lunedì 31 agosto 2009

Across the time

Il tempo è cambiato. Stamattina l'aria è fresca, il cielo incredibilmente terso. L'afa che gravava sulla città si è dissolta in tanti cristalli colorati. Agosto se ne va lasciandoci il ricordo delle sere calde passate a cercare un refolo di vento. E questo lunedì sembra davvero un nuovo giorno e il week end appena passato mi appare lontano milioni di anni.
Venerdì Ferrara era caotica e bollente. Il duomo illuminato svettava nella piazza gremita di persone, faro nella notte densa di voci e musica. I Buskers sono un appuntamento imperdibile. La deliziosa città estense si trasforma per una settimana in un palcoscenico per artisti internazionali. Funamboli, giocolieri e tantissimi musicisti ravvivano le sue strade creando un'atmosfera surreale. Jazz, folk, rock, musica classica...le note si accavallano in un vortice che alleggerisce. Ci sediamo sui gradoni ancora caldi di sole di Palazzo dei Diamanti e osserviamo gli ultimi stralci dell'estate.

My creation

Domenica piove. Il cielo è grigio, carico di sbuffi grigi e cerulei. Il pavimento sotto i piedi scalzi è piacevolmente fresco. Il tempo rallenta e il soffice abbraccio del divano invita a indolenti attività. Accendo il forno e la radio e canticchiando fra me e me inizio a impastare.

UVA FRAGOLA OLD FASHIONED CAKE

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Ingredienti: 1 cup di farina 00/ mezza bustina di lievito per dolci/ un cucchiaino di bicarbonato/ un pizzico di sale/ 2 cucchiai di cassis/ 5 cucchai di latte/ ½ cup di miele di castagno/ 2 uova leggermente sbattute/ 50 gr di burro fuso e raffreddato/ 1 ½ cup di acini di uva fragola/ zucchero a velo per decorare

NB per la conversione in grammi ecco il link

Preriscaldate il forno a 180°. Imburrate e infarinate una tortiera di 24 cm di diametro.
Lavate bene gli acini d'uva, tagliateli a metà ed estraete i semi, conservando in una ciotola sia la buccia che la polpa. In un'altra ciotola setacciate insieme la farina, il lievito, il bicarbonato e il sale. A parte mischiate il cassis con tre cucchiai di latte. In una ciotolina mescolate il miele con i due cucchiai di latte rimasto e versate il tutto sul cassis. Infine unite anche le uova sbattute e mescolate bene. Versate gli ingredienti liquidi su quelli secchi, aggiungete il burri fuso e amalgamate il tutto con una spatola. Versate nell'impasto anche l'uva e mescolate per distribuirla il più uniformemente possibile. Trasferite il composto nella tortiera e cuocete in forno per circa 25/30 minuti (per controllare la cottura infilate uno stuzzicadenti nel centro della torta, se esce asciutto significa che il dolce è pronto). Sfornate, lasciate raffreddare completamente e decorate con lo zucchero a velo

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Questa torta risulta molto soffice e umida. E' poco dolce ed è perfetta abbinata a un buon tè aromatico.

BUON LUNEDI'

lunedì 24 agosto 2009

Voglia di...

Questo non è stato un week end riposante....a volte penso di essere stato un inquisitore in una vita passata, solo in questo modo riesco a spiegarmi certe botte di sfiga. così oggi cerco di aggrapparmi a pensieri positivi. Guardo le croci rosse sul calendario e fantastico sulle prossime ferie. Ancora alcune settimane e poi farò ritorno in uno di quei posti che amo profondamente. Mi sembra già di sentire il vento caldo che profuma di limoni e Africa che mi accarezza la pelle. Di ammirare i tramonti sul mare cristallino e camminare fra i vicoli che profumano di cibo e storia. E per rendere questa suggestione ancora più viva preparo questo piatto fresco, nell'attesa di assaggiare l'originale qui

COUS COUS CON INSALATA DI VERDURE

Cous cous con insalata di verdure

Ingredienti per due persone: 100 gr di cous cous/ 1 peperone verde/ 1 cipolla tropea/ 20 pomodori ciliegia/ 1 cetriolo/ fagioli borlotti (io ho usato quelli in scatola, ma se avete un po' di tempo usati quelli freschi ora che è stagione)/ 3 cucchiai di tahin/ 2 cucchiai di olio/ un mazzetto di basilico

Mettete a bollire 120 gr di acqua leggermente salata. Nel frattempo lavate e mondate le verdure. Affettate il peperone a listarelle e la cipolla a fettine e tagliate i pomodori e il cetriolo a dadini. Scolate i borlotti e lavateli sotto l'acqua cottente. Unite le verdure e i fagioli in una ciotola e conditele con il tahin, un cucchiaio d'olio e il basilico spezzettato. Mescolate bene in modo che tutte le verdure siano ben ricoperte di condimento (se necessario potete aggiungere un altro po' di olio e tahin).
Quando l'acqua bolle, mettete il cous cous in una ciotola e versateci sopra l'acqua bollente ( in generale l'acqua deve coprirlo completamente e superare il livello del cous cous di circa un centimetro. Coprite con un piatto e lasciate riposare per 5/8 minuti. Trascorso queso tempo l'acqua dovrebbe essere stata completamente assorbita. Versate un cucchiaio d'olio sul cous cous e sgranatelo con una forchetta. Aiutandovi con un coppapasta leggermente unto d'olio diponete il cous cous nei piatti di portata e ricopritelo con l'insalata preparata in precedenza.

La foto purtroppo non rende bene (piatto bianco sotto cous cous...arghhh) però il risultato mi ha soddisfatto molto, un piatto molto rinfrescante

venerdì 21 agosto 2009

Yogurt!!!

Avere un foodblog può spingere verso non proprio economiche curiosità. Alzi la mano chi di voi davanti a un ingrediente sconosciuto, a una spezia mai vista o a quel prodotto tipico che più tipico di così non si può è riuscito a resistere alla tentazione di acquistarlo indipendentemente dal prezzo riportato sull'etichetta. E poi non so voi ma io da quando ho aperto questo piccolo salottino presto molta più attenzione alla qualità e alla provenienza di ciò che compro. Purtroppo ciò che si guadagna in gusto e genuinità spesso si ripercuote sul portafoglio. Però questa curiosità, questa continua ricerca di materie prime naturali, a chilometro zero, biologiche o semplicemente "strane" fa anche aguzzare l'ingegno, stimola a informarsi e piano piano si trasforma anche in un piano di economia domestica. Ed è così che è iniziata l'era della panificazione in casa. Oltre a divertirmi molto mi evita di spendere cifre astronomiche per un semplice pezzo di pane e dopo averci preso un po' la mano è un'attività che non richiede neanche troppo tempo. Ho iniziato anche a comprare la frutta e la verdura ai mercatini o direttamente dal contadino. I prodotti sono decisamente più buoni, durano di più e il loro costo è spesso inferiore a quello del supermercato. E ora grazie a Izn ho raggiunto un altro traguardo. Lo yogurt! Ho sempre pensato che produrre lo yogurt in casa fosse qualcosa di piuttosto laborioso, che necessitasse l'acquisto della fantomatica yogurtiera e un appuntamento costante col farmacista per procurarsi i fermenti. Ma quando ho letto questo procedimento ho pensato che valesse la pena tentare. Il risultato è stato straordinario, sopra qualsiasi aspettativa. Uno yogurt cremoso, per nulla acido. Ci sono solo alcune piccole accortezze da prendere:

1. procuratevi un termometro per alimenti (si trova all'Ikea a poco più di sei euro) e un barattolo da mezzo litro a chiusura ermetica

2. per iniziare la produzione acquistate del latte intero (meglio ancora se crudo, tanto andrà bollito) e dello yogurt bianco intero di ottima qualità. Io ho usato il Latte Maremma biologico, mentre lo yogurt l'ho acquistato da Naturasì
Ok ora che avete tutto l'occorrente iniziamo con la preparazione

YOGURT FATTO IN CASA

Homemade yogurt

Ingredienti:
1/2 litro di latte intero fresco
1 cucchiaio di yogurt bianco intero

Accendete la luce di cortesia del forno.
In una pentola o bollitore in acciaio scaldate il latte a fuoco non troppo alto fino a fargli spiccare il bollore. Appena la superficie inizia a fremere spegnete il fuoco, posizionate il termometro e aspettate che la temperatura scenda fino a 38 gradi (con questo caldo vi toccherà pazientare per un bel po' ;D)
Nel frattempo versate nel barattolo a chiusura ermetica un cucchiaio piuttosto abbondante di yogurt. Quando il latte avrà raggiunto la temperatura giusta, e non prima (altrimenti ustionereste a morte i batteri), versatene tre o quattro cucchiai sopra allo yogurt e mescolate bene. Aggiungete il resto del latte, chiudete il coperchio e mettetelo nel forno con la luce di cortesia accesa.
In inverno Izn consiglia di avvolgere il baratto in una coperta di lana o preriscaldare leggermente il forno; con il caldo che fa adesso, invece, questa accortezza non è necessaria
A questo punto non aprite più il forno almeno per cinque o sei ore (io l'ho lasciato a riposare tutta la notte), poiché non bisogna muovere il barattolo durante la fermentazione.
Trascorso il latte sarà diventato uno yogurt perfetto che si conserverà in frigorifero per circa 15 giorni
Ricordate di tenerne sempre indietro un cucchiaio abbondante per avviare la produzione successiva

Vi assicuro che è ottimo sia al naturale che con muesli e miele, o pezzi di frutta. Inoltre ho calcolato che con il costo di uno yogurt comprato al supermercato adesso riuscirò a produrre circa un litro di yogurt! Non male ;D.

martedì 18 agosto 2009

Rivelazioni Pericolose

Agosto sta lentamente scivolando via e con lui le vacanze e i viaggi. Sono sicura che tutti noi da bravi foodbloggers trovino la cucina tipica dei luoghi che visitiamo un elemento di non trascurabile interesse. Cerchiamo minuziosamente di carpire gli ingredienti del cibo che assaggiamo, evitiamo i fast food e i ristoranti italiani come se fossero contaminati e ci lanciamo con entusiasmo in ogni bettola che ci promette cibo autenticamente tradizionale. Riempiamo le valigie di prodotti introvabili in Italia, libri di ricette e souvenir gastronomici. Però devo ammettere di avere anche un'altra deviante curiosità. Io mi appassiono al junk food locale! Le schifezze tipiche mi attirano come i segreti di una favolosa baguette o i 365 modi portoghesi per cucinare il baccalà. Rovistare fra gli scaffali dei supermercati, fra confezioni colorate e lucenti alla ricerca di un particolare biscotto, caramella o gelato mai visto in Italia mi diverte tantissimo. Magari poi non passo all'assaggio, in fondo amo troppo il mio fegato per rischiare lo schianto in vacanza, ma a volte si trovano alcuni piccoli "tesori" di golosa malsanità. Come gli Orio's, ormai commercializzati anche qui in Italia. Durante il mio viaggio negli USA erano diventati una vera e propria droga, così come il gelato Ben&Jerry's. Indimenticabile anche il ghiacciolo all'ananas trovato in Portogallo. O il caffè freddo con piccole bubbles gelatinose con cui trovavo ristoro dall'afa di Bangkok.
E voi avete qualche schifezza che ricordate con un certo affetto? Dai raccontante così non mi sento l'unica viziosa! ;D
Nell'attesa delle vostre confessioni vi lascio con un dolcino veramente eccezionale. La ricetta è di Flavio Ghigi, letta da Sigrid, una sicurezza, la mia unica aggiunta è stata l'aromatizzazione al caffè. Il risultato è un dessert scioglievolissimo, una via di mezzo fra una mousse e la panna cotta...terribilmente godurioso!

CAPUCCINO IN PIEDI

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Ingredienti: 500 gr di latte fresco /200 gr di panna fresca/ 150 gr di zucchero vanigliato*/ 150 gr di albumi (circa 4)/ 100 gr di uova intere (circa 2)/1 cucchiaio abbondante di caffè solubile

Sbattete in una ciotola capiente le uova e gli albumi, in modo da renderle fluide (non devono montare). Unite il resto degli ingredienti continuando a mescolare in modo da ottenere un composto omogeneo. Filtrate il tutto con un colino a maglie fitte e distribuitelo in tazzine individuali. Sistemate le tazzine in una teglia da forno profonda 5 cm e aggiungete nella teglia 2-3 cm d’acqua bollente. Coprire le tazzine con della carta d'alluminio e infornate il tutto a 120° per circa un’ora. (anche io, come Sigrid, l’ho lasciato circa 20 minuti in più, in ogni caso basta osservare la consistenza dei budini, che devono essersi rappresi). Sfornate, togliete le tazze dall’acqua e lasciatele raffreddare completamente nell'acqua del bagno maria. Riponete poi il tutto in frigorifero e servire quando le cremine saranno belle e fredde.

domenica 16 agosto 2009

Torta di riso, sapore d'infanzia

Spero abbiate tutti passato un buon ferragosto. Magari evitando interminabili code o spiagge sovraffollate per godervi una piacevole giornata con gli amici, fra chiacchiere e buon cibo.
Io e la weazel siamo migrati sull'Appennino bolognese. Fuga dall'afa cittadina, il silenzio della montagna e una giornata di relax a casa di amici. Con grigliata d'obbligo e anche i fuochi d'artificio per concludere la serata, prima del rientro. Le luci dei giochi pirotecnici che si specchiavano sul bacino di Suviana sono stati uno spettacolo magico, come se miriadi di lucciole colorate si fossero radunate sul pelo dell'acqua.

My creation

Il mio contributo culinario è stato un dolce piuttosto tradizionale. Una di quelle torte che tutte le vecchine sanno fare e che la cui ricetta si arricchisce di migliaia di varianti. Dato che era un esperimento (sono fenomenale a usare gli amici come cavie) ho girettato un po' su internet cercando spunto e alla fine ho riunito tutte le informazioni in questa ricetta. Il risultato mi ha davvero soddisfatta, ottima sia la consistenza che il sapore.

TORTA DI RISO O DEGLI ADDOBBI
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Ingredienti per una teglia da 6: 1 litro di latte intero fresco/ 200 gr di riso balilla ( o un altro tipo di riso tondo da minestra)/ 250 gr di zucchero/ la punta di un cucchiaino di semi di vaniglia/ 100 gr di mandorle pelate/ 100 gr di amaretti/ 6 uova/ 1 limone/ una presa di sale/ pangrattato e burro per la teglia/50 gr di liquore di mandorla amara

Tritatele le mandorle fino a ottenere una granella molto fine. Mettete gli amaretti all'interno di una busta di plastica per alimenti e riduceteli in briciole. In una ciotola mischiate lo zucchero con gli amaretti sbriciolati e le mandorle. Con un coltello ben affilato pelate il limone, in modo da ottenere dei pezzi di scorza piuttosto grandi.
In un pentola versate il latte, il riso, la scorza del limone e il pizzico di sale. Mettete il tutto sul fuoco e portate a bollore. Cuocete per 18 minuti mescolando di tanto in tanto (il latte deve essere quasi completamente assorbito dal riso). Spegnete il fuoco, eliminate la scorza del limone e lasciate intiepidire. Unite al riso la miscela di zucchero, amaretti e mandorle e unite anche i semi di vaniglia. Mescolate bene in modo che gli ingredienti si amalgamino bene e lasciate raffreddare completamente. In una ciotolina sbattete leggermente le uova (non devono montare) e quando il composto di riso sarà completamente freddo unitele poco per volta, mescolando continuamente.
Imburrate abbondantemente la teglia e spolveratela con il pangrattato eliminando l'eccesso. Versate il composto nella teglia e cuocete in forno preriscaldato a 160° per 90°. Verificate la cottura con uno stuzzicadenti (se infilzando il centro della torta esce asciutto, il dolce è pronto) e se la superficie dovesse scurirsi eccessivamente copritela con un foglio d'alluminio.
Sfornate la torta di riso e mentre è ancora calda bagnatela con il liquore. Lasciatela raffreddare, trasferitela in frigo e lasciatela riposare per almeno 12 ore (meglio un giorno intero)

Torta di riso

NB: la ricetta originale prevede anche l'aggiunta di 30 gr di cedro candito, io l'ho omesso perché non amo i canditi. Inoltre alcune nonnine bagnano la torta oltre che con il liquore alla mandorla amara con una tazzina di caffè o di alchermes

mercoledì 12 agosto 2009

Brioches per tutti

Ci sono sapori che rimangono impressi nella memoria. Sapori legati a un particolare ricordo o luogo che costituiscono la propria personale classifica gastronomica. Un piatto di spaghetti al pomodoro mangiato alle falde del Vesuvio, il profumo intenso del pomodoro e del basilico, la grana della pasta, la mozzarella filante. Oppure la pizza di Vico Equense, straordinariamente alta e croccante allo stesso tempo. Il gelato alla crema con frutti di bosco caldi del Walde, la rotondità della panna che si sposa perfettamente con l'acidità di more, mirtilli e lamponi. E poi ci sono le colazioni al Bar Lo Po a base di granite ai gelsi e brioche col tuppo. Un idillio. Forse il miglior modo in assoluto per iniziare una calda giornata di vacanze.
Così quando girettando fra i vari blog ho visto questa ricetta (chiedo scusa non mi ricordo esattamente da chi, quindi se riconoscete la ricetta fatevi avanti) mi sono tornate in mente quelle lente e brillanti mattine siciliane, il profumo dei limoni e la serenità che pervadeva quel piccolo rito quotidiano. Spero faccia lo stesso effetto anche a voi

BRIOCHE CON PASTA MADRE

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Ingredienti: 200 gr di pasta madre rinfrescata la sera precedente/ 300 gr di farina 00 + 100 gr di farina 0/ 100 gr di zucchero semolato/ 50 gr di burro morbido/ 200 ml di latte intero/ 3 tuorli d'uovo/ un pizzico di sale

Sciogliete la pasta madre nel latte tiepido. Aggiungete gradatamente la farina, lo zucchero, i tuorli e infine il sale e il burro. Impastate per circa 15 min fino a che l'impasto non risulta morbido e ben incordato. Trasferitelo in una ciotola, copritelo con una pellicola trasparente e un canovaccio e mettete a lievitare per due ore in un luogo tiep
ido. Trascorso questo tempo riprendete l'impasto, sgonfiatelo e lavoratelo velocemente per alcuni minuti (se dovesse risultare troppo appiccicoso aggiungete un altro po' di farina). Formate un filoncino, disponetelo su una leccarda rivestita di carta forno, coprite con la pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio (con queste alte temperature sono bastate 4 ore)

cheat: affinché durante la lievitazione l'impasto non si allarghi troppo ma cresca soprattutto in altezza ponete ai lati del filoncino due pacchi di spaghetti che fungano da fermi.

Una volta lievitato riprendete l'impasto e con un coltello ben infarinato tagliatelo in pezzi da circa 100 gr ciascuno. Con delicatezza formate delle palline con ciascun pezzo, disponeteli nuovamente sulla leccarda ricoperta da carta forno e lasciate lievitare, coperti con un panno, per altri 40 minuti.
Nel frattempo preriscaldate il forno a 200°. Trascorsi i 40 minuti spennellate la superficie delle brioche con un tuorlo d'uovo mescolato a un goccio di latte e decorate con granella di zucchero.
Infornate per 30 minuti, abbassando la temperatura a 170° dopo i primi dieci minuti di cottura. Sfornate e lasciate raffreddare su una gratella.


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Volevo ringraziare anche Luca&Sabrina che mi hanno fatto omaggio di questo premio, che a mia volta assegno a tutti i bloggers che passano di qui in queste giornate vacanziere


E un abbraccio speciale a Franz che mi ha regalato questa dolcissima mongolfiera, con il compito di elencare 5 cose che amo fare


1) guardare il tramonto sul mare, quando si alza quella brezza salina che accarezza la pelle e i gabbiani intonano il loro malinconico richiamo
2) sfogliare le riviste di viaggi, che parlano di paesi lontani e culture diverse. Accarezzare quelle pagine e ammirare le splendide fotografie mi dà la sensazione di poter teletrasportarmi in quei luoghi
3) andare ai cinema all'aperto
4) fare il bagno. Quei momenti di relax, sdraiata nell'acqua calda e profumata di sali, con un buon libro e la musica di sottofondo, sono un piacere davvero irrinunciabile.
5) girettare per le librerie. E' come entrare nella stanza del tesoro. Passo ore a rimirare le copertine e segnarmi i titoli che vorrei acquistare

Passo il premio e il giochino a Marilì, Fiordilatte, Luca&Silvia, Saretta e Carolina.

lunedì 10 agosto 2009

v. 2.0 for Paoletta

Tutti in vacanza eh?!?! La blogosfera si sta lentamente spopolando, ma qualche povero bloggers ancora in attesa di ferie o purtroppo già ritornato dalle vacanze c'è ancora...me compresa...sigh :( e non solo, c'è chi addirittura nonostante il caldo che rischia di stroncare i miei poveri neuroni, si inventa anche delle intriganti raccolte. Ma quando si parla di Paoletta non c'è da stupirsi di nulla. Le sue linguine alla crema di zucchine mi aveva stuzzicato immediatamente. Un condimento leggero, delicato e comunque saporito. All'inizio avevo pensato di replicare la ricetta senza cambiare nulla ma poi...come si fa a resistere a quella vocetta birichina che continua a suggerirti "piccole" variazioni. Il risultato mi è piaciuto veramente tanto, ovviamente non si avvicina neanche lontanamente alla favolosa ricetta della cheffa ;D

SPAGHETTI ALLE ZUCCHINE E TONNO

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Ingredienti per 2 persone: 160 gr di spaghetti/ mezza cipolla bionda piccola/ 4 zucchine piccole/ 20 gr di mandorle pelate/ 15 pomodori ciliegia/ una scatoletta di tonno sott'olio/ un mazzetto di basilico/ un cucchiaino di timo essiccato

Lavate accuratamente le zucchine e tagliatele a strisce molto sottili aiutandovi con un pelapatate o una mandolina. Tritate la cipolla e fatela soffriggere con un goccio d'olio in una padella capiente. Unite le zucchine, abbassate la fiamma, regolate di sale e lasciate cuocere per circa10 min (devono ammorbidirsi ma non disfarsi). Trascorso questo tempo alzate la fiamma e aggiungete le mandorle precedentemente tritate fini, i pomodorini tagliati a metà e il tonno sgocciolato dal liquido di conservazione. Mescolate e cuocete per alcuni minuti in modo che i pomodorini si ammorbidiscano e il tonno si distribuisca bene. In
fine unite il basilico tritato e il timo.
Nel frattempo cuocete la pasta in abbondante acqua salata. Colatela e unitela al condimento. Fate saltare e servite aggiungendo una generosa spolverata di pepe.

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Ed è con questa variazione che partecipo a

mercoledì 5 agosto 2009

Come trasformare il blob in una crema disciplinata

Adoro la mia pasta madre. Però questo blobbino è una creatura piuttosto vivace e arzilla. Spesso la ritrovo a scorrazzare allegramente per il frigorifero, incurante del fatto di essere stata rinchiusa accuratamente dentro un barattolo. Ho provato a minacciarla, dicendole che avrei iniziato a tenerla a stecchetto, niente più farina e acqua a farla ingrassare. Ma quella niente, ha fatto orecchie da mercante e nonostante le due settimane di dieta forzata causa vacanze al primo rinfresco a ricominciato a gonfiarsi e a invadere i ripiani del frigorifero. In più, sarà il caldo che non invoglia ad accendere il forno, l'idea malsana di trascorrere parte delle domeniche a mettere in ordine casa o la voglia di cibi più leggeri che riduce il nostro consumo di pane, ma ogni settimana mi ritrovo con un quantitativo di blobbino sempre più esorbitante che mi vedo costretta a buttare via. Così quando sono incappata nell'esperimento di Izn per trasformare la pasta madre in una cremina meno bisognosa di attenzione e molto più educata ho deciso di provare. Il procedimento è un po' lungo, ma molto facile da seguire e il risultato mi è sembrato molto soddisfacente. Per comodità vi riporto qui i vari passaggi, ma se volete potete andare anche a sbirciare qui

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Utilizzate farina 0 per i vari rinfreschi. Occorreranno 5 passaggi per passare a un'idratazione del 50% a una al 100%, che andranno ripetuti ogni 8 ore (6 ore se li fate in questo periodo molto caldo, di cui 3 in frigo e tre fuori)

primo passaggio:
Prendete 100 grammi di pasta madre e mescolateli con 100 grammi di farina 0 e 60 grammi d’acqua. Mettete nel solito vasetto e lasciate fermentare otto ore.

secondo passaggio:
Prendete 100 grammi della pasta madre (un po’ meno solida) ottenuta. aggiungete di nuovo 100 grammi di farina 0 e 70 grammi d’acqua. Solito vasetto, solite ore.

terzo passaggio:
Prendete 100 grammi di pasta madre e aggiungete altri 100 grammi di farina 0 e 80 grammi d’acqua. Solito vasetto, solite ore.

quarto passaggio:
100 grammi di pasta madre, 100 grammi di farina 0, 90 grammi d’acqua. Solito vasetto, solite ore.

quinto passaggio:
100 grammi pasta madre, 100 grammi farina, 100 grammi acqua. Solito vasetto, solite ore.

Per i primi passaggi la consistenza dell'impasto sarà ancora solida e quindi vi toccherà impastare i vari ingredienti, mentre per i successivi basterà amalgamarli con l'aiuto di un cucchiaio. Per quanto riguarda i tempi di attesa fra un passaggio e l'altro io non sono riuscita a essere precisissima, ma ciò non ha inficiato il risultato. Alla fine otterrete un impasto cremoso, sulla cui superficie si formeranno numerose bollicine. Si conserva in frigo in un barattolo di vetro e va rinfrescata circa una volta ogni mese e mezzo e con particolari accorgimenti anche ogni tre mesi (facendo due rinfreschi consecutivi una volta al mese - cioè rinfrescate, lasciate fermentare otto ore, poi rinfrescate di nuovo, aspettate 3 o 4 ore per far ricominciare la fermentazione senza farla completare e poi rimettete in frigo). Inoltre per rinfrescarlo non è necessaria l’impastatrice ma bastano 4 minuti di fruste elettriche.
E ora non resta che provare a utilizzarla ricordandosi che il quantitativo da usare rispetto al peso della farina utilizzata per preparare il pane deve essere pari al 10% (10 gr di pasta madre liquida per 100 gr di farina)

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E ora vi torturo un altro po' con un meme che mi ha passato la dolcissima Ester. Raccontare 10 cose di me...mumble, mumble...allora vediamo un po':
1) mi piace addormentarmi sul divano, soprattutto se qualcuno mi sta facendo i grattini
2) tendo a usare il forno in modo maniacale. Lo accendo anche con 50° all'ombra, incurante degli improperi della weazel
3) ho una passione per i bracciali, in particolare quelli d'argento molto lavorati. E' praticamente l'unico tipo di gioiello che indosso
4) vengo attirata in modo incontrollabile dalle felpe della weazel. Nonostante ne possegga un numero cospicuo trovo che le sue mi stiano molto meglio ;P
5) mi mangio le unghie
6) vorrei tanto comprarmi un micio
7) ho una miriade di quaderni, block notes, diari dove appunto quello che mi passa per la testa, gli appuntamenti o cose che voglio ricordare
8) in Portogallo mi sono fatta fare una treccina viola fra i capelli in un mercatino hippy. La adoro
9) a fine estate vorrei farmi il secondo tatuaggio
10) ho il passo leggerissimo e spesso entro nelle stanze senza essere sentita. Da quando conviviamo, per non far morire di infarto la weazel annuncio la mia presenza tossicchiando o saltellando come un coniglio.

Passo il testimone a Enza, Gio, Alex e Francesca

lunedì 3 agosto 2009

Terra Portuguesa

Il Portogallo è una terra profonda e dolcemente malinconica. La sensazione che provo mentre guardo il paesaggio scorrere fuori dal finestrino dell'auto è di essere ritornata a casa. Chilometri ondulati, macchiati del verde dei pini mediterranei e del giallo dei campi bruciati dal sole mi ricordano l'Italia. Gli ulivi, la terra rossa e sabbiosa nel nord, i grandi bovini dagli occhi languidi dell'Alentejo si accostano alle immagini della mia amata Toscana.
E' stato un viaggio ampio, attraverso regioni dai nomi musicali, cercando di seguire alcune delle orme di chi in questo Paese c'è nato e ne ha immortalato le bellezze nelle sue opere.


My creation
Coimbra


I paesini del settentrione sono piccole roccaforti di pietra, con il loro mastio geometrico che sovrasta le campagne e i boschi circostanti. Passeggiando sulle mura è facile immaginare eserciti spagnoli o moreschi pronti alla battaglia.


My creation
Bragança. Guimaraes. Santuario de Bom Jesus. Braga


Numerose sono anche le vestigia dell’occupazione romanica e celtica. Conimbriga e Citania de Briteiros ne sono eccezionali esempi. Mentre si cammina fra archi, mosaici e circoli di pietra la pace è assoluta, solo il vento che accarezza le foglie brillanti degli ulivi.


My creation
Conimbriga e Citania de Briteiros


Ci si muove verso sud. Ribatejo, Estremadura, Alentejo. Il paesaggio cambia. Si attraversano parchi naturali dal paesaggio lunare, mentre le pale eoliche caratterizzano i profili delle colline.
Ammiriamo stupefatti i monasteri manuelini, barocchi, gotici, simbolo di grazie ricevute e dell'incauto sfarzo della corona portoghese.


My creation


Alcobaça e Batalha tolgono il respiro. Le volte a vela si protendono verso il cielo e le colonne sono una foresta di intricati intarsi di pietra. A Tomar il passato potere dei cavalieri di Cristo risuona ancora nella solennità dei grandi chiostri, nei profili severi delle statue e nel silenzio dell'immenso refettorio.


My creation
Tomar


Seguendo le parole dello scrittore giungiamo a Mafra. Il convento che originariamente doveva ospitare tredici frati venne ingradito su ordine di Dom Joao V, in seguito alla grazia ricevuta di avere un erede. Cerco di scorgere i fantasmi di Baltasar e Blimunda, di chi qui è morto per soddisfare il desiderio di sfarzo di un re. L'interno è splendidamente arredato. Sbirciamo nelle piccole e sobrie celle del convento, attraversiamo quasi in religioso silenzio la biblioteca, trattenendo a stento il desiderio di sfiorare quegli antichi volumi, nella speranza che ci possano narrare la storia di chi li ha sfogliati secoli prima, fino a raggiungere le stanze reali.

Ma è tempo di mare. Il richiamo è forte e ci spingiamo verso il sud del litorale alentejano. Le colline lasciano il posto a una pianura dorata, punteggiata da profumati pini marittimi. Villaggi bianchi sorgono su splendide falesie e più in là solo il blu tumultuoso dell'oceano. Le giornate si spengono in tramonti indescrivibili, che lasciano attoniti, con gli occhi spalancati per non perdere neanche una delle milioni di sfumature che tingono le onde e le nuvole. Intanto il profumo del pesce grigliato si diffonde nell'aria salmastra, i gabbiani intonano il loro stridulo canto. Un saluto a cui rispondo con la promessa di ritornare in questo incantevole paese.


My creation

My creation

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