giovedì 8 gennaio 2009

La Guerra dei Bottoni

Il fiato si condensava in piccoli sbuffi lattei fondendosi col fumo azzurrino della sigaretta, accuratamente posizionata all'angolo della bocca. Faceva freddo, ma la giornata era insolitamente splendida. I Ray-Ban a specchio riflettevano il cielo terso, di un blu tridimensionale. Il ragazzo aspettava all'angolo di via Bovi Campeggi stretto nella sua giacca marrone scamosciata, le gambe fasciate in stretti jeans a campana. A intervalli regolari si soffiava nelle mani per riscaldarle.
Dall'angolo di via Zanardi sbucarono altri due ragazzi. Uno alto e magro, sciarpa bianca sopra a un dolcevita in tinta che spuntava dalla giacca a tre quarti, l'altro, di molti centimetri più basso, baffi e un cespuglio di capelli ricci a delimitare i tratti squadrati del viso.
Si incamminarono tutti e tre verso il centro. Il matinè del Metropolitan sarebbe iniziato presto e la strada da fare era lunga. Certo sarebbe stato più comodo attraversare il canale ma quello era il territorio dei ragazzi di via Cipriani e a meno che non si cercassero guai era meglio evitare. E poi quella mattina non volevano problemi. No quella mattina volevano solo andare al cinema.
Quindi a passo svelto macinarono il marciapiede del viale fino a Porta Galliera e poi su per via Indipendenza. Qualche occhiata alle ragazze sottolineata da fischi e sghignazzi. E qui il primo stop. Il primo rito della giornata. Fermarsi al bar di piazza 20 Settembre e comprarsi il mini babà al rum. Religiosamente incartato e riposto nella tasca. Da conservare per il buio della sala.
Poi di nuovo fuori, lungo il portico. La mattina prometteva grandi cose. Si sentivano bene, si sentivano grandi, ma soprattutto si sentivano play. Si fermarono nuovamente dopo alcune centinai di metri, con lo scalpiccio degli stivaletti ancora nelle orecchie. La Suora era lì a lato della solita colonna con il suo carretto pieno di dolciumi. Il tempo di comprare LA rondella di liquirizia, perché i ferri, quelle strisce intorcinate e lunghe erano riservate al gruppo di Cipriani, e poi ripartirono verso il Metropolitan. Lunghe stringhe nere e zuccherine pendevano dalle labbra, un sostituto momentaneo alla MS.
Davanti al cinema stazionavano già alcuni gruppi di ragazzi. Pois di persone separate da un invisibile perimetro. Nomi di strade e la presupposta superiorità li divideva, creava alleanze, definiva appartenenze. Poi la voce stridula della bigliettaia ruppe il brusio. "Dieci per Bovi Campeggi", "dodici per Cipriani", "quindici per Zanardi"...I ragazzi si avvicinarono al botteghino, cento lire alla mano, sguardi alla mezzogiorno di fuoco, denti digrignati. I posti non erano numerati ma tutti sapevano dove sedersi. Le luci in sala calarono. Un'interminabile serie di prossime visione venne accompagnata da fischi e lancio di pop corn e carte di caramelle. Il fumo delle sigarette creava una trama grigiastra attorno allo schermo. E poi il silenzio. Gli enormi caratteri cubitali rosso sangue decretarono la morte del caos. L'Uccello Dalle Piume di Cristallo volò netto e terrificante nelle menti dei ragazzi.
Sì sarebbe stata proprio una bella giornata

A volte i racconti dei nostri genitori ci danno la possibilità di viaggiare nel tempo. Attraverso le loro parole si possono rivivere epoche in cui non eravamo neanche un'idea. E' come leggere un libro. Ti affezioni ai personaggi, vedi con gli occhi della mente posti e situazioni che non è possibile sperimentare sulla propria pelle. E a volte fatichi a riconoscere in un ragazzo di vent'anni, un po' teppista e un po' poeta, il volto della persona che ti sta parlando.

papà

E sull'onda dei ricordi vi lascio con un piatto semplicissimo. Mia nonna li chiama bugiardini fritti e li impana nella farina. Diciamo che la mia è una variazione di un classico.
Colgo anche l'occasione per ringraziare Antonella che ha fatto iniziare il mio 2009 con un bellissimo premio. Io lo giro a: Saretta, Niki, Vaniglia, Serena, Cipolla, Pippi e Onde99



ALICI IMPANATE

IMG_3242

Pulite bene le alici, sciacquandole più volte sotto l'acqua fredda, per eliminare tutto il sangue. Poi facendo attenzione a non romperle togliete la testa e la prima parte della lisca. Passatele ancora umide nella farina di mais, premendo bene in modo che si crei una crosticcina abbastanza compatta. Scaldate dell'olio di semi in una capiente padella a bordi alti e friggete le alici poco per volta per circa 4/5 min (il tempo di cottura dipende molto dalla grandezza dei pesciolini, l'importante è che diventino croccanti e dorati). Asciugate con carta paglia e servite bollenti, accompagnati da una bella birra fredda e corposa.

16 commenti:

  1. sembra uscito da una canzone di de andrè.
    sul tuo talento nello scrivere non posso dir di più se non che mi augurerei un editore con la passione per il cibo :)

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  2. Sei eccezionale Fra, sia nella scritura che nella cucina!
    Baciottone
    Saretta

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  3. il "tipo" (suona brutto, senza offesa!) della foto pare non aver perso nulla di quegli anni ;)
    grande schiettezza e semplicità, attraverso le tue parole i ricordi acquistano dei colori vividi... grazie per aver condiviso questo scorcio di vita ;)
    wenny

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  4. Fra....... ;-) ora capisco da dove arriva il tuo dono...... ;-) siete una famiglia di artisti compresa la nonna perchè queste alicette fritte sono da sballo....... ehhehe
    Grazie per il premio per me è un onore riceverlo da te!!!
    un bacio e un abbraccio
    Pippi

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  5. facciamo una petizione per avere un editore disponibile?
    mi sa che ti tocca passare da me...ma tanto lo faresti a prescindere :-P

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  6. Riesci sempre a farmi emozionare e di questo ti ringrazio! Bellissime parole e atmosfera, sei grande:)

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  7. sei una persona tanto tanto affascinnate, in ogni tua manifestazione!
    le alici impanate sono una poesia invece così come la spuma di mortadella che già desidero provare!
    un bacione carissima!!! e buonissimo week end :*

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  8. io queste aliciotte croccanti me le papperei in un nanosecondo! grazie del bel premio... domani farò un post con tutte le ultime premiazioni e un ringraziamento adeguato....smack

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  9. Bravissima Fra, non hai niente da invidiare ad un bravo narratore: hai mai pubblicato qualcosa?
    Se no, dovresti farlo, ascoltami!
    E che bell'uomo è il tuo papà!
    Bacioni

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  10. Non so il perchè, cara Fra, ma mi sono rivisto in quelle tue righe. Solo che avrò avuto si e no 14-15anni ed al mattinè del Metropolitan c'ero anch'io. Il ricordo dei jeans a campana che te li riuscivi ad infilare solo da disteso sul letto, tanto erano stretti. Partivamo con l'autobus e scendevamo all'Autostazione. Eravamo in quattro. La colletta per le Marlboro e si diventava grandi. I giubbotti di pelle con il maglioncino bianco a collo alto e lo Zippo da sfregare sui jeans come i duri dei film. Si scendeva sotto il portico ma i fischi alle ragazze non riuscivamo a farli. Ci sentivamo comunque campagnoli e per noi voleva dire "siamo in CITTA'". Guardavamo i "grandi" che abbracciavano ragazze con le gonne lunghe ed i calzettoni, strette nelle sciarpe colorate. Le sigarette erano un simbolo ed il fumare in sala era un modo per tornare a casa e non dover spiegare ai nostri genitori come mai puzzavamo di fumo. Là al Metropolitan. Buio in sala e il rumore dello zippo per accendere la "paglia". Le poltrone dure, di legno. Il poco spazio per le gambe. Brevi brusii tra una scena e l'altra per cercare di anticipare, per indovinare, per prevedere. Alla fine solo per esorcizzare la paura. Il film era "Profondo Rosso".
    Buona notte Fra e grazie per avermi riportato al Metropolitan, ad un tempo in cui i grandi erano gli altri.
    Luca
    Sabrina&Luca

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  11. Il racconto è carinissimo ma anche le alici hanno un loro perchè!!!!!
    Deliziosi emtrambi
    baci

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  12. bello, nostalgico e con un nonsochè di magico questo racconto! e le alici... beh, piacerebbero tanto a mio marito! bacio cara, eli

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  13. bello, nostalgico e con un nonsochè di magico questo racconto! e le alici... beh, piacerebbero tanto a mio marito! bacio cara, eli

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  14. Se ti va di passare da noi c'è da ritirare un pensiero!
    Buona Domenica!
    Sabrina&Luca

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  15. Fra, quanto mi piace questo tuo racconto "di riflesso"... hai veramente il dono di afferrare chi ti legge e trasportarlo con le tue parole esattamente in mezzo a quello che stai raccontando..
    Grazie.
    :)
    P.S. grazie anche del premio, molto gradito. Un bacione.

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  16. mi ha emozionato questo tuo racconto....mi ha riportato indietro a pensare a quando andare al cinema nel mio paese era una festa ,quando poi si andava in galleria eravamo veramente grandi....grazie di cuore buona serata

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