giovedì 31 luglio 2008

So Eighties

La cosa che ricordo con maggiore precisione degli anni '80 sono i cartoni animati. Tornavo a casa dall'asilo e mentre la nonna si occupava delle faccende domestiche io mi godevo un paio di ore di pura fantasia. Il tappeto grigio e ruvido, con il suo odore rassicurante di trielina, scompariva e io vagavo nella savana scappando dai bracconieri, mi perdevo su di un'isola deserta rincorrendo le scimmiette, imparavo a recitare e a giocare a pallavolo, ero il comandante di un leone meccanico...Potrei andare avanti per ore a parlare dei miei cartoni animati preferiti. Sono sempre rimasta affascinata dalle forme e dai colori che si muovevano sullo schermo, raccontando storie di amicizia e d'amore, di invidie e crudeltà. Da grande ho scoperto che molte di loro erano tratte da bellissimi romanzi o racconti.
Degli anni '80 però non ho vissuto le mode e solo più tardi ne ho scoperto la musica. Troppo piccola per indossare fuseaux di colori psicadelici, indossare giacche con spalline da far invidia ai giocatori di football e jeans attillati, guardavo la generazione dei paninari affascinata come può esserlo una bambina che osserva giovani adulti con capelli improbabili e enormi stereo sulla spalla.
Anche dal punto di vista della cucina i miei anni '80 non sono stati particolarmente segnati dalle mode. Bambina inappetente, con una nonna bravissima a cucinare, ma estremamente tradizionale nelle sue preparazioni e una mamma che invece non è mai stata la regina dei fornelli (ma ha altre grandi qualità ;P) non ho particolari ricordi dei piatti che andavano di moda in quel periodo. Così quando Sara ha lanciato la sua "sfida" ho iniziato a documentarmi, interrogando amici, parenti, la weazel, riguardando film con l'unico scopo di vedere cosa mangiavano i protagonisti. Alla fine, dopo aver scartato una serie infinita di preparazioni la mia scelta è ricaduta su questo piatto, di una semplicità quasi imbarazzante, ma che mi sembra riunisca alcuni elementi della cucina anni '80: il crudo, l'aceto balsamico e la rucola. L'esperimento è stato apprezzato dalla weazel che se ne è divorato una quantità spropositata...mi auguro piaccia anche a voi :)

BAULETTI DI CARPACCIO CON SALSA TIEPIDA ALL'ACETO BALSAMICO, MIELE E CAFFE'

Ho leggermente unto con olio extravergine di oliva e salato le fettine di carpaccio. Ho disposto su di ognuna due fettine sottilissime di parmigiano, qualche fogliolina di rucola, un pizzico di peperoncino (io ho usato una qualità mild comprata a Istanbul) un pizzico di pepe e la punta di un cucchiaino di semi di papavero. Ho ripiegato i lembi del lato lungo della fettina in modo da sigillare le estremità del bauletto e poi ho arrotolato il lato corto fino ad ottenere degli involtini. Li ho cosparsi con un filo d'olio e un po' di sale, coperti con una pellicola da cucina e messi a riposare in frigorifero. Nel frattempo ho versato in un pentolino poco meno di mezzo bicchiere di aceto balsamico. Ho unito un abbondante cucchiaio di miele di corbezzolo (se non avete questo miele a disposizione usatene uno leggermente amaragnolo) e un cucchiaino di caffè solubile. Lasciate bollire fino a che l'aceto non caramella diventando più denso. Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire. Versate la salsa tiepida sui bauletti e servite (NB con queste dosi per la salsa ho condito una decina di involtini)


martedì 29 luglio 2008

Un Contributo in Verde

Le raccolte di ricette mi piacciono molto. Le vivo come una sfida con me stessa. Comincio a documentarmi, a pensare a quali abbinamenti di gusto potrei proporre, a scervellarmi nello riadattare ricette che magari già conosco. Amo pasticciare, aggiungere, cambiare idea all'ultimo secondo e ritrovarmi con ingredienti strani che vagolano per la dispensa in cerca di autore. E poi mi piace la cura particolare che riservo all'impiattamento. Magari il risultato manco si vede, però è divertente calarsi nei panni della food design (e devo essere sincera: a volte mi sento molto fiera di quello che salta fuori). Infine mi piace sbirciare fra i vari link, vedere cosa hanno presentato gli altri blogger, segnarmi le ricette più sfiziose (ormai ho un faldone che vomita foglietti e fogliettini) gustarmi le foto più belle, cercando di analizzare lo scatto in modo da poter migliorare i miei.

Girettando in questi giorni fra i blog sono spesso incappata in ricette che partecipavano alla raccolta di Morettina. E ieri sera, ispirata da un tramonto bolognese spettacolare in preda a un raptus culinario e salutista ho tirato fuori questo bicchiere profumatissimo. La Quinoa è un cereale che si sposa benissimo con tutti i tipi di verdura, avendo un sapore estremamente delicato. Perciò sbizzarritevi pure aggiungendo tutti gli ortaggi che vi vengono in mente


QUINOA CON VERDURE E CREMA DI RUCOLA E SESAMO


Ingredienti per 2 persone: 100g di quinoa/ 200ml di acqua/1 carota/ mezza cipolla/una zucchina/ mezzo peperone/ due pugnetti di rucola/ una decina di foglie di basilico/ 3 cucchiai di semi di sesamo/ 1 spicchio d'aglio/ olio extravergine d'oliva/ parmigiano

Versate i 200ml di acqua in una pentola assieme alla quinoa. Portate a bollore, salate e cuocete circa 25 min. Nel frattempo tagliate tutte le verdure a cubetti più o meno della stessa dimensione e la cipolla a fettine sottili. Regolate di sale e fatele cuocere a fuoco medio in una larga padella con un filo d'olio. Aggiungete dell'acqua all'occorrenza. Intanto frullate con un frullatore a immersione la rucola, il basilico, un pizzico di sale, l'aglio sbucciato e privato dell'anima e i semi di sesamo, unendo l'olio a filo, fino ad ottenere una cremina. Quando la quinoa è cotta trasferitela nella padella con le verdure e unite la crema di rucola e basilico. Fate saltare per qualche istante, spegnete il fuoco e aggiungete abbondante parmigiano grattugiato. Fate intiepidire e poi trasferite nei bicchieri e servite.

domenica 27 luglio 2008

Stupore



A volte le parole non sono sufficienti. A volte capita che siano di troppo. La bellezza svuota la mente e mi ritrovo a canticchiare il motivetto di Haidi con un sorriso ebete disegnato sulla faccia. Inciampo nei sassi lungo il sentiero. Non sto guardando dove metto i piedi. Il panorama è troppo bello per distogliere lo sguardo. L'altitudine e la fatica accorciano il fiato. E giunti in cima mi accorgo che sto urlando Sono il re del mondo, come un novello Di Caprio fatto di acido.
Qui le mele sanno di mela e le mucche pascolano libere lungo i crinali. Il loro scampanare ti segue ovunque assieme al rumore incessante dell'acqua che scende dal ghiacciaio.
Gli uomini appaiono rudi, con quel loro marcato accento teutonico. Ma la loro gentilezza sorprende.
E quando lo sguardo abbraccia le vette di quei monti, zanne scure orlate di verde, a quasi tremila metri di altitudine, penso che il paradiso sia stato sparpagliato su questa terra.


Sabato scorso stavo camminando su di un sentiero sulle rive di un lago di montagna. Il sole caldo, l’aria fresca e la luce che penetrava tra le fronde degli alberi trasformavano il bosco in una mutevole tavolozza di colori. Pace assoluta. Ogni tanto gli alberi si diradavano e in lontananza si distinguevano i ghiacciai sulle vette della Val Senales. Era il contesto che avevo immaginato per meditare su me stesso e fare un bilancio di un primo stralcio di esistenza che andava in archivio. Davanti a me camminava veloce e nervosa più di un terzo della mia vita. Ogni tanto si fermava a fare una foto o a guardare ammirata una farfalla. Poi ripartiva. Non riuscivo a concentrarmi su me stesso. Dopo mezz’ora avevo rinunciato al mio “Progetto Nostalgia”. La bellezza della natura era immensa e col suo urlo potente aveva coperto qualsiasi voce interna, lasciando solo serenità. Ho capito che la mia più grande fortuna in questi anni sia stata sentirmi così moltissime volte. Vedere l’Etna innevato la vigilia di Natale dal Teatro Greco di Taormina.
La spiaggia bianca di Tortolì e il mare verde di Sardegna, in una mattina di Aprile con un gregge di pecore e nessun altro.
Il sentiero da Manarola a Monterosso.
Entrare nella Moschea Blu.
Vedere apparire dopo ore di auto la Monument Valley, e non avere più niente da dire.
Una passeggiata con un vento incredibile sulla spiaggia di Hirtshals.
Le Cliffs of Moher battuti dall’oceano in burrasca.
Lo stupore fantastico delle Grotte di Frassassi.
La spiaggia di Ostriconi.
Dormire in una tenda mignon a Land’s end con la propria ragazza e capire che starete insieme per sempre.
Venezia con la nebbia una mattina di Febbraio.
Passare sotto al Duomo di Firenze, che hai già visto decine di volte, dopo tre ore che corri e nonostante tutto stupirsi di quella cupola.
Vedere una partita allo Yankee Stadium, l’anno prossimo non ci sarà più.
Allontanarsi dai genitori e rimanere da solo con i mostri di Bomarzo.
Una messa cantata nella Cattedrale di Siviglia.
Camminare sotto la pioggia e perdersi nell’Alfama.
Il museo Pergamon, nonostante la miriade di turisti.
Fare rafting sul Fiume Colorado.
Una serata molto romantica a Port Isaac in Cornovaglia, uno dei posti più romantici del mondo.
Parigi….tutta.
Camminare sul sentiero alto dei Laghi di Plitvice e credere per un attimo che arriverete a Gran Burrone.
Guardare il sole tuffarsi nel mare dietro ad Alicudi dalle Terme di San Calogero a Lipari. La Corrida nell’Arena di Arles, vista da solo a 14 anni perché i tuoi disapprovavano l’usanza.
Sulla Julia Pfeiffer Beach a Big Sur, dopo aver percorso tutto il giorno la famosa n°1 de “Il Laureato” puoi trovare il paradiso in terra.
Tuffarsi nudo in un lago finlandese col sole di mezzanotte dopo aver fatto la sauna con un branco di omoni pieni di birra.
10 secondi nel Patio de los Arrayanes all’Alhambra in cui non c’era nessun altro turista.
San Luca, tutte le volte che ritorno a casa da qualsiasi direzione. E’ la sicurezza delle cose conosciute dopo aver esplorato il mondo.
Lo scorso week end in montagna mi sono sentito così più di una volta e guardando le foto è facile capire il perché. Nella vita spesso le cose non vanno come ti immagini, ma sono convinto che bisogna lottare e stringere i denti per questi momenti indimenticabili che il mondo lascia su di noi che ci consolano nelle difficoltà e ci spingono ad andare avanti.
la weazel

giovedì 24 luglio 2008

Un Ritorno Stellare

Eccomi di nuovo qui. Il rientro è traumatico, ma tornare al mio piccolo spazio virtuale è un grande piacere. Questo blog è diventato importante per me. Una stanzetta con una grande finestra, dove riversare i miei deliri culinari e non.
Prima di partire due ragazze fantastiche mi hanno donato dei premi. Quindi un grazie di cuore a Sweetcook che mi rifila addirittura un Oscar!!! Quindi srotolo il tappeto rosso e spolvero la mensola buona sopra il camino ;)

Questo riconoscimento premia tutti gli spazi web che si sono distinti per i loro contenuti grafici e creativita'. Il presente premio è un'idea esclusiva del Graficamania forum che ne detiene ogni diritto. Dovrei riassegnarlo ad altri cinque blog, ma preferisco dedicarlo a tutti voi, che passate di qui, lasciate un commento o semplicemente sorridete per le mie scemenze.

E ora passiamo al secondo premio...che in realtà è un piccolo meme. Viviana...curiosona...torni dal viaggio di nozze e che fai?!?!? mi inviti a un terzo grado?!?!? In realtà questo è proprio un bel regalo e quindi bando alle ciance ed ecco le mie risposte

Un colore: viola
Un numero: 3
Un libro: è una domanda insidiosa...in realtà ci sarebbero troppi titoli da inserire, capolavori che mi sono rimasti nel cuore, storie che mi hanno commosso, emozionato...va bè ci saranno altre occasioni, perciò oggi dico Il Talismano di Stephen King, un racconto poco conusciuto del maestro dell'horror
Un film: Big Fish di Tim Burton
Una pietanza: pizza e tutto ciò che è a base di molluschi
Un dessert: cannolo siciliano (a piccole dosi, perchè per me è una droga!)
Un posto: Thailandia (spero sia la meta delle mie prossime vacanze)
Un momento del giorno: il tramonto, quando il sole incendia il cielo per un ultimo istante
Blogs, chat, forum: decisamente blog
Un punto di riferimento attuale: la weazel
Un punto di riferimento storico: Leonardo da Vinci
Un punto di riferimento di fantasia: Raistlin, per chi ha mai giocato di ruolo o letto la saga delle Dragonlance capirà da questa mia risposta che ogni tanto soffro di deliri di onnipotenza ;D
Una canzone: sarà che martedì sono andata al loro concerto ma dico Hollow Man dei REM
Progetti immediati: trovare un equilibrio
Sei felice: no
Osi dire la tua età: 26

Rigiro questo meme a Bocetta una ragazza davvero dolce, che però nasconde un oscuro segreto. Il suo blog è fresco e divertente e le ricette che pubblica sono sempre molto sfiziose.
Ora che ho assolto i miei compiti vi dedico questa torta. Una pausa dolce, eccezionalmente soffice e coccolosa. Vale davvero la pena accendere il forno. La ricetta è, neanche a dirlo, di Cavoletto. Io ho solo abbassato la temperatura del forno e variato il topping. Ma il gusto di questo dolce si presta davvero a moltissime variazioni.

TOKYO CHEESECAKE


Ingredienti: 250g di philadelphia/ 6 uova/ 100ml di latte/ 60g di farina/ 50g di burro/ 20g di fecola/ 1 cucchiaio di succo di limone/ mezzo cucchiaino di cremor tartaro/ un pizzico di sale

Mescolate il philadelphia, il burro fuso, il succo di limone e il latte in modo da ottenere una cremina omogenea. Incorporate la farina, la fecola, il sale e i tuorli separati dagli albumi, e mescolare bene. Montate gli albumi a neve ferma incorporando un po' alla volta il cremor tartaro e lo zucchero. Unite, delicatamente, mescolando dal basso verso l’alto, gli albumi e poi versare tutto quanto l’impasto in uno stampo imburrato di 26cm di diametro. Infornate il tutto a 160°C per per circa mezz'ora, abbassate a 140° e cuocete per altri 40min (Cavoletto consiglia di mettere lo stampo in una teglia più grande con due dita d'acqua sul fondo. Purtroppo io ho scoperto che il mio stampo non chiude bene e quindi rischiavo che l'acqa si mescolasse all'impasto; sicuramente con procedimento descritto da Sigrid la torta acquista ulteriore morbidezza). Lasciate raffreddare. Io ho decorato con miele di erica(from Sud Tirolo) e fettine di kiwi. L'abbinamento mi è piaciuto molto. Il contrasto tra la dolcezza del miele e il sapore astringente del kiwi dà un bel carattere alla delicatezza della torta. La prossima volta (perchè ci sarà) cercherò di seguire il metodo di cottura di Cavoletto.

E mentre vi gustate la vostra fetta di cheesecake ascoltate questa splendida canzone





PS che ne dite ragazzi, me la inserite nel vostro ricettario?!?!

venerdì 18 luglio 2008

Senso dell'umorismo

In principio Dio creò il cielo e la terra. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. Dio fece il firmamento e separò le acque. Poi creò gli essere marini e gli uccelli. Popolò la terra con gli animali e infine pose a dominio di tutto ciò l’Uomo e la Donna, Adamo ed Eva. Infine Dio creò il tempo atmosferico, l’avvicendarsi delle stagioni, la pioggia e l’arsura. Ma Dio amava Adamo ed Eva. Le acque non sfociavano in tempeste e il sole non bruciava le piante, in modo che queste fossero sempre fertili e cariche di frutti. Ma Eva mangiò la mela, cadendo nella tentazione del serpente. L’Uomo e la Donna furono cacciati dal paradiso terrestre e Eva partorì con dolore. L’umanità vide la propria genesi.
Da quel momento in poi gli uomini lottarono per soggiogare la natura. Affrontarono epidemie e guerre. Crearono comunità e stati. Attraversarono i secoli costruendo e distruggendo, producendo cose sublimi e atroci. Venne il tempo della tecnologia, delle società moderne, basate sul lavoro e l’economia. Si istituì la settimana lavorativa e di conseguenza il week-end. E fu allora che Dio capì come poter divertirsi ancora un po’ con le sue piccole e pazze creature.
Così quando passate la settimana al lavoro, rinchiusi nel vostro ufficio, a guardare il cielo blu pregustando il fine settimana da trascorrere al mare o in montagna e arrivate, il venerdì, ascoltando previsioni che danno tempo in peggioramento sapete che oltre a ringraziare la sfiga, l’inquinamento, le stagioni completamente impazzite, potete volgere il vostro pensiero a quel Dio un po’ burlone che continua a divertirsi con la nostra follia

Domani si parte. Quattro giorni di completo riposo fra il Trentino, Verona e poi forse un giorno al mare. La weasel invecchia e bisogna festeggiarla coccolandola un po', se no cade in depressione. Vi lascio con una ricetta veloce, ma ricca di profumi. Una ricetta a cui sono molto affezionata, perché è uno dei cavalli di battaglia della mia nonna. Spero che la gusterete virtualmente domenica al brunch diGrazia e Cocò


POMODORI AL GRATIN

Lavate dei bei pomodori ramati, tagliateli a metà e privateli dei semi (non togliete troppa polpa). In un mixer frullate un mazzo di prezzemolo, un po' di sale e del pan grattato, versando a filo l'olio fino a che non otterrete delle briciole ben bagnate. Ricoprite la superficie dei pomodori con questo impasto e cuocete in forno caldo a 160° per circa 40 min.

mercoledì 16 luglio 2008

Identità e Regali, ovvero uno spiraglio di sole in giornate molto buie

Oggi ho deciso di andare a farmi ricostruire le unghie.
Le voglio belle lunghe e dure. Magari col french.
Si, si voglio delle fantastiche, straordinarie mani. Voglio comprarmi decine di smalti colorati. Magari uno verde, uno bianco e uno rosso. E sicuramente uno nero, che va sempre di moda. Così quando mi prenderanno le impronte digitali, l'impiegato della questura mi potrà inserire nella sua personalissima top list delle estremità migliori.
Non voglio assolutamente sfigurare quel giorno, quando insieme ai miei carissimi concittadini, rom, immigrati e tutti coloro che calpestano il sacro suolo italico andremo a fornire le nostre impronte digitali. Non voglio che si dica che una zingara ha le mani più curate delle mie. Poi devo informarmi, pensate che uno scrub possa rendere i miei dermatoglifi (perché questo è il nome scientifico) più carini?
Ah e poi ho deciso di mettermi avanti sul programma di governo. Ho deciso di farmi un nuovo tatuaggio. Un bel numero sul braccio. Dite che il prossimo anno andrà di moda?


Mi viene da vomitare. Ma nelle giornate di merda a volte splende anche un piccolo raggio di sole


Le più belle sorprese giungono inaspettate. Ieri ho festeggiato il mio NonCompleanno. Perché in questo girone dantesco, dove vagolano Qualunquiste firmate Panorama e Novella 3000, dove a guardia dei cancelli sono posti esseri che parlano idiomi sconosciuti, dove anime in pena giungono a riversare tutto il loro astio nei confronti di questo sistema corrotto, ci sono anche alcune persone speciali. Grazie ragazze. Per il regalo stupendo. E per rendere sopportabili queste otto ore infernali.
Per ora dovrete accontentarvi di un pezzo di torta virtuale, ma prometto di portarvi al più presto un estratto molto reale di questo libro.


QUADROTTI DI PESCHE AL LATTE DI MANDORLA

Ingredienti: 1,3 kg di pesche/ 160g di farina integrale/ 4 uova/ un cucchiaino di zenzero/ 1 cucchiaio di cannella/ 3 cucchiai di miele di corbezzolo/ mezzo litro di latte di mandorla/ 120 g di zucchero di canna

Sbucciate le pesche, privatele del nocciolo e tagliatele a fettine sottili. Sgusciate le uova in una ciotola, aggiungete le spezie, il miele, 100 g di zucchero e la farina setacciata. Amalgamate bene gli ingredienti, dopodiché unite a filo il latte di mandorla fino a ottenere una pastella fluida e omogenea. Unite le pesche e mescolate. Rivestite con carta forno uno stampo rettangolare di circa 30x23 cm e versatevi l'impasto preparato. Spolverizzate con lo zucchero rimasto e cuocete la torta in forno già caldo a 200° per circa 45-50 minuti. Lasciatela intiepidire e poi tagliatela a quadrotti.






domenica 13 luglio 2008

Grigliata per tutti i Cancri

La famiglia è un concetto mutevole.
Da bambina significava casa. Era tornare la sera e ritrovare mamma e papà. Era il tepore lanoso del tappeto di camera mia. I miei peluche.
A volte ti ritrovi, una sera d'estate, a vedere come la tua famiglia siano venti ragazzi attorno a una griglia, perchè senti che i loro sorrisi e le loro parole ti illuminano l'anima.
Mentre il sole tramonta sulle colline, tingendo d'oro i campi di grano appeno falciato, realizzi che la famiglia non è un'istituzione, non è solo un legame di sangue, ma è il luogo dell'anima in cui puoi riposare. Famiglia è quando un ragazzo thailandese ti abbraccia dicendoti Tu sei mia sorella. E' poter essere se stessi, con le proprie debolezze e difetti, senza paura di essere feriti. Famiglia è aver accanto lui, che mi fa volare il cuore solo guardandomi. Che rende possibile tutto ciò. Che mi permette di prendere le distanze da me e essere per una sera tutto questo. Di sentirmi parte di un gruppo. Che mi accompagna tenendomi per mano e mi mostra come io non sia sola. Famiglia, a volte, vuol dire riuscire a fare un po' pace con se stessi.
Sono stata bene. Mi sono sentita felice. Grazie alla mia famiglia. E grazie a lui, che è il mio mondo.





E per festeggiare degnamente il compleanno di tutti i cancretti presenti non poteva mancare la torta. Scopiazzata da Cavoletto (con qualche insignificante variante). Veramente eccezionale.

TORTA DI CILIEGE

Ingredienti: 500g di ciliege/ 150g di farina/ 150g di zucchero di canna/ 150 di farina di mandorle/ 120g di burro/ 3 uova/ 2 cucchiaini colmi di lievito per dolci/ per la tortiera: 1 noce di burro + zucchero di canna
Lavate e snocciolare le ciliege (se come me non avere l'apposito attrezzo usate un coltellino appuntito e mettetevi i guanti!). Lavorate il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere una crema, aggiungete la farina di mandorle. Mescolate per bene e poi unite le uova (che devono essere a temperatura ambiente), incorporandole una ad una. Aggiungete infine la farina setacciata con il lievito. Versare il composto nella tortiera (ne ho usato una di 24cm) imburrata e cosparsa con dello zucchero di canna. Disponete le ciliegie a cerchi concentrici, premendo un po’ per farle affondare nell'impasto. Infornate in forno preriscaldato a 180° per circa 35 minuti.

mercoledì 9 luglio 2008

MeMe pseudoerotico, ovvero come rovinarsi la reputazione

Letteratura e cinema sono due grande passioni. Una porta verso un mondo magico e privato. Perciò, quando Adryss mi ha invitato a questo meme, ho cominciato a scandagliare mentalmente la mia cine-biblioteca, in ricerca delle risposte. Scelta non facile. E alla fine ho seguito il cuore, perché, in fondo, si parla d'amore, no?


Il personaggio di un libro di cui potrei innamorarmi:
BALTAZAR SETTESOLI da Il Memoriale del convento di Saramago. Un uomo tutto di un pezzo. Ma capace di amare la propria donna in modo completo, totale. Di lei accetta tutto anche se non lo comprende. E' disposto a seguirla e a prendersi cura di lei. In un epoca dove era la Chiesa a santificare l'amore fra due persone, Baltazar e Blimunda consacrano il loro sentimento semplicemente giurandosi fedeltà eterna. L'unica formalità è la benedizione di un prete eretico. Si ameranno fino alla fine, anche se lontani, di un'amore fisico che brucia nelle loro anime.



Il personaggio di un film:
DREW BAYLOR (Orlando Bloom) in Elizabethtown. Ho amato questo film. Un roadtrip movie atipico. Con un velo di malinconia, ma che alla fine lascia spazio alla speranza. Il personaggio di Bloom è incasinato e con un fortissimo senso della responsabilità. Desidera affondare, ma anche essere salvato. La scena della telefonata è spettacolare, viene voglia di alzare la cornetta anche se la persona che ami è lì accanto a te.





Il personaggio di un fumetto:
questa è stata la più facile. Sono da sempre innamorata di BRUCE WAYNE, alias BATMAN. Trovo che fra i vari eroi sia il più dark, il più umano. La sua non è una ricerca di giustizia, ma di vendetta. Tormentato, ambiguo e profondamente fragile. Perché in realtà la sua parte oscura è potente e ciò lo rende estremamente affascinante. E poi è schifosamente ricco...e questo non guasta :P





Personaggio di un telefilm:
Ok e con questo mi sputtano...ho provato a fare l'intellettuale fino a questo punto, ma qui si cade sulla cotta pseudo-adolescenziale. Sì perchè il bel tenebroso di cui potrei innamorarmi e SPIKE, al secolo James Marsters, di Buffy. L'unica giustificazione che posso addurre in mio favore è che fin da piccolissima ho un'infatuazione quasi maniacale per i vampiri e che, nella serie, questo personaggio subisce una bella evoluzione. Sbruffone, al limite del ridicolo, cinico, ma in realtà sensibile tanto da riacquisire un'anima, Spike è la mia scelta...definitiva.



Passo la patata bollente (si può dire in questi giorni...) a Gio e Luca e Sabrina, perché sono proprio curiosa di vedere cosa risponderanno.
Ultima comunicazione di servizio. Da oggi potete trovare i miei deliri culinari e non anche su quarantacinqueblog.blogspot.com, un nuovo aggregatore di blog, gestito dal cordialissimo Max. Se vi interessa partecipare basta lasciare un commento o mandare una mail.
Baci Baci a tutti

lunedì 7 luglio 2008

Feelings

I primi 3 chilometri sono pura sofferenza. Il mio corpo è un diesel. I muscoli fanno fatica a prendere il ritmo e il cuore pompa troppo piano. La voglia di lasciar perdere è sempre dietro l'angolo. Mi concentro sulla musica. Sul gesto tecnico. Un piede davanti all'altro.
Lentamente la corsa diventa più fluida. L'aria riempe i polmoni. Riesco a godermi il paesaggio. Altri podisti, sudati, rossi per il sole e per lo sforzo. Il sudore evapora, lasciando una patina salata sulla pelle.
La mente si annulla. Diventa un tutt'uno con il corpo. Una meditazione indotta dalla fatica. Un'unica macchina che non ha più bisogno di intelletto per procedere. Un piede davanti all'altro.
Il sole viene filtrato dalle foglie. Pozze di luce e macchie d'ombra. Il mio occhio è una macchina fotografica. Registra la bellezza che mi circonda, che mi riempe. Mi sento bene. Mi sento leggera. Devo ricordare questa sensazione. Un piede davanti all'altro.
Affronto l'ultima salita come un ciclista. Ingrano la mia marcia, peso in avanti. Sono Pantani che affronta il Mont Ventoux. Sono Messner che si arrampica sull'Everest. Sono la strada. Sono il cielo. Sono il vento. Un piede davanti all'altro.
Giro attorno alla panchina, sulla via del ritorno. Il percorso è già segnato. Devo solo ripercorrere i miei passi, a ritroso. E quando scorgo già il muro di cinta della Certosa, il mondo mi regala un'ultima emozione. Frullio di ali, all'altezza del mio ginocchio. Una falena fugge dal giorno. Riflessi dorati e verdognoli. Corre con me, per qualche centinaio di metri, e poi devia verso il blu. Ma io sono arrivata. Il cuore riprende il suo ritmo. I muscoli si rilassano.
La corsa non è più solo attività fisica. E' uno spazio interiore, faticoso da raggiungere, ma le cose più belle si ottengono sempre con un po' di sacrificio.
Buona settimana a tutti

TORTA SOFFICE AL DULCE DE LECHE

Ingredienti: 1l di latte/ 300ml di panna/ 300g di zucchero/ 1 cucchiaino di bicarbonato/ 150g di farina/ 1 bustina di lievito/ 1 uovo

Mettete in una casseruola il latte, la panna e lo zucchero e portate a bollore, mescolando in modo che lo zucchero si sciolga. Quando vedete le prime bollicine in superficie, togliete dal fuoco e aggiungete il bicarbonato, continuando a mescolare (attenzione che il composto si gonfierà molto). Rimettete sul fuoco a fiamma bassissima e continuate la cottura fino a che il composto non si scurisce diventando color caramello (circa un'ora). Deve rimanere piuttosto liquido o non assumere l'aspetto di una crema. Spegnete e lasciate raffreddare completamente. Una volta freddo, unite al composto di latte la farina e il lievito setacciati e l'uovo leggermente sbattuto. Se volete rendere il dolce più goloso aggiungete delle gocce di cioccolato fondente. Versate il composto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata. Infornate a forno preriscaldato a 180° per 35-40 min. Giunto a cottura (vale la prova dello stecchino) lasciatelo riposare per 10 min in forno, con lo sportello leggermente aperto. Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di toglierlo dallo stampo

venerdì 4 luglio 2008

Premi, Delizie e Cotillons

Il caldo impazza e la mia pressione non è pervenuta.
Però queste giornate con il cielo blu fanno bene all'umore. Nonostante l'afa. Nonostante il mondo sia pieno di segretarie cretine (...ma questa è un'altra storia, troppo fresca per riderci su e quindi lasciamo stare) .
Fra un po' iniziano i saldi. Un altro motivo per essere di buon umore (...sempre che la suddetta segretaria cretina riesca a pagarmi 14ma e stipendio...ma lasciamo perdere)
Iniziano i week end al mare. Come non essere felici: sole, piedi nell'acqua, penniche all'ombra della pineta (...spero che alla suddetta segretaria cretina le esplodano tutti gli impianti di condizionamento)
E poi qualche giorno fa ho ricevuto un premio bellissimo da una persona straordinaria. Grazie Silvia per le tue visite quotidiane, per le parole di conforto, per i tuoi bellissimi post che hanno il potere di farmi sognare (...e di far fuggire la weazel :P)





Le regole
1) Scegliere 5 blog che sono meritevoli di tale premio per creatività, design, e materiale particolare utilizzato e che diano un contributo alla comunità dei blogger indipendentemente dalla lingua.
2) ogni premio assegnato deve avere il nome dell'autore e anche il collegamente al blog
3)ogni premiato deve esibire il premio e mettere il nome e il collegamento della persona che lo ha premiato
4)il premiato deve mostrare il collegamento al blog di ArteyPico
5)Pubblicare le regole

Lo riassegno con grande piacere a
Niki, perchè è la mia finestra su un mondo che mi ha sempre affascinato e che grazie a lei sto imparando a conoscere meglio
Aelys, perchè adoro come racconta la sua vita a SF, e fra poco aprirà un nuovo blog di cucina italiana per americani; questo premio è il mio in bocca al lupo
Fiordizucca, il cui blog è fonte di ispirazione continua, per la presentazione sempre molto curata dei piatti e perchè mi sta facendo scoprire una parte di Londra che vorrei visitare di persona
Luca&Sabrina, le cui ricette sono un concentrato di passione e soprattutto perchè hanno una playlist che è un piacere ascoltare mentre si leggono i loro post
Sere, perchè a parte le fantastiche ricette che si possono trovare sul suo sito, il video sulla preparazione del sushi è eccezionale e merita più di un premio virtuale

E ora un'altra dedica. Questo cheese cake è per Imma, per augurargli un buon blogcompleanno. I suoi racconti e ricette made USA mi accompagnano quotidianamente ed è stupendo poter cliccare sul suo nome per ritrovarsi in un altro continente. Grazie

CHEESE CAKE FRAGOLE E CAFFE'



Ingredienti per la base: 300g di Digest/ 90g di burro fuso/una spolverata di cannella

Ingredienti per il cheesecake: 425g si philadelphia/ 150g di zucchero/ 10g di fecola/ 1 tazzina di caffè/ 1 cucchiaino di sale/ 2 uova/ 45g di panna/ 200g di fragole tagliate a cubetti

Sbriciolate i biscotti nel mixer. Unite il burro fuso e la cannella e mescolate. Compattate questo composto sul fondo di una teglia tonda foderata di carta da forno. Ponete in frigo per almeno un'ora. Montate il philadelphia con una forchetta; quando assume un aspetto cremoso e sofficie aggiungete lo zucchero, la fecola, il sale e la tazzina di caffè. Incorporate i vari ingredienti poco per volta, assicurandovi che il precedente sia ben amalgamato prima di versare il successivo. Unite anche la panna e infine le fragole a cubetti. Mescolate con cura e versate il composto sopra alla base di biscotti. Infornate, nel forno già caldo a 180°, per 10 min., poi abbassate la temperatura a 150° e cuocete per 45 min circa. Trascorso questo tempo sfornate il cheesecake e fate raffreddare completamente all'interno della tortiera.

martedì 1 luglio 2008

Air Force One

A me gli aeroporti piacciono. Non come le stazioni che trovo sempre un po' deprimenti. Gli aeroporti mi ispirano un fascino irrazionale, legato all'idea del viaggio. Mi capita sempre, sia che stia partendo, sia che abbia accompagnato qualcuno, di fantasticare sulla possibilità di salire su un volo a caso, via, verso l'ignoto. Mi piace aggirarmi fra i vari negozi e duty free, osservare la gente che acquista souvenir dell'ultima ora o che cerca l'affare nascosto fra gli scaffali dei profumi. Mi incanto a guardare i gesti di chi attende con me; il modo diverso che ognuno ha per ingannare il tempo. Il ragazzo con le cuffiette, la signora che legge un libro, chi dorme, chi passeggia irrequieto. Si ha la possibilità di analizzare un congruo spaccato di umanità negli aeroporti.
Ieri sera i miei genitori tornavano da una vacanza. Volo da Djerba previsto alle 23. Calcolando il ritiro bagagli, arrivo puntualissima al Marconi; parcheggio la macchina nella sosta breve ed entro nella mal condizionata hall. Mi avvio ai voli extrashengen e nel giro di due metri mi ritrovo in Magreb. Una folla parlante arabo aspetta i parenti in rientro da Tunisia e Marocco. Mi metto a osservare i veli colorati o quelli neri e integrali di alcune donne. Le barbe degli uomini. I bambini che imitano l'atterraggio dell'aeroplano planando sul linoleum liscio della sala d'aspetto. Segni di saluto, baci, abbracci, un incessante Salam Aleikum. In tutto ciò spicca come un pugno nell'occhio la classica signora della Bologna bene. Faccia arricciata in una smorfia di semi disgusto è vestita come se fosse al Papete Beach. Vestito in lino bianco completamente traforato, tanga in vista e zeppe che metterebbero in seria difficoltà anche un trampoliere. Un sorriso si allarga dentro di me fino a che non sento cosa sta urlando dentro al cellulare:
Coooome scaricano i bagagli a mezzanotte e quaranta?!?!?
Lampadina d'allarme! In effetti guardo l'orologio. L'aereo è già atterrato da 20 minuti e di gente dal check out ne è uscita veramente poca. Ma soprattutto il maledetto display mi informa che assieme al volo dei miei genitori, ne sono atterrati altri quattro, contemporaneamente. Proprio mentre sto per cominciare a bestemmiare tutti i santi del paradiso, squilla il telefono: Mamma cell
Pronto tesoro, ci sono dei problemi con i bagagli, hanno detto che forse si fa mattina. Tuo padre sta già litigando con l'addetta che ha avuto la malaugurata idea di dirgli che poteva lamentarsi all'infinito tanto lei non lo ascoltava....
Ussignur! Ok mi metto l'anima in pace, mi siedo qui buona buonina e aspetto. Dopo un'ora e mezza, quando ormai cominciavo a ODIARE l'aeroporto e tutti coloro che mi stavano attorno, finalmente le porte si aprono e riconosco la mamma (papà si era confuso nella folla di tunisini dato che è abbronzato da far paura!). Baci e abbracci, anche alla Bea e alla Gloria, fedeli compagne di viaggio e ci avviamo verso il parcheggio. Stracarichiamo la povera Fordina che praticamente di assetta su due ruote, ma quando arriviamo alla sbarra e cerchiamo di pagare la schifosissima macchinetta ci vomita sia il biglietto che la carta di credito. Merda! non ho spostato la macchina dopo o 20 minuti e adesso siamo intrappolati. Quasi sull'orlo di una crisi di claustrofobia in un parcheggio, con l'assistenza che non risponde al citofono neanche a pagarli a peso d'oro, vediamo un altro sfigato che non passa il controllo della sfinge elettronica bastarda. Gli corriamo incontro, perché sapere che c'è un altro recluso ci rasserena un po', e scopriamo che il suo biglietto è valido, ma non ha la carta di credito per il pagamento!
E qui scatta la mariuolata di mio padre. Mi posiziono alla macchinetta con biglietto valido e la carta di credito della Bea, mio padre si incolla al culo del nostro salvatore col muso della macchina. Non appena la sbarra si alza le due macchine partono con la sgumma e ...finalmente siamo fuori!!! Ringraziamenti reciproci e infine, all'1.40 entro in casa.
che dire...BENTORNATI!
E dato che so che vi è mancata la pasta, questa la dedico a voi.

LINGUINE ALLA PSEUDO CARBONARA DI ZUCCHINE


Ingredienti x 2 persone: 180g di linguine/ 1 zucchino grande/ 8 fiori di zucca/ un uovo/ parmigiano/ sale e pepe

Mettete a bollire l'acqua per la pasta. Lavate lo zucchino e i fiori di zucca. Tagliate il primo a dadini e i fiori a striscioline, togliendo il pistillo. In una padella fate sciogliere una noce di burro e unite le zucchine. Fate cuocere a fiamma media per 10-15 min , fino a quando le zucchine non cominciano a diventare morbide, unite i fiori, salate e pepate, e continuate la cottura per altri due minuti. In una ciotolina mescolate l'uovo e parmigiano. Regolate di sale e pepe. Fate cuocere le linguine. Colatele e trasferitele nella padella con le zucchine e i fiori. Versate la crema di uovo e mescolate. Servite calde con una generosa spolverata di parmigiano.









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