Siamo partiti venerdì mattina presto con le nuvole che ci hanno accompagnato per tutta la giornata. Nuvole basse, enormi, come cumuli di panna montata sospinte da un vanto incessante, freddo e potente.
Abbiamo risalito il Cimone, lungo i fianchi ricoperti di erba bassa e cespugli di mirtilli carichi di frutti piccoli, neri e dolcissimi. Gli impianti di risalita, mostri di ferro addormentati, ricordano che qui nella stagione invernale, migliaia di persone invadono questi spazi, in cui oggi gli unici rumori sono quelli del vento e dei nostri passi. Arrivati al Cimoncino ci accoglie un fischio acuto, un piccolo grido d'allarme. Aguzziamo la vista e fra i massi scorgiamo una colonia di marmotte. Grassi sederotti pelosi slalomeggiano fra l'erba, infastiditi dalla nostra presenza.
Proseguiamo. Ruben lancia occhiate all'orizzonte dove le nubi si fanno più scure e più basse. Il vento ci fischia nelle orecchie e le folate più potenti deviano i miei passi verso sinistra. Passiamo Libro Aperto in un grigio plumbeo che contrasta meravigliosamente con il verde dei prati e delle valli più in basso. Le mani e i piedi cercano appigli sicuri. Lo sguardo fisso sullo zaino arancione di Brian, che mi precede.
Un su e giù incessante lungo la cresta dell'Appennino. Faticoso ma affascinante come sa esserlo solo la natura. Il temporale sempre in agguato, all'orizzonte, là dove un pallone metereologico prende il volo, poi schizza verso il est sospinto dal vento.
Incontriamo pochissime persone durante la camminata. E così ci sentiamo un po' dei piccoli esploratori, Frodo Beggins e la sua compagnia, in marcia verso la terra di Mordor.
Arriviamo a Croce Arcana che è pomeriggio inoltrato. La pioggia ci investe per qualche minuto, ma il rifugio è vicino. Solo un'ora di cammino e poi ci riposeremo.
Quando scolliniamo per l'ultima volta la vista del lago Scaffaiolo e del rifugio Duca degli Abruzzi ci conforta con la sua promessa di calore e riposo.
La cena è semplice e divina. Zuppa di farro e carote, tagliatelle al ragù, pollo arrosto e patate. Ci imbozzoliamo ognuno nel proprio sacco-letto mentre la pioggia ci canta la ninna nanna.
La mattina dopo il sole splende, ma il vento non ha diminuito la propria intensità. Ci sono sei gradi e l'aria è talmente tersa che in lontananza si scorgono le cime innevate delle Alpi. Decidiamo di non proseguire per il Corno, i Balzi sono pericolosi con questo vento, così scendiamo per le Polle, fino al Santuario di Madonna dell'Acero.
Un'escursione molto divertente. Grazie alla compagnia e a quei paesaggi da togliere il fiato. Un'esperienza da ripetere. Presto.
Mercoledì parto, finalmente. Vacanze vere, belle lunghe :D Spero che la meta non mi deluda, ma sono convinta che sarà una splendida avventura. Io e la weazel nel Paese del Sorriso. Fa anche rima! :P Perciò ci si rilegge a settembre. Ma prima di partire vorrei ringraziare Sally che mi ha elargito un bellissimo premio.
Da Bologna a Bologna: grazie davvero di cuore. Io lo riassegno a tutti quelli che passeranno di qui in mia assenza, che lasceranno un messaggio o semplicemente perderanno un po' di tempo a leggere i miei sproliloqui. A presto. So già che mi mancherà il mio salottino e voi che passate di qua.