domenica 29 novembre 2009

Happy Thanksgiving...a little bit late

Arghhh il mio cervello si è completamente svuotato!!! Ho iniziato questo post già quattro volte, ma le idee scarseggiano e la frustrazione aumenta :( E' stata una settimana grigia come il tempo, ma il week end, devo ammettere è stato decisamente positivo. Alcune novità che hanno portato un po' di luce, qualcosa che mi ricorderà che ci sono legami che non si spezzano nonostante tutto. E poi oggi un piccolo regalo a una persona a cui voglio molto bene. Un pranzo in famiglia dal sapore decisamente americano. Un giorno del Ringraziamento un po' posticipato, studiato per ricreare sapori a me fino a oggi sconosciuti, ma visti talmente tante volte nei film da sembrare famigliari. E' stato divertente e interessante. Spero piaccia anche a voi!

STUFFED TURKEY BREAST

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Ingredienti: 1 petto di tacchino intero, tagliato a tasca/ 3 cucchiai di miele di castagno/ 1 bicchiere di olio extra-vergine d'oliva/ sale e rosmarino qb/ 200 ml di brodo vegetale

Ingredienti per il ripieno: 5 fette di pane in cassetta spesse circa un cm e vecchie di un giorno/ 100 gr di noci/ 1 cipolla/ 1 costa di sedano/ 60 gr di burro/ 1 mela/ 100 gr di uvetta/300 ml di brodo vegetale/ 1 mazzetto di prezzemolo/ 10 foglie di salvia/ sale e pepe qb

Mettete a marinare il petto di tacchino con l'olio, il sale e il rosmarino per almeno due ore.
Nel frattempo preparate il ripieno. Tagliate il pane a cubetti e fatelo tostare in una padella antiaderente, mescolando spesso affinché non bruci. Togliete il pane e tostate le noci, dopo averle tritate a coltello. Unitele al pane in una ciotola e tenete da parte.
Tritate la cipolla, affettate il sedano e fateli soffriggere con il burro in una padella molto capiente per una decina di minuti (se la cipolla dovesse iniziare a scurirsi aggiungete un paio di cucchiai di brodo). Unite il pane e le noci tritate e cuocete per un paio di minuti, continuando a mescolare. A questo punto unite la mela, precedentemente sbucciata e tagliata a cubetti, l'uvetta, il prezzemolo e la salvia tritati. Aggiungete un il brodo, abbassate la fiamma al minimo, coprite con un coperchio e cuocete fino a che la mela diventa morbida e il liquido sia completamente assorbito.
Accendete il forno a 150°. Farcite il tacchino con il ripieno (se dovesse avanzare potete servirlo come contorno) e sigillate l'apertura della tasca con del filo per alimenti o con degli stuzzicadenti. Mettete il tacchino in una taglia, cospargetelo con il miele, la marinata e il brodo caldo. Infornate per un'ora circa. Prima di tagliarlo eliminate il filo o gli stuzzicadenti e lasciatelo riposare alcuni minuti.

CRANBERRY CHUTNEY

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Ingredienti: 200 gr di cranberries disidratati/100 gr di datteri/ 100 gr di prugne secche denocciolate/ 1 cipolla/ ½ cup di sidro/ ½ di aceto di vino bianco/ 3 cucchiai di malto di mais/ ¾ cup di zucchero di canna/ ¾ cup di succo d'arancia/ un cucchiaino raso di senape in polvere/ un cucchiaino raso di zenzero in polvere/ una presa di sale

Lasciate rinvenire i cranberries nel sidro per circa mezz'ora. Unite tutti gli ingredienti in un tegame dal fondo spesso e portate a bollore. Abbassate la fiamma al minimo e lasciate sobbollire senza coperchio per 15/20 minuti ( il composto deve rapprendersi). Lasciate raffreddare e servite come salsa d'accompagnamento al tacchino

lunedì 23 novembre 2009

Mare

Arturo viveva sull'isola in una casa di assi bianche. Quando il vento proveniente da nord spirava sulla scura superficie del mare, increspandolo di onde spumeggianti, gli schizzi battevano come piccole dita sulla finestra della veranda. Arturo, allora, si sedeva sulla poltrona di vimini a fumare, mentre la Gatta gli si acciambellava in grembo. Il tè fumante leggermente corretto spandeva le sua volute balsamiche appannando i vetri.
Fuori le canne lacustri fischiavano la loro musica costante e atonale. Erano lunghi pomeriggi in cui la barca rimaneva al riparo, nella rimessa. Virgo, l'aveva chiamata, quella bagnarola scassata, pagata poco più che cento euro. Certo che la fatica spesa per rimetterla in sesto gli era costata molto di più. Ma durante i mesi spesi fra trucioli e vernici, pece e sartie, Arturo aveva iniziato ad amare ogni nodo dello scafo. Dipinta di azzurro e di bianco, l'aveva fatta, e in certe giornate quando il sole riverberava sul pelo dell'acqua gli sembrava quasi di stare cavalcando un gigantesco pesce.
Arturo aveva la pelle abbronzata, riarsa dai giorni passati in mare aperto, ma non era sempre stato così. Arturo era un broker, perennemente in giacca e cravatta, unghie curate, vacanze alle Maldive, macchine potenti e belle donne. Poi tutto, improvvisamente, era cambiato. Un investimento sbagliato, la crisi dei mercati e tutto ciò che aveva si era volatilizzato. Gli amici erano spariti, assieme al suo attico in centro, al porche e alle vacanze in luoghi esotici.
E così Arturo era emigrato, o meglio ritornato, all'isola dei suoi genitori. Quel luogo che aveva sentito raccontare migliaia di volte dalla voce di suo padre, mentre gli occhi gli si tingevano di una malinconia strana e profonda. Era tornata a quella vecchia casa ereditata alcuni anni prima e che non aveva mai visto. Triste, solo e profondamente arrabbiato con il mondo.
Ma il mare, si sa, è una medicina antichissima. Ti cattura l'anima parlando sottovoce. Ti strega con i suoi colori mutevoli, con il profumo del sale e della libertà. E poi c'erano le persone. Uomini e donne sempre indaffarati, ma mai troppo per negarti un sorriso o un caffè. Gente che amava la propria terra come qualcosa di vivo, custode della loro memoria e del loro sudore.
Arturo guardava il mare in attesa che la pioggia si calmasse. Ascoltava la vita scorrere, consapevole della sua esistenza. Presto sarebbe stato di nuovo in mare, fra le onde e l'immenso.

POLIPETTI MURATI

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(ricetta originale su kitchen qb)

Ingredienti: 1200 gr di polipetti (doppia fila di ventose)/ una scatola di pelati/ 1 cipolla/ 2 spicchi d'aglio/ 1 bicchiere di vino bianco/ olio evo qb/sale e peperoncino secco qb

In una pentola dal fondo spesso fate soffriggere con un po' d'olio la cipolla, tagliata sottile, e gli spicchio d'aglio spellati e interi. Bagnate con qualche cucchiaio di vino e aggiungete i pomodori pelati, salate e cuocete per 5 minuti. Unite i polipetti puliti e ben lavati e fate sfumare con il resto del vino a fiamma vivace. Unite il peperoncino, coprite e portate a cottura facendo stringere il sugo per un'ora e 30 circa sul fuoco più basso proteggendo la fiamma con uno spargifiamma. Durante la cottura non sollevate mai il coperchio (è per questo motivo che vengono chiamati murati). Quando i polipetti saranno cotti regolate di sale e servite con pane tostato.

giovedì 19 novembre 2009

Il ProSiutto

Ecco come mio solito arrivo sempre all'ultimo. E dire che la scadenza di questo contest me la sono segnata praticamente ovunque. Come scusa potrei addurre il fatto che i prodotti DOP dell'Emilia Romagna sono tutti eccezionalmente buoni. Così buoni che spesso vengono mangiati in purezza o usati per esaltare il sapore di un piatto. Così ho cominciato a pensare a una ricetta non troppo complessa, che mettesse in luce tutti i profumi e le note di gusto del prodotto che avevo scelto. Volevo qualcosa che si legasse alla tradizione gastronomica della mia regione, che risvegliasse l'immagine di sdaure alle prese fra i fornelli, della campagna piatta, circondata dalle colline. Desideravo un piatto senza pretese, da mangiare sulle trovagliette di carta paglia di alcune trattorie sperdute nelle nebbie o nei piatti di plastica durante una sagra di paese. Volevo un sapore pieno e rotondo, genuino, un gusto un po' antico, che sapesse di focolare e convivialità. Ed è così che mi è tornato in mente uno di quei piatti che ti rimangono dentro. Quelli che solo sentirne l'odore richiamano ricordi di tavolate allegre, di buon vino e ottimo cibo. Quello che ordini ogni volta, perché è come ritornare a casa.


Ecco questo è il mio piatto per Genny e La Compagnia del Cavatappi, un inno al prosciutto di Parma, un prodotto dalle origini antichissime, tanto che viene citato in alcuni scritti di Catone il Censore, nel III secolo a.C. La ricetta è di una semplicità imbarazzante, ma quando si hanno a disposizione delle materie prime eccellenti vale ancora di più il detto less is more


TAGLIATELLE AL PROSCIUTTO E CIPOLLA

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Ingredienti per 2 persone: 200 gr di tagliatelle all'uovo/ 120 gr di prosciutto di Parma in fette spesse mezzo centimetro/ una cipolla grande/ 40 gr di burro/ latte q.b./ pepe bianco q.b.

In una padella fate stufare a fuoco dolcissimo la cipolla, affettata fine, con il burro. Quando la cipolla è diventata morbida aggiungete il latte (circa 4 cucchiai) e lasciate cuocere fino a quando sarà completamente ritirato. In questo modo il sapore della cipolla diventerà molto meno invadente. Tagliate il prosciutto a fiammifero e una volta che il latte è stato assorbito aggiungetelo alla cipolla, alzate il fuoco e cuocete per circa 5 minuti (il prosciutto deve diventare leggermente scuro). Spolverate con il pepe bianco.
Nel frattempo lessate le tagliatelle in abbondante acqua salata. Colatele al dente e fatele saltare nel condimento al prosciutto. Servite subito con una generosa spolverata di parmigiano reggiano.

lunedì 16 novembre 2009

E' tempo di...

E' tornata la nebbia a Bologna. E' tornata come una miriade di batuffoli di cotone ad avvolgere palazzi e pensieri, a rendere tutto più ovattato e surreale.
E' tornato quel tempo bigio, che fa venire voglia di coperte calde tirate fin sopra alla testa, di camino acceso e lunghe giornate passate a ciondolare in casa.
E' tornata la voglia di cominciare cose nuove, di imparare a cucire fili e creare intrecci con la lana.
E' tempo di pomeriggi passati con gli amici, seduti a un tavolo a giocare, a scherzare e a raccontarsi.
E' tornato il profumo di umidità, di foglie bagnate, di ombrelli e cappotti.
E' tornato il momento delle prime luminarie di natale, di vetrine imbellettate a festa, di negozi tirati a lucido, di panoni e panettoni.
E' tornato lunedì, con il suo carico di quotidianità, di ansie, un giro di giostra dal quale scenderei volentieri. E con la testa sono rimasta a questo fine settimana, trascorso nella pigrizia della mia casa, nel tepore della cucina, nel piacere semplice di un tè caldo con i biscotti. Un esplosione di sapori caldi e pungenti, che avvolgono il palato e fanno pensare allo stesso tempo a paesi lontani e al Natale imminente. Una piacevole prova tecnica di ciò che riempirà i pacchi dei miei regali.

Bon Appetit

BISCOTTI SPEZIATI

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Ingredienti (per circa 4 teglie di biscotti): 250 gr di farina gialla finissima/ 250 gr di farina di riso/ 180 gr di zucchero/ 4 cucchiai abbondanti di miele di castagno/ 100 gr di burro* / 2 uova grandi/ ½ bicchiere di latte/ un pizzico di sale/ la scorza lavata e grattugiata di un limone/ 4 bacche di anice stellato/ 4 bacche di cardamomo/ 1 bustina di lievito per dolci/ miele e zucchero di canna per decorare

Con un macinaspezie o un mortaio riducete le bacche di anice stellato e i semi di cardamomo in polvere. Sciogliete il miele nel latte e setacciate le due farine in una ciotola capiente. Formate un buco nel centro e versatevi lo zucchero, il sale, il burro ammorbidito e tagliato a cubetti, la scorza del limone, il latte col miele, le spezie macinate, il lievito e le uova sgusciate. Impastate amalgamando bene e, con un mattarello, ottenete una sfoglia di mezzo centimetro di spessore. Ritagliate i biscotti con un coppapasta e disponeteli su una teglia ricoperta di carta da forno. Diluite un cucchiaio di miele con un goccio di latte e pennelate con questa miscela la superficie dei biscotti e completate spolverando con lo zucchero di canna. Cuocete a 180°, in forno già caldo per circa 12 minuti (i biscotti devono colorire solo leggermente). Sfornate e lasciare raffreddare completamente prima di toglierli dalla teglia


* ho usato il burro speditomi da Le Fattorie Fiandino. Ringrazio loro e Sandra per questa splendida selezione dai toni profumati e con una consistenza eccellente. Abituata a comprare quello di produzione industriale non mi ero mai resa conto delle possibili sfumature che questo prodotto può contenere

E con questi biscottini partecipo al contest di Sandra


giovedì 12 novembre 2009

Dancing Boxes

Scatole. Scatole grandi che possono contenere un elefante o minuscole, che ti dimentichi dove averle nascoste. Scatole che custodiscono pezzetti di vita, ricordi che ingialliscono col tempo, pagine scritte a caratteri fitti che raccontano una storia che nessuno leggerà mai. Scatole di cartone, di latta, colorate o anonime, scatole che contengono la promessa di un amore eterno. Scatole per mettere ordine nel caos quotidiano, scatole dimenticate in fondo ad armadi, che quando vengono ritrovate splendono come tesori dei pirati. Scatole per regalare un pensiero, un sorriso, colme di piccole gioie, petali di fiori leggeri, profumi di infanzia. Scatole infiochettate, nella mente la persona a cui verranno donate. Le scatole sono mondi che vivono attraverso noi, che danzano al ritmo della nostra musica...
Io partecipo e voi?


E nell'attesa che riceviate le vostre scatole danzanti vi offro questo dolce profumato di mela e camomilla, incredibilmente soffice e umido, perfetto da servire con il tè del pomeriggio o come dopocena accompagnato da una crema inglese

CAKE DI MELE E CAMOMILLA

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Ingredienti: 3 uova medie/125 gr di zucchero/ 3mele fuji/ 100 gr di mandorle/ 250 gr di latte/ due cucchiai pieni di fiori di camomilla essiccati/ 180 gr di farina integrale/ mezza bustina di lievito per dolci/zucchero a velo per decorare


Sbucciate le mele e privatele del torso. Portate a bollore il latte e non appena inizia a fremere spegnete e aggiungete i fiori di camomilla. Lasciate in infusione per circa 30 minuti. Unite nel mixer le mele tagliate a cubetti, il latte con i fiori di camomilla e le mandorle e frullate il tutto fino a ottenere un composto omogeneo.
In una ciotola montate le uova con lo zucchero fino a che diventano bianche e spumose. Aggiungete il composto di mele e camomilla, mescolando dal basso verso l'alto con una spatola di silicone. Unite infine la farina e il lievito setacciati. Imburrate gli stampini e mettete nel forno spento. Accendete a 180° in modalità ventilata e cuocete per circa 20/25 min da quando raggiunge la temperatura (controllate la cottura infilando uno stuzzicadenti al centro del cake). Poco prima di servire spolverizzate con lo zucchero a velo

Ringrazio Luca e Sabrina per il premio che mi hanno assegnato


E ora passo a rispondere alle 10 domande che lo accompagnano

1) In quale animale ti reincarneresti? in un lupo...nonostante la loro pessima fama sono animali fedeli che si scelgono un compagno per la vita. Inoltre adoro il loro aspetto nobile e fiero
2)Di chi o di cosa non potresti fare a meno? della weazel, senza di lui non potrei esistere
3)Cosa apprezzi di più in una persona? la coerenza
4)Di che colore preferisci vestirti? nero e viola
5)Definisciti in tre parole: insicura, affidabile, silenziosa
6)Un viaggio che vorresti fare? troppi, per ora in cima alla mia topo list ci sono il Giappone e New York
7)Citazione preferita: ...
8)Cosa ti piacerebbe fare? avere più tempo da dedicare a ciò che amo, cambiare lavoro, essere più serena
9)Se non ti dedicheresti a quello che fai, cosa ti piacerebbe fare? scrivere una guida di viaggio
10)Qual è la tua stravaganza? semino le scarpe per la casa, rischiando di uccidere la weazel che ignaro ci inciampa sopra


Giro il giochino a Onde99, Daniela B., Pippi e Mirtilla.

lunedì 9 novembre 2009

Vita da foodblogger

Ieri ho convinto la weazel ad andare a vedere Julie&Julia. In realtà è stato tutto merito dell'invinto di suo padre, sant'uomo, a cui non si poteva mica dire di no ;)
Il film ve lo consiglio vivamente, non solo per la magistrale interpretazione di Meryl Streep, che veste magnificamente i panni di Julia Child, descrivendo una donne energica e volitiva, ma anche di una leggerezza esilarante. Ve lo consiglio soprattutto perchè troverete gran parte delle manie che contraddistinguono noi foodblogger nel racconto di Julie, giovane impiegata governativa, con un marito e un gatto che decide di replicare tutte le ricette contenute in Mastering the Art of French Cooking nell'arco di un anno. E di raccontare la sua impresa attraverso internet.
Così fra i tentativi di uccidere le aragoste, un boeuf bourguignonne completamente bruciato e dulcis in fundo il disossamento di un'anatra, emergono anche tutte quelle ansie da prestazione e deadline autoinflitte che avviluppano l'anima e la vita di una foodblogger e dei suoi conviventi.
In conclusione il film è godibilissimo, anche per i fidanzati/mariti vessati dal nostro hobby, e sono sicura che uscirete dal cinema con la speranza che prima o poi anche a voi capiti la magica telefonata della vita!


E dopo questa recensione vi lascio una ricetta non proprio originale ma assolutamente favolosa. Io ho seguito il procedimento descritto da Sigrid e per essere la prima volta che preparavo i falafel sono rimasta estasiata

FALAFEL

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Ingredienti per circa 35 falafel: 300 gr ceci ammollati/ 1 cipolla/ 2 spicchi di aglio/ 1 cucchiaio di bicarbonato/ un pugnetto di prezzemolo fresco/ 1 cucchiaino di cumino in polvere/ 1 cucchiaino di coriandolo in polvere 1 cucchiaino/ semi di sesamo/ olio di semi per friggere

Tritate grossolanamente la cipolla e l’aglio, metteteli nel mixer con i ceci (messi a bagno dalla sera precedente, scolati e non lessati) e il prezzemolo. Frullate fino a ottenere una pasta densa. Mettete il composto in una ciotola, condite con sale, pepe, il cumino e il coriandolo in polvere, aggiungete il bicarbonato*, mescolate bene e formare delle polpettine da passare velocemente nei semi di sesamo (non devono essere ricoperte completamente). Scaldate dell’abbondante olio per friggere e buttateci le polpette, poche per volta, finché saranno dorate (si dorano in fretta). Fatele sgocciolare su della carta da cucina e servire con la salsa che preferite (io ho unito crema di sesamo, succo di limone, foglie di menta e un po' di acqua)

* se preparate il composto dei falafel, ma non li cuocete subito non unite il bicarbonato, ma aggiungetelo solo poco prima di friggere.

venerdì 6 novembre 2009

Chocolate Break

Uff che periodaccio!!!! Le mie compagnucce di scrivania mi hanno abbandonato sola soletta in ufficio, chi caduta fieramente sotto i colpi della prima influenza chi alle prese con scatoloni, idraulici e un gattone in crisi esistenziale. In preda a contribuenti folli e arzilli, decisi a rendermi le giornate simili a gironi infernali e colleghe in perenne crisi premestruale mi divincolo come un pesciolino per rimanere a galla. I miei buoni propositi di ricominciare con gli allenamenti si sono andati a fare friggere, aiutati dall meravigliosa notizia che la maratona di Torino a cui volevo partecipare questa primavera è stata rinviata a novembre 2010...sgrunt! Insomma il mio umore è nero come gli spiritelli della fuliggine e tutti i progetti che mi affollano la mente rischiano di sommergermi senza che io abbia la forza di portarne a termine neanche uno.
Ecco ora che vi ho subissato con le mie gnole (leggasi lamentele, leggasi magari voi vorreste qualcosa di più allegro/interessante) vi lascio con un dolcino ideale per il fine settimana. Vi avverto è una pura bomba calorica, ma se avete bisogno di tirarvi un po' su il morale con una coccola libidinosa...bé questo è l'ideale. Quindi preparatevi il vostro beverone caldo preferito, sbattete fuori di casa marito, fidanzato, figli, gatto, cane e anche pesce rosso, mettetevi comode sul divano indossando il vostro pigiamone preferito, mettete su un film melenso e per nulla impegnato (no per oggi nulla che abbia qualcosa di vagamente intellettuale) e godetevi la scioglievolezza di questo concentrato di piacere!


NB: per i maschietti che capitano qui, mi dispiace ma questa volta la dedica è tutta al femminile...al rientro della gita forzata però potrete assaggiare i resti, sempre che ne rimangano ;D


BROWNIES CON NOCI E CIOCCOLATO BIANCO

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(ricetta originale tratta da Ottolenghi)



Ingredienti: 200 gr di burro/ 280 gr di farina 00/ ½ cucchiaino di sale/ 300 gr di cioccolato fondente a pezzi/ 2 uova/ 220 gr di zucchero di canna/ 1 cucchiaino di semi di vaniglia/ 2 cucchiaini di caffè solubile/ 200 gr di cioccolato bianco tritato grossolanamente/ 200 gr di gherigli di noci.

Preriscaldate il forno a 170°. Imburrate una teglia quadrata da 22 cm e foderatela con la carta da forno. Mescolate il sale e la farina setacciata.
Mettete il burro e il cioccolato fondente in una ciotola e fateli sciogliere a bagnomaria (io ho messo il tutto nel forno a microonde).
In un’altra ciotola capiente, sbattete leggermente le uova con lo zucchero e la vaniglia. Lavorate solo fino a quando non saranno amalgamati, in modo da non incorporare aria nelle uova. Unite alle uova il cioccolato fuso e la farina setacciata, mescolate, aggiungete il caffè solubile e infine il cioccolato bianco e le noci, precedentemente tritati al coltello.
Versate il composto ottenuto nella teglia e infornate per circa 25 minuti. Per verificare la corretta cottura dei brownies inserite uno stuzzicadenti al centro. Il dolce non dovrà essere liquido ma ancora umido. Una volta tolto dal forno lasciatelo raffreddare completamente prima di sformarlo e tagliarlo a cubetti.

lunedì 2 novembre 2009

Riflessi(oni) di Novembre

I colli bolognesi si sono vestiti d'oro, come se vivessero un secondo risveglio prima del lungo riposo invernale. Un risveglio più delicato e morbido rispetto a quello primaverile. I colori sono caldi, soffusi, sfumati dal vapore che sale dalla terra, come un sospiro. L'Eremo di Tizzano, domina un colle calvo, dove la terra scura e grassa è ancora coperta dal manto verde dell'erba. La strada si inerpica fra filari di viti dove ormai i grappoli sono solo un profumato ricordo e le foglie hanno assunto sfumature incredibili, gioielli traslucidi. Il vento è frizzante e passando fra le fronde crea vortici dorati, una nevicata autunnale che riempe l'aria di voci crepitanti.

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Giro il viso verso i raggi tiepidi del sole, la natura parla in mezzo a tutto questo silenzio. Ha una storia da raccontare, lunga quanto l'età del mondo, duramente poetica. Un racconto fatto di stagioni che si susseguono, che plasmano, creano e mutano. Affondo le dita nell'erba corta, bagnata dall'umidità, gli occhi che si soffermano su prismi colorati, sulle variazioni di luce e cercano di abbracciare questo paesaggio ondulato. La frenesia della quotidianità è lontana, un ricordo opaco soffocato da questa incredibile bellezza. Le giornate si accorciano, presto i campi diventeranno un uniforme manto bruno, le zolle rivoltate, gli alberi spogli volgeranno i rami verso il cielo plumbeo dell'inverno. Qui forse cadrà la neve, bianco fantasma a ricoprire ogni cosa. Come possiamo distruggere tutto questo con la leggerezza della nostra indifferenza? Come possiamo noi folli insetti che infestano questo pianeta, avvelenandolo ogni giorno di più, uccidere questo incanto senza neanche soffermarci a pensare? E se nel nostro piccolo, ogni giorno, cerchiamo di rispettare questa nostra Terra, è il momento di fare sentire la nostra indignazione, il nostro coro di protesta. Anche attraverso un click.




Scaricate la canzone che troverete seguendo il link, varrà come firma alle richieste che verranno presentate a Copenaghen. Un modo per non restare in silenzio.


E ora dopo questo piccolo appello vi offro uno stuzzichino, preparato sabato sera per la cena di halloween.

CHIPS DI POLENTA CON MOUSSEDI PORCINI

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(ricetta originale Sale&Pepe novembre 2009)

Ingredienti per le chips: 500 gr di polenta gialla fredda (io l'ho comprata dal panificio ma voi potete farla in casa ;D) / 200 gr di farina di mais / olio di semi di mais

Ingredienti per la mousse: 200 gr di porcini già puliti/ 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva/ uno spicchio d'aglio/ un albume/ 100 gr di crème fraiche (l'ho trovata da Naturasì)/ un cucchiaio di erba cipollina essiccata/ sale

Tagliate i porcini a fette e fateli rosolare in una padella con l'olio d'oliva e lo spicchio d'aglio sbucciato e tagliato a metà. Cuocete fino a quando risultano asciutti e dorati. Eliminate l'aglio, salateli leggermente e tritateli fini. Mescolate i porcini con la crème fraiche e l'erba cipollina. Montate l'albume a neve ferma e incorporatelo al composto di funghi. Regolate di sale e tenete da parte.

Tagliate la polenta a fettine spesse circa 2 mm, passatele nella farina di mais e friggetele in abbondante olio di semi finchè risuteranno dorate e croccanti. Sgocciolate le chips cu carta da cucina e servite accompagnate dalla mousse

NB: la ricetta originale consiglia di servirle le chips calde. Io non volendo friggere all'ultimo minuto le ho cotte alla mattina, sgocciolate benissimo e passate al grill poco prima di servire. Le abbiamo trovate ottime.
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