mercoledì 31 dicembre 2008

AUGURI!!!!!



E così anche il 2008 sta per volare via. Un anno strano, denso di cambiamenti, dubbi, domande, progetti per il futuro che non hanno la forza di spiccare il volo. Ci sono stati momenti molto difficili. Ma anche esperienze straordinarie. Ho fatto il viaggio più bello della mia vita. Sto costruendo una nuova famiglia con la weazel, il mio mondo, il mio compagno, il mio migliore amico. Ho aperto questo blog. Non pensavo davvero che mi avrebbe dato così gioia. Invece mi ha permesso di incontrare persone eccezionali, che con la loro presenza mi danno ogni giorno calore e affetto. Di approfondire e migliorare alcune delle mie passioni. E poi il 2008 mi ha regalato alcune nuove amicizie. Preziose, importanti, ora come non mai.
Avevo iniziato questo post in modo abbastanza catastrofista (Fra-style), ma ho pensato che fosse meglio fissare su queste pagine le cose positive che ho vissuto e non quelle che mi hanno fatto soffrire. Un promemoria. L'idea che anche quando ci si sente schiacciare esiste comunque un barlume di felicità lungo il cammino. Per ricordare che non è sempre tutto nero, se riesco ad aprire gli occhi. Comincio a seguire uno dei miei propositi per il 2009. Respiro, prendo tempo, la vita scorre e forse è possibile trovare un po' di serenità.
Il mondo va male, molto male ma io posso migliorare. Anzi noi tutti possiamo. Yes, we can :)

Vi auguro davvero uno splendido 2009, con la speranza che possiate
esaudire i vostri sogni.
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lunedì 29 dicembre 2008

Here We Are...Again

E anche questo Natale è passato. Un po' in sordina, un po' sottotono, ma comunque piacevole. Il cenone in famiglia è stato bello...purtroppo niente foto del menù (sigh!, ma ho già in programma di replicare alcuni piatti perché sono venuti molto bene). Babbo Natale è stato generoso e anche se sul ripiano di cucina non fa mostra di se un fiammante Kitchen Aid, la mia Canon ringrazia per lo splendido nuovo obiettivo...La weazel, moccicante e influenzata mi ha equipaggiato per le corse in esterno, in modo che non rientri con le stalattiti penzolanti dai lobi delle orecchie!! e poi è arrivata una sorpresa direttamente da Roma...ora in frigo regna dentro due enormi barattoli un blob bianchiccio e appiccicoso: la mia stupenda e arzillissima pasta madre. Il graditissimo dono me lo ha spedito Antonella...Grazie tesoro!!!!! Per ora sto prendendo confidenza col nuovo giochino che sta moltiplicandosi a vista d'occhio (se sparisco sappiate che sono stata inglobata dal piccolo mostro!). Il primo pane non è venuto proprio benissimo, l'interno era troppo umido e compatto, ma io non desisto e stasera ci riprovo!!!!
Oggi vi lascio con una ricetta semplice e calda, che si addice alle temperature degli ultimi giorni. Gustatevela con calma, davanti a un bel film di quelli vecchi e romantici...vi assicuro che è la fine del mondo!

Polpettine e Cavolo Verza

Polpettine e Cavolo Nero

Ingredienti per 2 persone: 200g di macinato di vitello e maiale/ 40g di parmigiano/ 1 uovo/ 30g di mollica di pane ammorbidita in un goccio di latte (io ho usato del pan brioche) / sale, pepe e noce moscata q.b/ 5 foglie grandi di cavolo verza/ una cipolla/ una carota/ un sedano/ la punta di un cucchiaino di brodo vegetale in polvere

In una ciotola unite il macinato, l'uovo, il parmigiano grattugiato, la mollica di pane ben strizzata, il sale, il pepe e la noce moscata. Amalgamate bene gli ingredienti e formate delle polpettine poco più grandi di una nocciola. Passate le polpettine nella farina e mettetele da parte su un vassoio infarinato. Lavate le foglie di cavolo, eliminate la costa centrale e tagliate a listarelle di circa un centimetro. Riempite una pentola con acqua fredda (circa 2 litri), unite la carota, il sedano e la cipolla, precedentemente mondati e il cavolo. Portate a ebollizione, unite il brodo vegetale in polvere e lasciate cuocere circa 20 minuti, fino a quando le foglie di cavolo non siano morbide. A questo punto unite le polpettine, fate cuocere altri dieci minuti e servite il cavolo e le polpettine nelle fondine aggiungendo un po' di brodo.

Ah ho avuto anche un altro regalo...LA NEVE



Snow

martedì 23 dicembre 2008

Lettera di Natale

Caro Babbo Natale è da tanto che non ci sentiamo…però quest’anno ti scrivo lo stesso anche se bambina non sono più. Però non ho mica smesso di desiderare, e tanto meno di sognare. Quindi eccomi qui con i miei sogni e desideri. Non mi aspetto mica che tu li esaudisca (in fondo neanche quando ero piccola e ti chiesi per 3 anni consecutivi un fucile a pallini me lo portasti ;D) però…ecco magari le mie richieste saranno come le stelle in cielo, astri già spenti ma che continuano a brillare di una luce stupenda… Quindi, caro Babbo Natale mi piacerebbe ricevere un Kitchen Aid, perché impastare a mano mi rilassa, ma quando ho fretta sarebbe davvero un bell’aiuto, magari rossa che mi fa tanto chic! E poi mi piacerebbe tanto potermi comprare una casina vicino al mare, per me e la weazel, magari quel bel appartamentino vicino a Senigallia col balcone direttamente sulle onde… Oppure se non ti è troppo di disturbo va benissimo anche due biglietti aerei 2 per un viaggio attorno al mondo, di quelli lunghi, con lo zaino sulle spalle…nono niente alberghi di lusso e villaggi turistici ma solo la possibilità di vedere luoghi incantevoli e incontrare gente così diversa da me, che possa insegnarmi un pezzetto di vita in più…E poi Babbo Natale se tu potessi mi piacerebbe avere più tempo…perché ho bisogno di fermarmi un attimo per ripendere fiato, per rimettere ordine, per riscoprire cose che ho perso lungo il cammino. E per favore potresti fare in modo che i miei cari stessero bene, perché a dirla tutta questo è stato un periodo un po’ sfigato. E infine dato che magari hai acquisito poteri da super eroe potresti fare sparire dal mondo la gretteria, l’arroganza, l’ignoranza, la mancanza di etica, la cattiveria gratuita…che magari poi l’umanità riuscirebbe pure a risolversi i problemi da sé. E se puoi cura anche un po’ questa terra avvelenata e bistrattata che ne ha tanto bisogno. Ecco io avrei finito, lo so di non essere stata buona quest’anno, però se a caso volessi esaudire uno dei miei desideri sarebbe veramente una splendida sorpresa

L'iniziativa della lettera a Babbo Natale è di Anna Paola e prevede questo:
1) ci deve essere tutto, dai regali spirituali (sarò più buono e andrò sempre a letto presto...) ai regali materiali.
2) un regalo per il mondo
3) scegliere 5 amici a cui girare il gira-gioco
4) mettere una figura che vi piace di Babbo Natale e scrivere che l'ha lanciato Anna Paola

lo passo a Gio, Enza, Laura, Grazia e Niki. A loro e a tutti voi che passate di qui in questi giorni vi dedico la mia produzione di biscotti natalizia ;D Un bacio grandissimo


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Frollini glassati al cioccolato: ho usato la ricetta di Maurizio Santin (grazie maestro, io solitamente con la frolla ci faccio a pugni ma questa è venuta una meraviglia).
Ingredienti: 500 gr di farina/ 250 gr di burro morbido/ 140 gr di zucchero semolato /3 tuorli d’uovo + 1 uovo intero Esecuzione: impastate lentamente lo zucchero, il burro, le uova e metà della farina. Quando l’impasto inizia ad essere omogeneo aggiungete la restante farina, continuando a impastare. Lasciate riposare almeno 1 giorno prima dell’utilizzo (io l'ho congelata e poi al momento dell'utilizzo l'ho fatta scongelate in frigorifero). Per la glassatura sciogliete del cioccolato fondente a bagnomaria e spalmatelo sulla superficie dei biscotti

Chocolate crinkle cookies: la ricetta è quella collaudatissima di Cavoletto, il risultato è una certezza. Ingredienti: farina 175g/ cioccolato fondente 175g/ zucchero alla vaniglia* 150g/ burro 55g/ uova 2/ lievito per dolci mezzo cucchiaino/ sale mezzo cucchiaino/ zucchero a velo 60g Fate sciogliere, a bagno maria, il cioccolato insieme al burro. Sbattete le uova insieme allo zucchero, per due minuti, poi aggiungete il cioccolato fuso e incorporate la farina, il lievito e il sale. Quando il composto è omogeneo, mettertelo in frigorifero per almeno due ore (io l’ho lasciato tutta notte). Riprendete l’impasto, e formate delle palline di 3-4cm di diametro. Versate lo zucchero a velo in una ciotolina e passateci le palline di impasto prima di disporle su una teglia da forno rivestita con carta da forno. Con il fondo di un bicchiere schiacciate le palline in modo da ottere dei biscotti di mezzo cm di spessore, e infornare per 10-15 minuti a 180°. Lasciar raffreddare su una griglia.
(*) per ottenere lo zucchero alla vaniglia basta conservare lo zucchero in un barattolocon una stecca di vaniglia aperta nel senso della lunghezza
Per i Lemon Meltaways e gli Zimtsterne un grazie speciale alla ciliegina più brava del web. Sono davvero deliziosi.
Lemon meltaways Ingredienti: 160 g di burro morbido/ 125 g di zucchero a velo/ 1 bacca di vaniglia/ la scorza grattugiata di due limoni/2 cucchiai di succo di limone/260 g di farina 00/ 20 g di maizena/ 1 pizzico di sale/ cioccolato bianco per la glassa
Lavorate il burro con lo zucchero, le scorze di limone e i semi della vaniglia e fino a ottenere una crema omogenea; unite il succo di limone ed il sale e mescolate. Versate tutta la farina setacciata assieme alla maizena e lavorate velocemente fino a quando tutti gli ingredienti non saranno ben amalgamati. Formate con l'impasto un salsicciotto di circa 5 cm di diametro, avvolgetelo nella carta forno e lasciatelo in frigorifero tutta la notte. Preriscaldate il forno a 180°C, ricavate dall'impasto freddo tante rondelle dello spessore di circa 1 cm o poco più, sistematele su una leccarda ricoperta di carta forno e cuocete per 12 minuti. Una volta cotti, tirateli fuori dal forno e lasciateli raffreddare leggermente. Sciogliete il cioccolato bianco a bagnomaria e spalmatelo velocemente sulla superficie dei biscotti (non avendo burro di cacao al suo interno il cioccolato bianco si rapprende in fretta, al bisogno rimettetelo sul fuoco)
Zimtsterne Ingredienti: 400 g di farina di mandorle/ 200 g di zucchero a velo/2 albumi medi (circa 70 g)/1 cucchiaio di succo di limone/ 3 cucchiaini rasi di cannella in polvere/½ cucchiaino di zenzero in polvere/1 punta di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere/ 3 bacche di cardamomo/ 1 pizzico di sale
Per la glassa reale: 1 albume/200 g di zucchero a velo/1 cucchiaino di succo di limone
In una ciotola unite la farina di mandorle (se utilizzate mandorle sminuzzate riducetele a una polvere molto fine), le spezie (per il cardamomo: estraete i semi e pestateli fino a ridurli in polvere) e il sale. Montate gli albumi con le fruste, una volta diventati spumosi (non sodi) aggiungete il succo di limone e, un po’ alla volta, lo zucchero a velo; continuate a montare fino a quando il composto non sarà lucido e ben fermo. Unite la meringa agli ingredienti asciutti, un po’ per volta, avendo cura di incorporarla delicatamente; non è detto che sia necessario utilizzare tutti gli albumi, quando l’impasto risulterà sufficientemente plastico e idratato da essere lavorato senza difficoltà (toccandolo non deve appiccicarsi alle mani) avvolgete nella pellicola e lasciate riposare in frigo almeno 1 ora. Preriscaldate il forno a 150°C. Cospargete il piano di lavoro con poco zucchero a velo e stendetevi l’impasto a uno spessore di circa mezzo centimetro; con un tagliapasta a forma di stella ritagliate le stelle e sistematele su teglie ricoperte di carta forno. Cuocete per circa 12 minuti, trasferite su una griglia e lasciate raffreddare completamente. Preparate la glassa: montate l’albume, unite il succo di limone e lo zucchero setacciato e continuate a montare fino a quando la glassa non diventa lucida; aggiungete zucchero se la glassa risulta troppo liquida o alcune gocce di limone se invece sembra troppo consistente. È possibile preparare la glassa in anticipo e conservarla in frigo ben chiusa in un contenitore a chiusura ermetica per non farla asciugare. Con l’aiuto di un coltellino distribuite la glassa su ogni biscotto e lasciartela asciugare completamente (ci vorranno diverse ore).
Infine ho preparato alcuni frollini aromatizzati con scorza d'arancia candida. Semplicissimi, ma dal profumo eccezionale.

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BUON NATALE


lunedì 22 dicembre 2008

Happy Birthday Dad!

Auguri Papà

(immagine di Maria Catalina Alvarez on http://catascraft.blogspot.com/)


Creme Caramel alla Cannella

Creme Caramel alla cannella

(per la ricetta originale andate a vedere qui!)

Ingredienti per 8 persone: 500 ml di latte fresco intero/ 4 uova/ 100 g di zucchero semolato/ 2 cucchiai di cannella/ 150 g di zucchero semolato per il caramello

Versate in un pentolino il latte, aggiungetevi i due cucchiai di cannella e portate a bollore. Togliete dal fuoco e lasciate riposare 15 minuti. Nel frattempo lavorate molto lentamente le uova con lo zucchero, cercando di non incorporare aria: il composto non deve risultare montato. Se si formano delle bolliccine, sbattete la ciotola sul piano di lavoro in modo da far uscire l'aria incorporata. Preparate il caramello: versate lo zucchero in un pentolino, unitevi due cucchiai d'acqua e mettere su fuoco dolce. Non appena il caramello assume un aspetto abrato rimuovete dal fuoco e distribuite subito sul fondo di sei stampini dal crème caramel.
Filtrate il latte aromatizzato e versatelo a filo sulle uova, mescolando di continuo ma senza metterci troppa energia. Bisogna ottenere un composto piuttosto liquido e lucido, privo di aria. Lasciate raffreddare completamente e filtrate nuovamente. Riempite gli stampini con il liquido filtrato e poneteli in una teglia a sponde alte (l'acqua deve arrivare a metà stampino). Cuocete in forno preriscaldato a 130-140°C (*) per circa un'ora e mezza. Sono pronti quando la crema risulta rappresa ma ancora morbida. Lasciate raffreddare completamente prima di trasferirli in frigorifero, dove dovranno restare per almeno due o tre ore.
Consigli per la cottura: se avete tempo tenete il calore del forno piuttosto basso. Nè il composto, ne l'acqua delle teglia devono mai bollire se no i creme caramel risulteranno pieni di piccoli buchini.

Creme Caramel alla cannella

venerdì 19 dicembre 2008

Non si smette mai di imparare...

Momenti di grande apprendimento questa mattina. Ho, infatti, imparato:

1. Come si devono sentire i salmoni quando risalgono la corrente. Per provare questa interessante e pericolosa esperienza basta entrare dalla porta posteriore dell'autobus completamente ripieno di gente (e qui si comprendono le condizioni di vita delle sardine) e scoprire che l'omettitrice di biglietti si trova esattamente dall'altra parte (upgrade a grado di salmone)

2. Che il vero multiculturalismo non è non comprendere cosa dice la persona che sta parlando alle tue spalle, ma voltarti e scoprire che la suddetta persona è una vecchietta di 150 anni e che la lingua che sta parlando non è inuit ma dialetto bolognese strettissimo

3. Che in realtà gli italiani puzzano di sudore e morte alla mattina alle 7.45 non perchè hanno una scarsa conoscenza dell'igiene personale ma per fare la guerra all'odore di curry e spezie delle giacche degli immigrati (io personalmente trovo disgustosi entrambe gli odori, soprattutto prima delle 11.00, ma penso anche che sia molto più grave non lavare la propria persona che una giacca)

E dopo Educational Channel vi lascio con questa canzone...perchè ogni giorno si impara qualcosa di nuovo


martedì 16 dicembre 2008

Favola di Natale

C'era una volta una piccola fiammiferaia....mmmm mi sa che l'ha già scritta qualcuno.....
C'era una volta un principe e un povero....anche questa mi suona familiare....
C'era una volta un vecchio avaro....mannaggia anche questa è nota.
Dai riproviamo: C'era una volta una bambina, con occhi grandi e scuri e mani piccole e sottili. La bambina viveva in un paese lontano lontano, in un palazzo alto e antico. Aveva un animaletto da compagnia di indefinibile razza che amava più di ogni cosa al mondo. Ogni mattina la bambina si svegliava che faceva ancora buio, si avvoltolava nella sua gigantesca sciarpa di lana e si avventurava per le fredde strade della città. Nel periodo natalizio le lucine degli addobbi creavano complicate geometrie sul suo faccino pallido. La bambina ogni mattina si recava in un luogo buio e freddo, che in quel periodo dell'anno diventava ancora più buio e freddo. Si destreggiava fra aliti mefitici, arteriosclerosi galoppanti, ringhiosi goul e streghe in gonnella. La bambina si proteggeva dal gelo e dall'attacco dei mostri ingurgitando litri di tè caldo e facendo appello ai suoi bei ricordi. Pensava al suo splendido alberello di natale pieno di nastrini e cuoricini colorati, al pelo morbido dell'animaletto domestico, al calore del caminetto scoppiettante che allietava la cucina in quelle sere invernali. Pensava al profumo del pane appena sfornato, alla fragranza dei biscotti che invadeva le stanze. E un po' di buio fuggiva via. Alla sera poi tornava a casa, stanca e frustata, e a volte il buio la seguiva. La bambina aveva paura di non riuscire più a scrollarsi di dosso quelle tenebre, ma poi un giorno, svegliandosi si accorse di un cerchietto rosso sul calendario. Quei due numerini incorniciati la misero subito di buon umore. Svegliò l'animaletto domestico, che assonnato e brontolante la accompagnò in cucina. E mise le mani in pasta. Mescolò, tagliuzzò, affettò, infornò per ore e ore, senza sosta. Stese la tovaglia candida, sistemò il centrotavola dorato, accese le candele. E quella sera, quando raccolti attorno al tavolo vide i suoi cari affondare i denti in quei panini soffici e nelle pietanze preparate, sentì che le ombre se ne erano andate, completamente, almeno per una notte. E con questa favola comincio a postare le ricette che compariranno sulla mia tavola la notte di Natale

Panini al latte
(ricetta originale di Adriano)
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Ingredienti per circa 8 panini: 500g di manitoba/ 350g di latte intero/ 30g di burro/ mezzo cucchiaio di strutto/ mezzo cucchiaio di zucchero/ 10g di lievito di birra/ 1 cucchiaino di miele/ latte per pennellare
Mescolate in una ciotola metà del latte tiepido con il malto, il lievito e 250g di farina. Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare per circa 90 min. Quando avrà raddoppiato di volume uniate il resto del latte, metà della farina rimanente e cominciate a impastare. Aggiungete il sale e, dopo poco, quasi tutta la farina rimanente. Quando si sarà staccato dalla ciotola, ma non ancora incordato, uniate il burro non troppo morbido, lo strutto e lo zucchero. Unite l'ultimo spolvero di farina e continuate a impastare fino a che tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati e l'impasto non risulterà ben incordato (mi raccomando non aggiungete più farina di quella prevista, l'impasto risulta inizialmente appiccicoso ma durante la lavorazione si rassoda e aquista elasticità) Coprite con un canovaccio e trasferite la ciotola in un luogo tiepido (a circa 28° - io l'ho messo nel forno con la luce di cortesia accesa). Quando avrà raddoppiato di volume (circa 90 min.), rovesciate l'impasto su di un piano infarinato e date le pieghe del secondo tipo. Coprite l'impasto con la ciotola e lasciate lievitare per circa 60 min. Trascorso questo tempo dividete l'impasto in pezzi da 100g e dategli la forma di una sfera o di un filoncino, evitando possibilmente di utilizzare farina. Disponete le pagnotte su una teglia ricoperta da carta da forno distanziandole per bene, coprite con la pellicola o un canovaccio e lasciate riposare per circa una mezz'ora. A ¾ di lievitazione pennellate con il latte. A lievitazione completata pennellate nuovamente con il latte e infornate a 180° per 18 min (il pane si deve solo leggermente dorare e se picchiettato sotto deve suonare vuoto).

sabato 13 dicembre 2008

Signori e Signore Vostra Maesta' il Tortellino...e altre storie

Regalo per mamma: 30 euro

Regalo per Anna: 23 euro

Regalo per la weazel: xxx euro

...Imparare a fare i tortellini dalla nonna...Priceless...


I TORTELLINI

questa foto partecipa a http://www.tredways.org/2008/11/25/december-photo-project-2008/


Per la sfoglia: il principio base è un uovo per ogni etto di farina. Solitamente noi facciamo impasti da 5 uova e 500g di farina

Su una spianatoia formate la fontana con la farina, sguscatevi al centro le uova e impastate fino a ottenere una pasta liscia (come il sedere di un bambino) ed elastica

Per il ripieno: 150g di polpa di vitello macinata/ 100g di polpa di maiale macinata/ 80 g di mortadella macinata/ 50g di polpa di tacchino macinata/ 40g di prosciutto (non troppo salato) macinato/ 2 tuorli/ 200g di parmigiano grattuggiato/ noce moscata a piacere

Scottate in una padella la polpa di vitello, quella di maiale e il tacchino con una noce di burro. Non appena la carne prende colore spegnete la fiamma e unite la mortadella e il prosciutto, mescolate bene e lasciate raffreddare. Trasferite il misto di carni in un mixer o nel frullatore e triturate il tutto molto finemente. Mettete il macinato in una ciotola e unite il parmigiano, i tuorli e la noce moscata. Amalgamate bene con le mani per circa dieci minuti

Stendete la sfoglia molto sottile (spessore di circa un millimetro - se avete la macchina fate due giri a 1 e poi un giro per ogni scatto fino al 6). Con uno sperone ritagliate la sfoglia in quadrati di circa 1 cm di lato e mettete un po' di ripieno al centro di ogni quadrato. Prendete un quadrato di sfoglia e piegatelo a metà, formando un triangolo. Fate aderire bene la pasta sui bordi. Ora schiacciate fra indice e pollice due angoli del vostro triangolo e fateli aderire formando un occhiello facendoli girare sulla punta del mignolo. Proseguite fino a esaurimento degli ingredienti.

Il tortellino viene cotto sempre nel brodo anche qualora vogliate condirlo con la panna!


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Io venerdì ho scioperato...E sono andata in piazza... Lo trovavo giusto...però...Però mancano le idee. Un sacco di simboli obsoleti...'Bella Ciao' che apre il dibattito. Nulla di nuovo, sempre uguale da 30 anni. E se invece di continuare a urlare che il Nano Malefico è cattivo (cosa vera e pericolosa) si cominciasse a dare alla gente delle alternative reali...


mercoledì 10 dicembre 2008

E' quasi Natale

questa foto partecipa a http://www.tredways.org/2008/11/25/december-photo-project-2008/

Fervono i preparativi per l'imminente Natale. Lunedì, come tradizione vuole, io e la weazel abbiamo fatto l'albero.
Quando ero piccola, la mattina dell'otto dicembre la mamma mi imbacuccava come un uovo e insieme a papà si andava al DLF a comprare l'albero. Spesso con noi veniva anche lo zio Angelo, in fuga dalla cucina in pieno fermento della zia Enza, già impegnata a preparare sei chili di zeppole per i rispettivi fratelli. Ricordo che passavo lunghissimi minuti a passeggiare tra gli abeti esposti, inebriata da tutto quel verde così intenso e profumato. Poi veniva il momento di scegliere. Papà guardava con un misto di timore e affetto il mio ditino che si protendeva verso quello che sarebbe diventato il simbolo del nostro Natale per quell'anno, cercando di limitare le mie manie di grandezza, spiegandomi pazientemente che un albero di 2 metri e mezzo non sarebbe mai riuscito a entrare nel nostro salotto e che i vicini del piano di sopra non sarebbero stati felici di vedere sbucare una cima ricoperta di aghi e fili argentati da un buco nel loro pavimento. Alla fine si caricava la vittima designata sulla macchina e si tornava a casa giusto in tempo per evitare l'assideramento delle dita dei piedi. Si apriva la valigia grigia, scrigno in cui vengono da sempre custoditi i decori di natale. Le palle di vetro, dipinte a mano della mamma, le statuine del presepio, le strenne colorate, le lucine intermittenti e la punta di vetro azzurro con il cigno. Io sceglievo gli addobbi che più mi piacevano e con le "manine della festa" iniziavo a decorare i rami più bassi. Purtroppo per colpa di qualche folletto dispettoso una delle graziose palline andava regolarmente in frantumi fra pianti e sensi di colpa.
Ma alla fine della giornata, quando la notte scendeva fredda ad appannare i vetri, io mi sedevo davanti a quell'albero così luminoso e sbarluccicante, il mio personale caminetto, e rimanevo lì davanti dello ore a guardare lo spegnersi e l'accendersi intermittente delle luminarie.
E' quella magia che da due anni cerco di ricreare nella mia nuova casina, con la mia nuova famiglia. E quando vedo la weazel che tutta felice e saltellante appende gli addobbi all'alberello che abbiamo comprato al DLF, spostando palline e nastrini, i cuoricini di pasta di mais (grazie Kat) e fili argentati, bé mi sento immensamente fortunata!




E dopo queste melensaggini (lo so che vi si sono cariati tutti i denti) vi lascio una ricetta molto saporita, che secondo me racchiude moltissimi profumi invernali

Rigatoni Cavolo e Speck


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Ingredienti per 2 persone: 150g di rigatoni (se avete dei pizzoccheri usateli!)/ una piccola cipolla/ 2 fette spesse circa mezzo centimetro di spek/ 100g circa di cavolo rosso/ 100g circa di cavolo cappuccio/ sale e pepe qb

Lessate la pasta in abbondante acqua salata. Nel frattempo in una padella soffriggete la cipolla tritata fine in un goccio d'olio. Quando è imbiondita aggiungete lo speck ridotto a cubetti e lasciate insaporire per circa dieci minuti. Unite ora i due tipi di cavolo, precedentemente lavati e ridotti a sottili listarelle. Aggiungete un mestolo dell'acqua di cottura della pasta, coprite parzialmente con un coperchio e fate cuocere a fiamma vivace per altri dieci minuti. Aggiustate di sale e pepe. Colate la pasta al dente e fatela saltare in padella con lo speck e i cavoli per alcuni minuti. Spegnete il fuoco e mantecate con una generosa spolverata di parmigiano.


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E con questi rigatoni partecipo alla raccolta di Antonella

lunedì 8 dicembre 2008

Dolcetti per Festeggiare

Molti i motivi per festeggiare oggi. Innanzitutto il fatto che sia lunedì e me ne stia tranquillamente seduta al computer, con una tazza di latte caldo al fianco, pensando a tutte le cose che farò oggi! Che bellezza il lunedì di festa, è una di quelle cose che quasi ti riconcilia col mondo.

E poi, bè...venerdì hanno inaugurato questo negozio qui. A Bologna. Pericolosamente vicino a casa e lavoro. Libri e delicatessen. Un'accoppiata letale per le mie finanze. Mi sono limitata a un micro giretto, anche perché la folla era un muro compatto di teste, braccia, corpo difficile da attraversare. Unico bottino accaparrato dalla weasel a morsi e unghiate sono state un paio di birre belghe che aspettano degno accompagnamento. La ristrutturazione del ex Ambasciatori (storico cinema a luci rosse) è stata eseguita con grande gusto, cercando di mantenete molti degli elementi della struttura originaria. Stupendo il tetto di vetro che tende gli ambienti molto ariosi e luminosi. Non vedo l'ora di tornarci!







Infine stasera si decora l'albero! Tutte le lucine, i cuori, le palline di vetro, i regali da impacchettare e mettere attorno al vaso. E io posso ritornare bambina almeno per i prossimi 17 giorni :)
E dato che non si può festeggiare senza qualcosa di dolce, vi offro queste tortine. Cioccolato e arancia, per me uno dei gusti del Natale

Tortini Ciocco-Arancia

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Ingredienti: 180g di burro/ 180g di zucchero/ 180g di farina/ 3uova+2 tuorli/ mezzo bicchiere di latte/ 5 cucchiai di cacao amaro/ una bustina di lievito per dolci/ 2 arance biologiche

In una ciotola lavorate il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere una crema chiara e morbida. Aggiungete le uova e i tuorli uno alla volta (rompeteli prima in una ciotolina in modo che il tuorlo a contatto con lo zucchero non si coaguli), mescolando bene in modo da amalgamare il precedente prima di aggiungere il successivo. Unite la farina e il lievito setacciati e il latte. Amalgamate bene e unite il cacao amaro setacciato e infine la scorza di un'arancia. Una volta pronto l'impasto trasferitelo in stampini monoporzione (io ho usato quelli da muffin) e preriscaldate il forno a 180°. Nel frattempo pelate le arance al vivo togliendo il meglio possibile le parti bianche e amare. Tagliatele a cubetti e trasferitele in una casseruola con 5 cucchiai di zucchero e 2 di acqua. Fate cuocere a fiamma vivace per 10/15 min. Con l'aiuto di un cucchiaino prelevate qualche cubetto di arancia e adagiatelo al centro di ogni tortino. Infornate e cuocete per 30-35 min (vale la prova stecchino).


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martedì 2 dicembre 2008

Incubo di una notte di inizio dicembre

Esco dalla palestra, distrutta. I capelli scarmigliati, ancora umidi. Il traffico è congestionato, schizofrenico. Impiego quasi venti minuti per fare appena due chilometri. Intanto però mi pregusto la serata di relax, al calduccio, stravaccata sul divano.
Entro leggiadramente in casa, lancio la borsa nel corridoio e mi avvio in cucina. Appronto la cena e mentre l'acqua bolle allegramente nella pentola accendo la TV. Orrore!!! Il satellite non funziona. Un avviso su campo blu mi ricorda che il mio abbonamento non è stato rinnovato. Nooooo, disperazione e raccapriccio si impadroniscono della mia mente, immagini raccapriccianti di pacchi e ruote della fortuna, talpe e isole, grandi fratelli e amici (di chi?) si affollano davanti ai miei occhi. Rischio il collasso morale. Rivoglio i miei documentari, i miei programmi di cucina, i film d'autore, le serie dei Griffin e dei Simpson...Mi hanno tolto anche lo svago televisivo. Da oggi in poi inizia il lavaggio del cervello...

Questa era solo una previsione del futuro. Spero non si realizzi, ma un aumento del 10% sull'abbonamento di sky non è cosa da poco. Questo nuovo provvedimento è il regalo natalizio del Governo per molte famiglie italiane. La tv satellitare è ormai da alcuni anni una valida alternativa alla pessima qualità della televisione pubblica. Vasta scelta, programmazione intelligente, ottimi giornalisti e conduttori. E proprio per questo una concorrenza difficile da scalzare per i nuovi canali satellitari aperti da Mediaset. Se la preoccupazione delle istituzioni era quello di contrastare il regime monopolistico del sig. Murdoch, ritengo ci fossero procedure più adeguate per intervenire. La motivazione ufficiale addotta per spiegare questa decisione invece non convince. Come può un decreto che ha come fine un inasprimento fiscale che si ripercuote sulle finanze dei cittadini alleviare l'effetto della crisi economica? Un'inasprimento fiscale che gravando, seppur indirettamente, sul cittadino non fa altro che diminuire il suo potere d'acquisto, rallentare l'economia, in una branca, quella della televisione satellitare, che negli ultimi anni ha registrato una crescita costante. Il Governo continua a prenderci in giro, a millantare manovre per alleggerire il peso della crisi mentre in realtà continua a farsi leggi ad hoc che favoriscono solo la mente che le idea. Perché con un aumento dei prezzi degli abbonamenti Sky, il digitale terrestre diventa molto più competitivo. E qual'è l'azienda che gestisce il digitale terrestre? E a quale nome è legata questa azienda? E questa persona che carica istituzionale ricopre? E chi è che ha attuato questo inasprimento fiscale? Gente riflettete. E magari, per stasera, fatelo godendovi il vostro programma satellitare preferito, gustandovi questo semplice piatto

Branzino in insalata siciliana


Ingredienti per una persona: 2 filetti di branzino precedentemente cotto al cartoccio (o al vapore) con un mazzetto aromatico/ 1 arancia/ 1 finocchio/ 4 cipollotti/ sale&pepe bianco qb/ una manciata di prezzemolo tritato/ olio evo
Lavate il finocchio ed eliminate la parte più esterna e dura. Affettatelo sottilmente. Sbucciate l'arancia al vivo con l'aiuto di un coltello ben affilato e affettatela sottilmente. Lavate i cipollotti, eliminate le prime due foglie e affettatelo finemente. Sul piatto di portata disponete in strati il finocchio, l'arancia e le rondelle di cipollotto. Adagiatevi sopra i filetti di branzino e completate con olio, sale, pepe e prezzemolo tritato

domenica 30 novembre 2008

Una mela al giorno...

Domenica pigra. Questo tempo ispira lunghe sedute di cucina, film, chiacchiere, tisane bollenti. Riappropriarsi del proprio tempo, dei propri spazi. Non è facile per me. Le mille cose che vorrei fare si accumulano nel mio cervello, spingono e richiedono attenzione. Ogni volta che mi siedo mi sembra di stare sprecando attimi. Così però non va bene. Allora oggi la dedico alla calma. Con un po' di sforzi ho fatto tacere quelle vocette insistenti che mi facevano notare la pila di vestiti da stirare, il cumulo di fogli di ricette che mi piacerebbe provare, il tarlo che ha cominciato a scavare la strada dello stress da regali natalizi e che mi ricordava che oggi molti negozi erano aperti...Ho preso un bel respiro e un po' della tensione nelle spalle se ne è andata. Corsa stamattina, senza grandi soddisfazioni, ma con la consapevolezza che i chilometri si accumulano nelle gambe, dandomi la base per migliorare sempre un po' di più. E oggi pomeriggio qualcosa di semplice e avvolgente. Qualcosa che profumi tutta la casa. Un esorcismo contro la sera che cala gelida contro i vetri appannati. Un talismano per scacciare il pensiero del lunedì imminente. Spero che serva anche a voi...

Torta di Mele



Ingredienti: 80g di uvetta/ 4 cucchiai di acqua/ 280g di farina/ mezzo cucchiaino di cannella/ un pizzico di sale/ mezzo cucchiaino di lievito/ 1 cucchiaino abbondante di bicarbonato di sodio/ 120 ml di olio di semi di girasole/ 160g di zucchero/ mezza stecca di vaniglia/ 2 uova leggermente sbattute/ 3 mele sbucciate e tagliate a dadini di un centimetro/ 2 bianchi d'uovo/ la scorza grattugiata di un limone biologico
1. Ungete una tortiera del diametro di circa 20 cm e rivestite il bordo e il fondo con la carta forno. Mettete l'uvetta e l'acqua in un pentolino, ponetelo sul fuoco a fiamma bassa fino a che tutto il liquido non sia completamente asciugato. Lasciate raffreddare
2. Preriscaldate il forno a 170°. Mescolate assieme la cannella, il sale, il lievito, il bicarbonato in una ciotola
3. Mettete l'olio e lo zucchero in una ciotola. Dividete la stecca di vaniglia a metà per il lungo usando un coltello affilato. Estraete le bacche interne e mettetele nella ciotola. Mescolate il tutto, poi gradualmente aggiungete le uova sbattute. Il composto dovrebbe risultare liscio e denso. Aggiungete le mele a didini, l'uvetta e la scorza del limone, poi unite dolcemente gli ingredienti secchi precedentemente preparati.
4. Montate i bianchi d'uovo fino a ottenere una neve morbida. Uniteli al composto in due tempi cercando di non smontarli.
5. Versate il composto nella tortiera e livellatolo con una spatola. Cuocete il dolce per mezz'ora o fino a che introducendo uno stecchino questo non esca asciutto. Togliete la torta dal forno e lasciatela raffreddare.


martedì 25 novembre 2008

La Fabbrica del Cioccolato

Marco non aveva trovato un biglietto d'oro dentro una stecca di cioccolata. Se è per questo la sua famiglia non era neanche povera e non vivevano sicuramente in una cittadina industriale inglese fine ottocento. Ma allora - si chiedeva stringendo la mano nodosa e calda del nonno - dove caspita sono finito?
Si aggirava tra i banchi che racchiudevano luccicanti meraviglie con gli occhi sgranati, la bocca aperta e il naso pronto a carpire ogni profumo emanato da tutto quel tripudio di colori e consistenze differenti.
Devo stare sognando...è senz'altro così...stavo leggendo il mio libro...mi sono addormentato e ora mi ritrovo qui...solo che invece che in una Fabbrica sono in una specie di mercato...
Ma quei gusci croccanti, quelle tavolette di ogni forma, quelle sculture zuccherine e speziate erano pura magia. E Marco decise. Sarebbe diventato un mago anche lui.
Anni dopo, col suo bel cappello bianco sulla testa, Marco aveva realizzato il suo sogno. Ora era uno stregone, e dei più bravi. Maneggiava con maestria polveri e liquidi, dosava, pesava, dava vita a impasti informi che sotto il suo tocco diventavano opere d'arte. Ma la cosa che più gli dava piacere era l'effetto che la sua magia aveva sugli altri. Ogni tanto si affacciava alla porta del suo laboratorio per sbirciare quegli occhi estasiati, quelle labbra che si schiudevano, i denti che rompevano croste croccanti, spezzavano paste friabili, le guance risucchiate per poter godere ogni singola nota di sapore, l'espressione di pura estasi che si dipingeva sui volti e che si rinnovava a ogni morso. Marco era soddisfatto. Marco era felice. Marco era l'incantatore della Fabbrica di Cioccolato.



Sabato sono stata al CioccoShow. Piazza Maggiore profumava di cacao e cannella, incorniciata dada un abbacinante cielo terso. L'aria fredda invogliava ad avvicinarsi agli stand per godere del tepore che proveniva dalle cascate di cioccolata fusa.



Una bella manifestazione, nonostante la ressa, dove la maestria dei vari pasticceri e maitre chocolatier hanno dato vita delle opere d'arte. Unico tasto dolente: i prezzi davvero esorbitanti...però, ogni tanto, una follia ce la si può pure concedere. Vi lascio con alcune immagini nella speranza che riscaldino questo gelido martedì






domenica 23 novembre 2008

E' già Natale?!?

Nella mia famiglia il Natale è un evento fusion. Papà di origini campane, mamma emiliana. Per me ha sempre significato doppia festa :)
La sera del ventiquattro si festeggiava con parenti e amici. Cena rigorosamente a base di pesce, su cui troneggiava il brodetto della nonna e le sue capesante gratinate. A mezzanotte scambio dei regali, con mio padre, improvvisato Babbo Natale, a distribuire i pacchi.
Il pranzo del 25 invece era qualcosa di più intimo. Solo noi cinque davanti a piatti fumanti di tortellini a cui seguiva l'odiato bollito! Ma in questa commistione di tradizioni culinarie c'era un elemento immancabile che riuniva e collegava i due momenti di festa: la torta di tagliatelline della nonna. Col suo guscio friabile e la scioglievole croccantezza dell'inverno eil suo profumo di mandorle e zucchero, questo dolce è per me il simbolo gastronomico del Natale. Più del brodetto. Più dei tortellini. Perchè la torta di tagliatelline, si fa rigorosamente solo per le festività natalizie. Un po' complesso da preparare, ma di una consistenza così particolare da rubarti il cuore.


TORTA DI TAGLIATELLINE




Ingredienti per le tagliatelline: 125g di farina/ 2 uova
Su di una spianatoia disponete la farina a fontana. Sgusciate le uova al centro della fontana e cominciate a impastare. Dovrete ottenere un impasto omogeneo ed elastico. Se eventualmente risultasse troppo appiccicoso aggiungete un altro po' di farina. Quando l'impasto avrà assunto la giusta consistenza, stendetelo finemente con un mattarello, fino ad ottenere una sfoglia sottilissima (deve avere lo spessore di 1-2 mm). Riponete la sfoglia su di un canovaccio pulito e lasciatela asciugare per circa 40 min. Al tatto dovrà risultare setosa e asciutta. A questo punto arrotolate la sfoglia su se stessa e utilizzando un coltello pesante e ben affilato ricavate le tagliatelline tagliando la svoglia dal lato corto. Le tagliatelline devono avere uno spessore sottilissimo. Disponetele su un vassoio infarinato e mettete da parte




Ingredienti per il ripieno: 300g di zucchero/300g di mandorle pelate
Sminuzzate le mandorle a coltello (non utilizzare il mixer) il più fini possibile. Unitele allo zucchero e mescolate per bene in modo che le mandorle si distribuiscano bene all'interno dello zucchero




Ingredienti per la base: 220g di zucchero/ 1 uovo/ 100g di burro fuso e raffreddato/ 90g di latte/ 10 g di lievito/ 350g di farina
Su una spianatoia disponete la farina a fontana. Nel centro versate lo zucchero, l'uovo, il burro fuso, il latte e il lievito. Iniziate a impastare fino a ottenere un impasto morbido, privo di grumi e leggermente appiccicoso. Ponete l'impasto tra due fogli di carta forno e stendetelo con un mattarello, fino a ottenere un rettangolo il più regolare possibile con uno spessore di circa mezzo centimetro.

Composizione del dolce
Riscaldate il forno a 180°. Imburrate e infarinate molto bene una teglia rettangolare (circa 33x23 cm) e adagiateci l'impasto, creando un bordo di circa 3 cm. Fate un primo strato di tagliatelline senza premere troppo sulla sfoglia. Distribuite poi uno strato di zucchero e mandorle, coprendo bene le tagliatelline. Ponete alcuni fiocchetti di burro morbido sullo zucchero. Fate un altro strato di tagliatelline, di zucchero e mandorle e completate con i fiocchetti di burro. Infornate per circa 40 min. Una volta cotta con l'aiuto di un coltello sottile staccate i bordi della torta ancora calda dalla teglia, poi lasciate raffreddare completamente prima di sformarla.



Note
1. La superficie della torta deve brunirsi, ma soprattutto è importante che la pasta base sia ben cotta (vale la prova stecchino). Se la superficie tende a dorarsi troppo prima che la base si cotta coprite la torta con carta stagnola.

2. Questa torta si conserva a lungo (anche una settimana). L'unica accortezza se non la si consuma subito è di bagnarla con della mandorla amara o del brandy, ogni giorno. Bastano alcuni cucchiai distribuiti sulla superficie e la torta si mantiene fragrante per diversi giorni.



E con questa ricetta partecipo a Sapore di Sfida Dolce Natale

Ricette di Natale
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