Venerdì sera, in preda a un attacco cinefilo che ci ha permesso di ignorare i postumi di una settimana pazzesca, io e la weazel abbiamo deciso di andare finalmente a vedere CousCous. Inoltre, il film veniva proiettato al cinema parrocchiale proprio sotto casa e quindi neanche la nostra pigrizia atavica ci ha fatto desistere. Entrati nella hall (se cosi si può chiamare) prima sorpresa: un numero imprecisato di persone, la maggior parte con cappotti naftalinati e pellicciotti di dubbio gusto e utilità, data la temperatura esterna, stanno facendo la fila per prendere il biglietto. Ok niente panico, il film in fondo ha riscosso un discreto successo e come spesso capita a Bologna è rimasto in sala per circa 10 secondi. Ci mettiamo in coda, acquistiamo i biglietti, entriamo e... boom seconda sorpresa: le poltroncine scomodissime in pura lana urticante sono quasi tutte occupate. Io e la weazel ci guardiamo increduli, troviamo da sedere e cerchiamo di rassicurarci commentando come l’utenza sarà sicuramente migliore rispetto ai ragazzini urlanti e divoratori di pop-corn che spesso popolano le multisale. Purtoppo dopo circa tre secondi un gruppo di signore con cappuccio peloso e una scarsissima conoscenza del sapone si siedono proprio di fronte a noi, mentre a film iniziato una coppia si accomoda con una certa 'grazia' nei posti accanto al mio, tirandomi una gomitata da wreastler e chiedendomi ripetutamente da quanto era iniziato il film. Cerco di rilassarmi concentrandomi sul film, ma la maggior parte delle persone si sente autorizzata a commentare ogni singola scena e io comincio a sognare disastri nucleari e apocalissi. Quando ormai pensavo che nulla potesse più allibirmi finisce il primo tempo, si accendono le luci e la scena diventa surreale; neanche fossero tutti Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco il 90% delle persone in sala estrae da tasche e borse il cellulare e comincia a telefonare o a inviare messaggi. Oh mio Dio!! l'invasione degli ultracorpi!! Ma dove sono finite le sigarette?!? l'intervallo era adibito a questo: al rito del fumafuma! Ok, non è politically correct, sappiamo tutti che il fumo fa male, ma questo è molto peggio dei nugoli di drogati di nicotina che si fiondavano fuori dalla sala per dare due tiri rigeneranti a una sigaretta prima che ricominciasse il film. E invece ora sono assediata da quarantenni, che con aria spiritata digitano forsennatamente sulle microtastiere dei loro ultratecnologici telefonini, signore che urlano nei microfono SI Gianna sono al cinema con l'Elga... nono... sisi ma domani sera potremmo andare a vedere al Medusa Ma non si invecchia mai, l'ultimo film dei fratelli Coen (!!!???!!!!) E su questa frase fortunatamente si rispengono le luci.
Ok, precisiamo, io non sono contro la tecnologia o i cellulari, ma quello che non capisco è l'attaccamento morboso all'oggetto. Come non capivo la necessità di dare quei due famosi tiri alla sigaretta, frettolosi e privi di qualsiasi piacere, non vedo la necessità di dover comunicare telefonicamente qualsiasi cosa che non sia questione di vita o di morte, in quei tre minuti di pausa, soprattutto quando si è fisicamente in compagnia di qualcuno.
Ancora una volta il bianconiglio mi ha battuta. Non trovo nulla di familiare, rassicurante, piacevole in questo nuovo rito tecnologico, e lo detesto ancora di più perchè per qualche secondo mi ha fatto rimpiangere il tempo unico dei multisala.
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