Mi sedevo sul terrazzo ancora caldo del sole del mattino, le gambe a penzoloni che sporgevano dalle ringhiere, la fronte appoggiata contro il metallo fresco. Sulla collina il paese vecchio spuntava come un dente bianco incastonato fra le sterpaglie riarse. Gli occhi stretti nel tentativo di distinguere la casa dove era cresciuto il mio papà. Cercavo di scorgere la scalinata di ferro battuto che il mio bisnonno aveva forgiato con le sue mani, il forno dove la nonna andava a cuocere il pane insieme alle altre comari. E invece vedevo solo un intrico di vie polverose, di muri candidamente abbacinanti, di tetti crollati e case piene di crepe, simili a volti anziani. Il terremoto aveva fermato il tempo e congelato il paese in un eterno riposo. Nessuno era ritornato. Apice era risorto sulla collina opposta, più bassa e sicura. Ma io vedevo rivivere i suoi resti attraverso le parole di mio padre. Ecco il ponte dove avevano visto il fantasma della ragazzina morta gettandosi nel fiume. Ecco il bar, con la sua insegna scolorita, dove con poche lire, sottratte dal portafogli della nonna, andavano a comprare le "bombe".
Continuo questo gioco fatto di fantasmi e parole, mentre in cucina sento il rumore delle pantofole della zia sfregare sul pavimento. Rumori di stoviglie, il frigo aperto. Eccola apparire sulla porta, minuta come un uccellino, i capelli candidi tagliati cortissimi. Mi parla in una lingua musicale che non comprendo. Annuisco come al solito, sorridendole. Lei si pulisce le mani sul grembiule nero a fiori, stacca alcuni foglie di basilico e si rinfila in cucina. Zì Menù è la sorella della nonna. Dicono che si assomigliavano tantissimo e che erano bellissime. Lei è stata anche in America, a fare l'immigrata assieme al mio bisnonno. Avevano un negozio di oggetti in ferro battuto. Papà mi ha mostrato alcune foto. Immagini in bianco e nero che mi hanno ricordato quelle sui miei libri di storia. Mi ha raccontato che sono stati in quarantena, anche se non so esattamente cosa voglia dire. Ho capito solo che sono dovuti rimane per diversi giorni su un'isoletta davanti a New York.
"Francè U' mangià è pruonto ngoppa a ttavola". Mi alzo e vado verso la cucina. Il profumo mi dice che il pranzo è pronto
SFORMATO DI MELANZANE
Ingredienti per 4 persone: 3 melanzane nere/ 2 peperoni rossi non troppo maturi/ 4-5 pomodori maturi/ 2 mozzarelle/ mezza scamorza affumicata (circa 150 gr)/ sale/ pepe/ origano/ 1 mazzetto di basilico fresco/ timo essiccato
1. Lavate le melanzane, i peperoni e i pomodori.
2. Accendete il forno a 250° e quando arriva a temperatura infornate i peperoni e cuoceteli per circa 25-30 min (la pelle deve abbrustulirsi leggermente).
3. Nel frattempo tagliate le melanzane a rondelle piuttosto sottili e mettete a scolare in un colapasta ricoperte da un velo di sale.
4. Quando i peperoni sono pronti toglieteli da forno e chiudeteli dentro un sacchetto di plastica o carta fino a che non diventano tiepidi. In questo modo sarà semplicissimo spellarli.
5. Distribuite le melanzane a rondelle su una leccarda rivestita di carta forno. Infornate e cuocete per alcuni minuti (devono ammorbidirsi ma non cuocersi completamente)
6. Spellate i peperoni e tagliateli a piccoli cubetti. Riducete a cubetti anche la mozzarella e la scamorza. Tritate i pomodori, metteteli in una ciotola e conditeli con olio evo, sale, pepe, origano, timo e il basilico sminuzzato. Unite i formaggi e i cubetti di peperone, mescolate bene e lasciate insaporire per una decina di minuti.
7. Abbassate il forno a 180°. Ungete una teglia usa e getta (o cinque monoporzioni) con poco olio. Fate uno strato di melanzane grigliate e ricopritelo con i pomodori, i peperoni e i formaggi. Fate un altro strato e concludete con le melanzane. Versate un goccio di olio sulle melanzane e infornate per circa 30-40 minuti.
8. Lo sformato è decisamente migliore mangiato il giorno successivo.
NOTA BENE: questa NON è la parmigiana della mia zia. Qualsiasi campano mi lincerebbe se spacciassi questo sformato per parmigiana...però posso garantire che è veramente gustoso ;D
veramente squisito questo sformato!
RispondiEliminabuona questo sformato!
RispondiEliminaBellissima la descrizione della tua "anima terroncella", anche la mia infanzia sa di sud e a volte basta un profumo o una particolare angolazione della luce per scatenarmi ricordi violenti che mi tolgono il respiro e mi riempiono gli occhi di lacrime. Questo timballetto a volte lo faccio anch'io, lo trovo molto appetitoso e più fresco della parmigiana preparata con tutti i crismi, che, mangiata a Ferragosto, si digerisce a Santo Stefano...
RispondiEliminacara.
RispondiEliminami hai commosso. sono al pc in pausa pranzo al lavoro e non so come ricacciare le lacrime per non farmi vedere....
sarà per via della mia anima, anch'essa un po' terroncella!
Invece io, nonostante abbia cercato avi provenienti da sud...niente!Brescianissima...allora perchè amo così tanto il sud, i suoi profumi, i suoi sapori?!
RispondiEliminaDElizioso il timballetto(tanto più che rievoca la famiglia, le radici), e dolcissimo il ricordo.
Un bacioneeeeeeeeee
Fra scrivi benissimo lo sai!
RispondiEliminaBacio
Che bello il tuo racconto...
RispondiEliminaSai, credo anche io di avere un'anima un po' terroncella...
Le tue melanzane devono essere davvero buone!
Buon pomeriggio!
ti devo fare proprio i complimenti per il blog.
RispondiEliminaMi piace un sacco questa commistione di fatti e cibi e riflessioni e foto e.....
Bello!
Io in cucina sono un'istintiva e non riesco a seguire le ricette...
ma prima o poi, giuro ci provo!
:)
Non so se è più bello il tuo racconto o il piatto: forse forse il racconto mi ha colpito di più (ma se la giocano alla pari :-D)
RispondiEliminaUn applauso alla zia !!!
mmmmmmmmmmmmmmhhhhh che delizia strepitosaaaaaaaaaaaaaa... mi spieghi poi perché Zì Menù? Che curiosona sono!
RispondiElimina(potrei leggere per oooooooore quel che scrivi!)
la pseudo parmigiana sembra ottima, ma le tue parole, il modo in cui scrivi è superlativo!
RispondiEliminaFrà sei davvero bravissima a raccontare, sembrava di entrare in un film leggendo le tue righe.
RispondiEliminaIo ho solo un filino "terruncello", ma è quanto basta per farmi adorare i piatti più mediterranei, e alla parmigiana non sfuggo: io pure l'ho fatta stasera, e non avevo ancora letto il tuo post; telepatia ;)
maroooooooooooooo che buono!
RispondiEliminaWhat an elegant and delicious entree- Fantastic!
RispondiEliminaE' sempre bello leggerti quando racconti e ti racconti Fra... Ottimo questo sformato, concordo appieno sul fatto che il giorno dopo è ancora migliore ;)
RispondiEliminaUn bacione
@federica: grazie e mille!
RispondiElimina@mary: grazie!
@onde99: effettivamente la cucina campana non è la cosa più leggera del mondo, ma certe volte è un vero piacere affondare nei loro piatti golosissimi
@vaniglia: nooo dai che se dice così poi mi commuovo pure io
@saretta: dai vedrai che se cerchi bene lo trovi un tris-tris-tris-tris-avolo napoletano :D
@maya: grazie tesoro!
@carolina: sia un po' tutti del sud...alzi la mano chi non apprezza le delizie che si trovano nelle regioni meridionali!
@eppifemili: guarda fai benissimo a seguire il tuo istinto in cucina, è proprio lasciando libera la propria fantasia che saltano fuori i piatti più gustosi!
@jajo: mo grassie :)
@lagolosastra: la zia di mio papà si chiamava Minuccia e tutti la chiamavano zì Menù (mi rendo conto solo ora che in questo modo sembrava fosse una lista di pietanze... :-0 )
@ester: grazie davvero!
@albertone: grazie, così divento rossa. I geni terruncelli sono potentissimi, ne bastano pochi per incatenarti a certi profumi e sapori
@desperate.viz: :)
@hanna: thank you dear!
@camo: grazie tesoro...il problema è resistere fino al giorno successivo ;)
Mi haifatto sorridere già dal titolo del post
RispondiEliminaAnche io ho la mia parte notevole di "tarruncella" come per scherzo mi chiamano le mie amiche di qui...
Ottimo questo sormato di melanzane!
baci
Bei ricordi, pieni di rumori familiari e di sensazioni, sei brava a ritrasmetterli... Prendo questo sformato per pranzo, grazie :-)
RispondiEliminaun ricordo dolcissimo della tua infanzia...
RispondiEliminaper non parlare delle favolose melanzane!
È sempre un piacere leggere i tuoi racconti.
RispondiEliminaStavo appena scrivendo il biglietto per la spesa. Aggiungo le melanzane! Voglio che sia la mia cena.
Baci
Alex
e questo non è un commento campanilista ma di quello sformato lì me ne mangerei chissà quanto.
RispondiEliminami hai fatto ricordare la scala di ferro battuto che portava alla loggetta della casa della mia bisnonna.
ricordo la polvere nel sole e lo svolazzare dei piccioni impauriti.
I tuoi ricordi sono molto dolci, poi avere delle super-cuoche in casa è una vera fortuna!
RispondiEliminaOra capisco da chi hai preso...
Poetico e commovente, questo brano. Te l'ho detto cento volte che scrivi bene, mi sa, vero ? Be', sempre troppo poco. Poi che cucini da dio non c'è neanche bisogno di dirlo [però lo scrivo, non si sa mai :-)]. Venirti a trovare è sempre un incontro, per me. Ciao cara Fra.
RispondiEliminaCiao! ma ceh bontà queste melanzane, con anche i peperoni e taaanto formaggio filante sono una vera goduria!
RispondiEliminaun bacione
Mi piacciono moltissimo i tuoi racconti ed in particolare quello di oggi: sono intensi e vibranti, densi di atmosfere, ricordi ed emozioni e quella parmigiana ne è un degno coronamento :)
RispondiEliminaFra, è bellissimo questo sformato! Adoro gli sformati di melanzane, vorrei averlo qua davanti al posto del mio mestissimo panino!
RispondiEliminami intrometto in punta di piedi...Fra' ricorda con un sapore che commuove sensazioni lontane.
RispondiEliminabrava e grande come lo sei sempre stata per me.
Precisazione.zi' Menu' era il chiamare tronco in dialetto di Menuccia che in dialetto apicese (ehhh trovate il paese sulla carta vicino a Benevento)e' il diminutivo del nome Filomena come per esempio mia madre che si chiamava Maria Grazia veniva chimata Grazziuccia o Graziu'
saluti a tutti
Pa' brontolo Vin
Bellisimo, ho la pelle d'oca Fra. Brava è davvero un piacere leggerti....un abbraccio da una immigrata terruncella
RispondiEliminasei un bellissimo libro rinnovabile *
RispondiEliminacla
notabeneanchetu: mifidociecamentesenszaesserecampana
Non sara' la parmigiana originale, ma è sicuramente una bella versione rivisitata e sicuramente saporita. Il racconto è bellissimo, mi sembra quasi di vederti e di scorgere la zia Menu', sono immagini che risvegliano in qualche modo la mia infanzia....Grazie per questo momento.sally
RispondiEliminaAdoro sempre di più leggere i tuoi post! ;)
RispondiEliminaBentrovata Fra!
Bacioni
Che bel racconto e la ricetta la provo sicuramente: adoro le melanzane!!
RispondiEliminaUn bacio,
bunny.
Ciao, non conoscevo questo sformato, l'aggiunta del peperone rende il tutto così irresistibilmente mediterraneo... Da provare sicuramente!
RispondiEliminaUn abbraccio
Flavio
Mi piace un sacco come scrivi.
RispondiEliminaNon sto parlando delle ricette, ovviamente...
Ho cercato di commentare nell'ultimo post ma la mia connessione non mi apriva la finestra dei commenti...bah...
RispondiEliminaComunque...riposati fino a stancarti di essere riposata (rende l'idea?)