venerdì 30 ottobre 2009

Voglia di andare...

Questo ottobre mi ha regalato giornate dorate. La nebbia mattutina si dirada per lasciare spazio ai raggi che attraversano le foglie e la voglia di partire bussa insistente alla mia porta. Desidero camminare nei boschi, sentire l'odore di terra bagnata, funghi e legna che brucia nei caminetti. Desidero guardare il mare, agitato e scuro che si arriccia in molteplici onde, la spiaggia deserta e il vento tagliente che alza mulinelli di sabbia. Vorrei passeggiare per le vie sconosciute, ammirare monumenti mai visti e rifugiarmi in qualche bar, al calar della sera, con le guance arrossate dal freddo e gustare un tè bollente con gli occhi ancora pieni delle meraviglie osservate durante il giorno.
Le dita battono sui tasti alla ricerca di nuove mete e sempre più spesso mi soffermo a leggere di questa terra che non ho mai avuto occasione di visitare. Mi sembra quasi di sentire il profumo antico e genuino dei suoi piatti tradizionali, di poter godere delle volute dei suoi edifici barocchi e svegliarmi alla mattina con il sole che si riflette sui trulli. Sui vostri blog ho letto tanto della Puglia, di come vi abbia catturato con i suoi paesaggi, i suoi sapori e la sua gente. E così alimento questo mio desiderio lanciandomi in una ricetta tipica, vista una sera su Gambero Rosso Channel e che mi ha rapito immediatamente per il suo sapore pieno e cremoso


PITTA LECCESE

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Ingredienti: 1100 gr di patate/ 5 grosse cipolle/ 100 gr di pecorino romano/3 scatolette di tonno sott'olio/500 gr di passata di pomodoro/ 1 uovo/ pan grattato/ olio evo/sale

Lavate e sbucciate le patate e mettetele a lessare in abbondante acqua leggermente salata. Una volta cotte, passatele con lo schiacciapatate in modo da ottenere una purea. Aggiungetevi l'uovo e il pecorino romano e lavorate con le mani fino a ottenere un composto liscio.
Nel frattempo sbucciate le cipolle e affettatele sottilmente, poi mettetele ad appassire in una larga padella con abbondante olio extra-vergine (la fiamma deve essere bassissima). Una volta appassite le cipolle unite la passata di pomodoro, salate leggermente, coprite con un coperchio e cuocete fino a che il sugo è stato completamente assorbito. Pochi minuti prima che le cipolle siano pronte aggiungete il tonno, scolato dall'olio di conservazione, e con un cucchiaio riducetelo a pezzi. Finite la cottura e tenete da parte.
Riprendete ora la purea di patate e imburrate una teglia spolverandola con poco pan grattato. Bagnatevi le mani con dell'acqua fredda, prelevate un po' di purea e appiattitela fra le mani. Mettetetela sul fondo della pirofila creando mano mano un primo strato di patate alto circa 1 centimetro e mezzo. Copritelo con le cipolle e il tonno. Ricopritelo con un altro strato di patate componendolo sempre con la purea appiattita fra le mani bagnate. Versate un paio di cucchiai d'olio sulla superficie della pitta e con il palmo della mano livellatela per bene. Spolverate con poco pangrattato e cuocete in forno già caldo a 180° per 30-40 min (la pitta deve colorirsi leggermente)

NB*: la ricetta originale prevede che al posto del tonno si uniscano alle cipolle un pugno di capperi e 250 gr di olive nere denocciolate, prima di versare la passata. Dato che la weazel detesta ambedue questi ingredienti ho trovato alcune versioni di pitta che prevedono l'utilizzo del tonno. Ora non vi resta che provare entrambe le versioni e decidere quella che preferite ;D

NB**: come dicevo la ricetta l'ho vista per la prima volta su Gambero Rosso Channel, ma non essendo riportate le dosi per preparare la pitta mi sono ispirata a questa ricetta

lunedì 26 ottobre 2009

La lunga marcia

Ieri mentre io andavo a zonzo per la magica Venezia, la weazel correva la sua quarta maratona...I'M VERY PROUD OF YOU



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E questa è la colazione del campioncino, quindi è anche un po' merito mio questo risultato ;D



MUFFIN MANDORLE E NOCCIOLE CON CREMA DI CASTAGNE



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Ingredienti per 12 muffin: 255 gr di farina ai cinque cereali/ 1 bustina di lievito per dolci/ una presa di sale/ 130 gr di zucchero di canna/ 1 uovo/ 260 ml di latte/ 85 gr di burro fuso e raffreddato/ 100 gr di mandorle tritate fini/ 70 gr di nocciole spellate tritate fini


Ingredienti per la crema di castagne al rum e liquore di mandorla: 1 chilo di castagne/ 700 gr di zucchero/ una tazzina da caffè di rum e una di liquore alla mandorla


Preparazione della crema: Lavate sotto l'acqua corrente le castagne, incidetene la buccia con un coltellino affilato e mettetele nella pentola a pressione. Ricopritele abbondantemente con acqua e cuocete per 40 minuti dal fischio. Scolatele e mettetele all'interno di uno strofinaccio di cotone fino a che sono tiepide. Sbucciatele, togliendo anche la pellicina interna e raccogliete la polpa in una ciotola. Versate la polpa in una pentola dal fondo spesso, unite lo zucchero e i liquori e fate cuocere a fuoco dolce fino a che il tutto non ha assunto l'aspetto di una crema (per renderla ancora più liscia potete frullare il composto con un frullatore a immersione). Questa crema si può conservare come un marmellata qualsiasi in barattoli di vetro sterilizzati


Preparazione dei muffin: Mettete tutti gli ingredienti secchi in una ciotola capiente e mescolateli con una forchetta in modo da amalgamarli. In un'altra ciotola versate il latte, il burro fuso e l'uovo, sbatteteli leggermente e versateli sopra agli ingredienti secchi. Mescolate con una spatola affinché gli ingredienti si amalgamino (non devono vedersi tracce di farina).

Imburrate gli stampi per muffin e in ciascuno versate una cucchiaiata di impasto. Con un cucchiaino mettete al centro di ogni muffin una noce di crema di castagne e ricoprite con l'impasto rimanente. Cuocete a 170° in forno già caldo e ventilato per circa 20-25 minuti



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E con questi muffin davvero molto energetici partecipo alla raccolta di Mara



martedì 20 ottobre 2009

JAP

Domenica sera abbiamo organizzato una cena jap style. Era la prima volta che mi cimentavo con la cucina giapponese, nonostante sia un'assidua frequentatrice di questo posticino qui. L'esperimento è stato molto soddisfacente, ma soprattutto è stato divertentissimo preparare i vari bocconcini di sushi assieme a Riki e Dessy. La weazel poi ci ha allietato con la creazione del suo primo pallottino di riso. Saranno state le mani troppo poco umide o esageratamente calde, ma il riso invece che compattarsi in un cilendretto si è attaccato a ogni centimetro dei suoi palmi e dato che sprecare il cibo è un crimine, la weazel ha sapientemente lappato ogni chicco (shhh non glielo dite che ho raccontato questa cosa imbarazzante ;D).
Non avevo mai cucinato a più mani, ma è stata un'esperienza davvero bella e credo che si ripeterà presto (sempre cucina etnica, che ne dite??). Purtroppo non ho fatto le foto del sushi preparato, anche perché nonostante l'indubbia bontà dobbiamo perfezionarci nell'estetica :D Ma ho fatto qualche scatto ai dolcetti che hanno accompagnato il tè del pomeriggio. Io li ho trovati assolutamente favolosi, molto profumati e squisitamente morbidi. Spero piaceranno anche a voi



DOLCETTI GIAPPONESI AL MATCHA



Dolcetti giapponesi

(qui la ricetta originale)


Ingredienti: 3 uova/ 150 gr di zucchero/ 110 gr di farina di riso/ 150 gr di fecola/1 cucchiaio abbondante di tè matcha/ 5 gr di lievito per dolci

Montate le uova, aggiungendo mano mano lo zucchero fino a farle diventare bianche e spumose. Setacciate tutti gli altri ingredienti e poco per volta uniteli alle uova montate, incorporandoli con una spatola e movimenti dal basso verso l'alto per non smontare l'impasto. Scaldate il forno a 180°. Foderate 3 leccarde con la carta forno. Riempite un sac à poche con l'impasto e create delle piccole cupolette direttamente sulla carta forno. Devono avere un diametro non superiore al centimetro e mezzo (distanziatele bene l'una dall'altra perché in cottura aumentano di volume). Infornate i dolcetti per circa 10 min, devono colorirsi appena. Togliete le leccarde dal forno e rimuovete i dolcetti solo dopo che si saranno raffreddati

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Susina ;)

venerdì 16 ottobre 2009

World Bread Day

Per me entrare in panetteria è sempre stata una gioia. Quel profumo inconfondibile e avvolgente ha il potere di rasserenarmi. Ricordo che quando il sabato mattina andavo a fare la spesa con i miei genitori il momento più bello era la fermata al panificio, quelle forme ancora calde e fragranti, la crosta che si spezzava con un suono inconfondibile, le dita che scavavano la mollica così morbida che si scioglieva in bocca, lasciando un retrogusto stupendamente zuccherino. Il rischio di arrivare a casa con il sacchetto praticamente vuoto era altissimo.
Adesso da qualche tempo ho scoperto il piacere di fare il pane in casa. Questo è stato il dono più bello che questo mio salotto virtuale mi ha regalato. Incantata dalla maestria di alcune di voi, dai vostri tentativi ed esperimenti, mi sono lasciata travolgere dalla magia di avere "le mani in pasta". Poi un giorno, dentro un pacchettino spedito dalla dolcissima Anto, è arrivata LEI. La pasta madre, un blobbino vispo e arzillo, e bisognoso di cure. Da quel momento la mia curiosità è a dir poco lievitata :D e ormai rinfreschi e panificazione sono diventati riti settimanali che hanno coinvolto persino la weazel. E non c'è momento più bello di quello in cui incollata al vetro del forno osservo il mio nuovo pane crescere, chiedendomi se l'interno sarà sufficientemente alveolato e la superficie abbastanza croccante.
E' proprio per questa sensazione di creare ogni volta qualche cosa di nuovo e irripetibile che oggi sono molto felice di partecipare al

world bread day 2009 - yes we bake.(last day of sumbission october 17)

FOUGASSE

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Ingredienti: 400 gr di farina manitoba + 100 di farina 0/ 300 ml di acqua tiepida/ 200 gr di pasta madre rinfrescata/ 1 cucchiaio abbondante di miele di castagno/ 1 cucchiaino di sale/ olio di oliva qb

In una ciotola formate la fontana con le farine. Sciogliete la pasta madre in circa metà dell'acqua e versate il tutto nel centro della fontana. Incorporate la farina al liquido con un cucchiaio inizialmente, poi iniziate a impastare a mano versando lentamente l'acqua rimanente. Aggiungete anche il miele e quando l'impasto ha già preso una certa trama unite anche il sale. Continuate a impastare per circa 15 min. Inizialmente il composto risulta abbastanza colloso, ma non aggiungete altra farina, impastando diventerà sempre più elastico e meno appiccicoso.
Ungete abbondantemente con l'olio di oliva una ciotola, date la forma di una palla all'impasto, trasferitelo all'interno della ciotola, coprite con la pellicola da cucina e mettete a lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido (ci vorranno almeno 3 ore).
Trascorso questo tempo, mettete l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e lavoratelo energicamente, in modo da sgonfiarlo bene. Foderate due leccarde di carta forno e infarinatele bene. Dividete in due l'impasto e allargate con le mani entrambe i pezzi fino a ottenere due dischi oblunghi. Con un coltello affilato incideteli in modo da replicare le venature di una foglia (io ho seguito questo tutorial).


Spolverate la superfice delle fougasse con della semola, coprite con un panno e lasciate lievitare ancora per circa 1 ora e mezza.
Preriscaldate il forno a 220°. Trascorso il tempo di lievitazione, spennellate le fougasse con l'olio d'oliva e insaporitele con i semi o gli odori che preferite (io ho usato i semi di papavero, ma vanno altrettanto bene quelli di sesamo o degli aghi di rosmarino tritati).
Infornate le fougasse e cuocete per circa 20 minuti, devono dorarsi leggermente.

Risulta un pane molto croccante fuori ma con un interno morbido e dall'aspetto molto scenografico. Non si conserva a lungo, ma riscaldandolo in forno riacquista parte della sua fragranza. La ricetta l'ho sicuramente trovata su un blog ma non ricordo quale; se il legittimo propietario dovesse riconoscerla me lo dica, sarò felicissima di indicare il link

giovedì 15 ottobre 2009

Against Global Warming


Oggi è un giorno importante. Oggi è il giorno in cui i blogger di tutto il mondo uniscono la loro voce per evidenziare uno dei maggiori problemi che minacciano la nosta società, il nostro mondo, il nostro futuro. Chiunque ha sentito parlare di riscaldamento globale, ma sono convinta che ancora troppe poche persone siano consapevoli di quanto grave sia la situazione. E questo disinteresse purtroppo sembra essere diffuso anche fra i governi dei paesi industrializzati. Nonostante la sottoscrizione di molti del Protocollo di Kyoto e la promessa di una svolta "ecologista" fatta dal neo-presidente degli Stati Uniti Barack Obama, i dati riferiti all'innalzamento dei gas serra, i maggiori responsabili del riscaldamento globale, sono terribilmente preoccupanti. Il riscaldamento globale non è solo un pericolo climatico. La desertificazione, l'innalzamento degli oceani, i recenti maremoti e terremoti sono strettamente collegati a questo fenomeno.
Credo quindi che ognuno di noi debba impegnarsi affinchè i Grandi non dimentichino che questo è l'unico pianeta che abbiamo a disposizione, è da lui che traiamo cibo, energia e vita. Dobbiamo quindi assumerci l'impegno di proteggerlo e rispettarlo. Ogni giorno possiamo fare un piccolo gesto per rendere possibile un cambiamento. Ogni giorno possiamo decidere di aiutare l'ambiente e impedire catastrofi irreversibili. Poche e semplici regole e abitudini possono davvero fare la differenza, possono cambiare dinamiche che stanno rendendo la Terra un luogo sempre meno accogliente per tantissime persone. Poche e semplici regole...

50 Consigli per combattere il riscaldamento globale

1.Alza il termostato di 2° in estate e abbassalo di 2° in inverno
Quasi metà dell'energia che usiamo in casa se ne va per il riscaldamento o il condizionamento dell'aria. Puoi risparimare quasi una tonnellata all'anno di CO2 con questo piccolo accorgimento.

2.Pulisci o sostituisci i filtri della cappa e del condizionatore
Pulire un filtro della cappa della cucina o del condizionatore fa risparmiare circa 160 chili di anidride carbonica ogni anno.

3.Non lasciare le apparecchiature elettriche in stand-by
Usa il bottone di spegnimento presente sull'apparecchio. Un televisore acceso per 3 ore al giorno (il tempo che gli europei passano in media davanti alla TV) e lasciato in stand-by per le rimanenti 21 ore, usa circa il 40% dell'energia nella modalità stand-by.

4.Spegni le luci quando non ci sei
Non tenere le luci accese nelle stanze dove non c'è nessuno, e se hai un negozio o un'attività commerciale, non lasciare l'illuminazione attiva quando il negozio è chiuso.

5.Stacca i trasformatori dei caricabatterie
I trasformatori elettrici del modem, del caricabatterie per cellulari, e di molte altre apparecchiature, rimangono sotto tensione ed assorbono energia anche quando l'apparecchio è spento o scollegato. Ognuno di questi trasformatori consuma da 1 a 5 watt: supponendo che in una casa ce ne siano una dozzina, semplicemente staccandoli dalla presa di corrente quando non ne hai bisogno potresti risparmiare 40 € all'anno sulla bolletta.

6.Usa le batterie ricaricabili invece delle pile usa e getta
Un set di pile ricaricabili ad alta capacità costa circa due volte e mezzo un normale blister di pile stilo o mini-stilo, compreso il caricabatterie. Dopo sole tre ricariche, avrai già riassorbito l'investimento iniziale, e risparmierai il costo di produzione e smaltimento delle pile usa e getta. Potrai ricaricarlericaricare centinaia di volte prima che perdano efficienza. Usale per telecomandi, fotocamere, lettori Mp3, tutto ciò che va a batterie.

7.Sbrina regolarmente i vecchi frigoriferi ed i congelatori
Un frigorifero o un freezer sbrinato hanno un'efficienza energetica maggiore. Meglio ancora se puoi sostituirli: i nuovi modelli di frigorifero hanno dei cicli automatici di sbrinamento e sono circa due volte più efficienti rispetto ai predecessori.

8.Metti un coperchio sulle pentole quando cucini
Così facendo, il cibo raggiungerà più in fretta la temperatura necessaria e risparmierai energia preparando il pranzo. Le pentole a pressione sono ancora più efficienti: fanno risparmiare fino al 70%.

9.Usa lavastoviglie e lavatrice solo a pieno carico
Se devi usarle quando non sono piene, usa il programma a mezzo carico o il programma economico. Non c'è nemmeno bisogno di impostare temperature troppo alte: i detergenti moderni sono così efficaci che lavano bene abiti e piatti anche a basse temperature.

11.Usa i diffusori a risparmio energetico per i rubinetti
Sia in bagno che in cucina. Sempre grazie agli incentivi statali, non sarà difficile trovare aziende che regalano diffusori a risparmio energetico. Con un diffusore risparmi non solo acqua, ma anche energia quando l'acqua è calda (ne usi di meno).

12.Ricicla i rifiuti in casa
Puoi risparmiare un'altra tonnellata di anidride carbonica ogni anno se inizi a riciclare i rifiuti che generi (tipicamente carta, vetro, lattine ed imballaggi di plastica)

13.Ricicla i rifiuti organici
Circa il 3% delle emissioni dei gas serra sono rilasciate attraverso la decomposizione dei rifiuti biodegradabili. Riciclando l'organico (o compostandolo se hai un giardino), puoi contribuire ad alleviare questo problema. Assicurati che il compostaggio sia corretto, con sufficiente ossigeno, altrimenti il compost rilascerà metano e cattivi odori.

14.Compra in modo intelligente
Una bottiglia da 2 litri richiede meno energia per essere prodotta, e produce meno rifiuti di una bottiglia da un solo litro.
Inoltre, compra prodotti di carta riciclata: essi richiedono dal 70% al 90% di energia in meno per essere prodotti, ed in più preserverai le foreste.

15.Riutilizza le buste della spesa
Quando fai la spesa, risparmia denaro e rifiuti portando con te sacchetti non monouso, invece di accettarli dal supermercato. I rifiuti plastici non solo liberano anidride carbonica e metano nell'atmosfera, ma possono anche inquinare l'aria, il terreno e le falde acquifere.

16.Acquista alimenti prodotti localmente
Gli ingredienti di un pasto in Europa viaggiano mediamente per oltre 1.200 km prima di arrivare sul tuo piatto. Acquistare frutta, verdura, carne e pesce prodotti nelle vicinanze della tua città aiuteranno a risparmiare sul carburante e faranno girare l'economia nella tua comunità.

17.Compra prodotti freschi invece dei surgelati
I surgelati richiedono circa 10 volte più energia dei cibi freschi per essere confezionati.

18.Consuma cibo BIOlogico
I terreni coltivati organicamente catturano e trattengono molta più anidride carbonica rispetto alle coltivazioni industriali. Se coltivassimo biologicamente tutta la frutta e la verdura che consumiamo, potremmo togliere miliardi di tonnellate di diossido di carbonio dall'atmosfera!

19.Mangia meno carne
Il metano è il secondo gas serra per quantità, e le vacche sono tra le più grandi produttrici di metano al mondo. La loro dieta erbivora e gli stomaci multipli causano la produzione di metano, che viene esalato ad ogni respiro.

20.Mantieni in efficienza l'automobile
La manutenzione regolare aiuta a mantenere l'efficienza energetica e a ridurre le emissioni. Sostituisci il filtro dell'aria e rabbocca l'olio ogni 20.000 km, evita che la marmitta arrugginisca, e fai il tagliando regolarmente.

21.Usa un motore di ricerca a sfondo nero
Il monitor del tuo compurer usa molta meno energia se visualizza pixel neri invece che bianchi. Puoi usare Blackle per eseguire le tue ricerche in Google usando uno sfondo nero e risparmiando energia.

Questa è una piccola parte dei consigli che si possono seguire, qui potrete trovare la lista completa. Mi farebbe molto piacere se nei commenti qualcuno mi scrivesse se segue qualcuno degli stratagemmi che ho evidenziato in grassetto...personalmente non ci avevo pensato, ma cercherò di attuarli al più presto ;)

martedì 13 ottobre 2009

Gallina vecchia fa buon...tonno

Il brodo in casa mia è una faccenda seria. Ricordo enormi pentoloni fumanti, lasciati sul fuoco per ore e ore e poi messi a raffreddare in terrazza. Il vapore di quel liquido caldo e grasso saturava il piccolo ambiente, appannando i vetri. Le grandi chiazze dorate e viscose venivano rimosse con cura certosina a intervalli regolari, la garza ne catturava l'untuosità lasciando nella pentola un brodo sempre più chiaro e profumato. E io sentivo già nella memoria il suo sapore caldo e avvolgente, ne pregustavo il tocco morbido e delicato sul palato, immaginavo il gusto dei tortellini che ne avrebbero assorbito l'essenza. Ma come tutte le cose, il rito del brodo, aveva anche una parte poco piacevole. La sua preparazione significava infatti dover smaltire nei giorni seguenti la carne che l'aveva così sapientemente aromatizzato. E se per quanto riguardava il manzo lo stratagemma di affogarlo in ettolitri di salsa verde o senape riusciva a nasconderne la stopposità, quando toccava alla gallina, non c'era alcun modo per renderla gradevole. Per me era un supplizio mangiare quella carne sempre troppo filamentosa e con un vago retrogusto di cartone.Ma gli anni passano e può capitare, un giorno, di incappare nella soluzione che risolve ogni problema.

TONNO DI GALLINA

Tonno di Gallina
(ricetta originale su Sale&Pepe ottobre 2009)

Ingredienti: 1 gallina da un chilo pulita (la mia veniva direttamente dal contadino)/ una cipolla/ due carote/ 2 costole di sedano/ alloro/ salvia (io l'avevo solo secca, ma se l'avete usatela fresca)/ rosmarino/ bacche di ginepro/ 4 spicchi di aglio, pelati ma lasciati interi/ bacche di pepe rosa/ timo essiccato/ sale e pepe/ olio extra-vergine d'oliva q.b.

Sciacquate la gallina con cura sotto l'acqua corrente, sbucciate la cipolla, pelate le carote e lavate e spuntate le costole di sedano. Ponete la gallina e le verdure nella pentola a pressione* e copritele con 2 litri di acqua fredda, aggiungete una manciata di sale grosso e cuocete per 30 minuti da fischio.
Aprite la pentola a pressione dopo aver bagnato il coperchio con dell'acqua fredda e trasferite la gallina in una ciotola. Il brodo, una volta raffreddato e sgrassato, potete utilizzarlo come desiderate.
Una volta che la gallina si è freddata, privatela della pelle e spolpatela, tagliando la carne a pezzi piuttosto grandi. Lavate e asciugate le erbe aromatiche. In un barattolo di vetro da mezzo litro a chiusura ermetica fate uno strato con la carne di gallina, cercando si compattarla il più possibile. Ricoprite con le erbe aromatiche, le spezie, sale e pepe e procedete in questo modo fino ad aver terminato la carne. Aggiungete anche gli spicchi di aglio fra gli strati. Versate l'olio all'interno del vaso, in modo che ricopra la carne totalmente. Con le dita pressate la carne per far uscire eventuali bolle d'aria e chiudete il coperchio. Lasciate riposare il tonno di gallina per almeno due giorni in frigorifero. Si conserva a lungo (dopo 15 giorni è ancora buono)

*se non avete la pentola a pressione, mettete le verdure in una pentola con l'acqua fredda. Portate a ebollizione, salate e aggiungete la gallina. Cuocete, coperto, per circa 2 ore

Tonno di Gallina

Preparata in questo modo la gallina diventa ottima, perfetta per arricchire insalate o panini

domenica 11 ottobre 2009

Banana Cake

E anche questo fine settimana sta per finire. Vorrei avere la capacità di prolungare questa soleggiata domenica per qualche ora in più. Avere il tempo per dedicarmi a tutte quelle piccole attività che durante la settimana si perdono fra le pieghe degli impegni quotidiani. Ho ripreso ad allenarmi sia nella corsa che a thai boxe e alla sera arrivo talmente stanca e dolorante che anche il pensiero di mettere a posto l'archivio delle foto mi sconvolge. Ma piano piano riprenderò il ritmo, i miei muscoli smetteranno di sembrare pezzi di legno incandescente e il divano mi tenterà sempre meno con il suo sonnolento abbraccio.
Intanto conserverò il profumo di questa mattina. Mi sveglierò col profumo di questo cake e ingannerò l'imminente lunedì, almeno per qualche altro minuto


BANANA CAKE

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La ricetta di questo cake si basa su quella del pane del mattino di Alex. Dopo essere finalmente riuscita a trovare il latticello da Naturasì, avevo intenzione di provare a farlo, ma c'erano anche 2 banane che occhieggiavano disperate dal porta frutta. E così è saltato fuori questo dolce, molto profumato, umido e morbido

Ingredienti: 450 gr di farina/ 4 cucchiai (tablespoon) di zucchero di canna (tipo muscovado)/3 cucchiaini (teaspoon) di lievito per dolci/4 cucchiai (tablespoon) di semi di papavero /4 cucchiai (tablespoon) di semi di girasole/ 2 cucchiai (tablespoon)di uvetta di corinto/ 1 cucchiaino (teaspoon) di sale/ 2 banane mature/ 500 ml di latticello/ burro per lo stampo

Riscaldate il forno a 200°C. Setacciate la farina e il lievito in una terrina capiente, aggiungete lo zucchero, il sale , i semi e l'uvetta e mescolate il tutto. Frullate le banane insieme al latticello e versateli lentamente sugli ingredienti secchi mescolando fino ad ottenere un impasto morbido. Imburrare uno stampo da cake e versateci l'impasto. Spolverizzate la superficie con un po' di zucchero di canna e cannella in polvere. Infornate per 30 minuti e poi abbassate la temperatura del forno a 150°C. Continuate la cottura per altri 30 minuti. Fate la prova dello stecchino prima di estrarre il cake dal forno. Togliete il pane dallo stampo e lasciatelo raffreddare su una griglia.

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E con questa ricetta partecipo al contest di Juls e Macchine Alimentari "Sunday Morning"

mercoledì 7 ottobre 2009

My Jewish Part

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San Francisco è un ricordo geometrico nella mente. Lo skyline, una successione di parallelepipedi e piramidi fatti di vetro e acciaio che assorbono la luce infuocata del tramonto, mentre nella baia le vele spiegate delle barche sembrano gabbiani intenti a ritornare al nido. Le strade si srotolano in una scacchiera sinusoidale, più in basso la linea netta del Fisherman's Wharf dai cui salgono i vapori dei ristoranti che vendono la zuppa di granchio.

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San Francisco è il profumo speziato di China Town, i festoni multicolor attaccati ai fili elettrici in ricordo dell'appena trascorso capodanno, i negozi bui e vagamente inquietanti con le vetrine polverose colme di vasi di vetro dal misterioso contenuto.

San Francisco sono le case vittoriane di Russian Hill, dai colori pastello e le tende immacolate alle finestre, l'Opera House con il cartellone de I Pagliacci, le luci dorate che illuminano tuxedo e abiti da sera.


San Francisco è il cibo kosher mangiato nella sala addobbata a festa di un grande hotel, è il profumo acre delle candele in sinagoga, è vedere la weazel con la kippah e suo padre cantare in yiddish, è conoscere la sua famiglia americana riunita per il Bar Mitzwa di sua cugina, nomi e volti da ricordare, il mio inglese stentato che mi ha permesso di osservare con più attenzione quel nuovo mondo che mi danzava attorno.
San Francisco è un ricordo prezioso, di cui a volte mi assale una profonda nostalgia. San Francisco è i chocolate chip cookies mangiati sul divano guardando gli scoiattoli che giocano sugli alberi in giardino, è la steak che si caramella nella soia in forno, i galloni di latte in un frigorifero grande come una cabina armadio, è il suono della crosta della kallah che si spezza la sera dello shabbath

KALLAH

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ingredienti per il poolish: 125 gr di farina 0/ 125 gr di acqua/ 67 gr di pasta madre liquida proveniente da un doppio rinfresco consecutivo

ingredienti per la kallah: 40 gr di olio di semi/ 45 gr di miele di arancio (io usato del miele d'acacia)/ 2 uova grandi/ 10 gr di sale/ 375 gr di farina 0/ 1 uovo e semi di sesamo per la superficie

Procedimento
Dopo aver rinfrescato la pasta madre liquida per due volte consecutive, prelevatene 67 gr e in una ciotola mescolateli a 125 gr di farina 0 e a 125 gr di acqua. Coprite il poolish con della pellicola da cucina e lasciate lievitare in un luogo riparato per una notte intera
La mattina successiva trasferite il poolish, che nel frattempo avrà assunto una consistenza quasi spumosa, in una ciotola più ampia. Unite la farina e l'acqua e iniziate a impastare, prima con un cucchiaio e poi a mano. Aggiungete il sale e le uova e per ultimo l'olio. Lavorate l'impasto a lungo, deve risultare piuttosto soffice ed elastico ma non appiccicoso (se fosse necessario potete aggiungere un po' di acqua). A questo punto coprite l'impasto con una pellicola, rimettetelo in una ciotola e ponetela nel forno spento. Lasciate lievitare fino al raddoppio (circa 6 ore). A metà di questa lievitazione, riprendete l'impasto, sgonfiatelo, fate le pieghe del secondo tipo e rimettete a lievitare.Trascorse le sei ore mettete l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato, dividetelo in sei parti uguali e formate dei cordoncini della stessa lunghezza. Disponeteli paralleli fra loro e seguendo questo tutorial formate la treccia.


Mettete la kallah su una teglia rivestita da carta da forno, copritela con un panno umido e lasciate lievitare fino a che è raddoppiata di volume. Sbattete l'uovo in una ciotolina, diluitelo con un goccio d'acqua e spennellatelo sulla superficie della kallah. Inumidite un dito nell'uovo, passatelo nei semi di sesamo e decorate con questi le varie sezioni della treccia.Infornate in forno fià caldo a 190° per circa 30-35 minuti.

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Il risultato è un pane morbido e profumato, molto adatto per la colazione. Si conserva per un paio di giorni, se però prevedete di non finirlo si può tranquillamente congelare tagliato a fette

Ringrazio Izn per i suoi fantastici post sulla pasta madre!

domenica 4 ottobre 2009

Ottobre

Settembre è volato via con le sue giornate piene di sole, ma anche ottobre sembra non voler cedere il passo alla nebbia e al freddo. Scrivo seduta alla scrivania, la finestra spalancata lascia entrare l'aria piacevolmente fresca. In strada la gente passeggia ancora in abiti leggeri, spingendo le carrozzine si avvia verso il centro per godere ancora di questo insolito bel tempo. Il cielo è di un blu perfetto, contro cui spiccano in incredibile contrasto i dolci profili delle colline.
Una domenica mattina pigra e silenziosa, in cui ci si concede di languire un po' più a lungo sotto le coperte, leggere un capitolo in più del libro, sorseggiare la tisana alla liquirizia guardando un film molto disimpegnato alla TV. La weazel è fuori a correre, io ho deciso di riprendere gli allenamenti lunedì. Niente di impegnativo, solo per rimettere un po' di chilometri sulle gambe in attesa delle gare della prossima primavera.
Intanto fra una parola e l'altra, un giro in internet alla ricerca di un cartamodello per fare un pupazzetto di totoro, comincio a preparare il pranzo. La torta salata cuoce già in forno, fra un po' sarà pronta, sento già il suo profumo irresistibile che si diffonde per la casa. La cipolla soffrigge lentamente nell'olio, dorata trasparenza sul fondo scuro della padella. Presto sarà il momento della salsiccia, morbida e profumata, le dita che affondano nella polpa, dividendola. Pochi semplici ingredienti andranno ad amalgamarsi fondendosi in un concerto di sapori e diventeranno...


PICI AROMATICI CON SALSICCIA CROCCANTE

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(ricetta originale Sale&Pepe ottobre 2009)


Ingredienti per 2 persone: 180 gr di pici/ 175 gr di polpa di salsiccia/ due cucchiai di rosmarino fresco tritato/ 1 cucchiaio di timo essiccato/1 cucchiaino di fiori di rosmarino essiccati/ 200 gr di patate/ olio, sale e pepe
Sbucciate le patate, lavatele accuratamente e tagliatele a tocchetti. Sbriciolate la polpa della salsiccia. In una pentola portate a ebollizione abbondante acqua salata, unitevi le patate e i pici e portate a cottura. Nel frattempo scaldate l'olio in una larga padella, trasferitevi la salsiccia e rosolatela bene. Regolate di sale e unite il timo. Scolate la pasta insieme alle patate, versateli nella padella con la salsiccia, insaporite con un abbondate spolverata di pepe e il rosmarino tritato. Fate saltare a fuoco vivace per qualche istante, aggiungete i fiori di rosmarino essiccati e servite subito con abbondante parmigiano grattugiato.

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Una piccola ma importantissima nota. Ottobre è il mese della Campagna Nastro Rosa, un'importante iniziativa di carattere internazionale nata per sensibilizzare tutte le donne sull'importanza della corretta prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, tra le più efficaci strategie contro questa patologia neoplastica. Durante questo periodo saranno organizzati diversi eventi per evidenziare quanto la prevenzione sia fondamentale e necessaria per contrastare questo tipo di tumori. Per approfondire l'argomento e vedere le iniziative promosse nella vostra città vi rimando al sito della LILT http://www.nastrorosa.it/.


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