sera da un favoloso fine settimana, spero di riuscire al più presto a postare alcune foto per poter condividere un po' della pace che si respira attraversando le Dolomiti. Per il momento vi ringrazio per i vostri commenti, come sempre siete riusciti a commuovermi. Un bacione e

BUON LUNEDI'

venerdì 3 luglio 2009

Bye

E oggi si parte per questo posto incantevole.


Speriamo che il tempo sia buono. Ci si rivede lunedì con la recensione del primo libro che ho letto fra quelli ricevuti tramite il booksharing. Un bacione a tutti e buon week-end!
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